varie, 19 febbraio 2015
RETORICA «Una vita sportiva fortunata, la mia. Sarà anche retorica, ma quando la tua passione coincide con il tuo lavoro, non so cos’altro dovrei dire» (Mauro Bergamasco)
RETORICA «Una vita sportiva fortunata, la mia. Sarà anche retorica, ma quando la tua passione coincide con il tuo lavoro, non so cos’altro dovrei dire» (Mauro Bergamasco). DIVERTIRSI «Divertirsi è il segreto. Ditemi se ora, in Italia, qualcuno si diverte a vedere una partita. Pochi, pochissimi. Forse i tifosi della Juve, perché vincono. Ma noi, con il mio Parma, lo scudetto non l’abbiamo mica vinto: eppure facevamo un calcio fantastico» (Hernan Crespo). SPAGNOLO «Montella mi piace perché il suo calcio è molto spagnolo. La filosofia di gioco è la ricchezza della Fiorentina. Una squadra che potresti iscrivere alla Liga e non ti accorgeresti che è italiana» (il tecnico del Tottenham Mauricio Pochettino). SOTTERRANEO «Vengo da una famiglia “strana”: i miei genitori erano entrambi maestri di sci. Occhio, sci di fondo! A loro del calcio non interessava nulla. Io sciavo abbastanza bene. Ho vinto delle gare, mi sono classificato secondo in un torneo nazionale. Ma il fondo in Spagna è roba sotterranea: non avevo nemmeno idoli di gioventù, in tv non lo davano» (l’attaccante dell’Athletic Bilbao Aritz Aduritz). RICORDI/1 «L’argento del 2011 mi ha condizionato perché quei momenti restano indimenticabili, ma con una medaglia al collo non puoi sperare sempre nel miracolo. Lo fai una volta, spero di farlo ancora, lo desideri, sogni di rivivere il bellissimo ricordo, e poi vedi che resti dietro. Perciò voglio godermi tutto ciò che viene adesso, senza farmi condizionare» (Elena Runggaldier, saltatrice con gli sci italiana). RICORDI/2 «Uno dei ricordi più belli di Pechino fu infilarmi alle 4 di mattina con un amico, dopo i 100, da McDonald’s» (Usain Bolt). PASSATO «Bisogna avere chiara in testa la situazione del Milan: oggi non ci si può specchiare nella gloria del passato ma costruire un progetto, guardare al futuro. Quando ho visitato il museo rossonero, mi sono permesso un suggerimento: lasciate qualche parete vuota in modo che possa essere riempita» (Demetrio Albertini). ISOLA «Siamo e restiamo un’isola felice ma sappiamo di avere delle responsabilità di cui farci carico come delle aspettative crescenti. Sono aumentate le critiche, la gente non si accontenta più, è un processo normale al quale bisogna rispondere senza perdere la nostra identità ma sentendo la necessità di fare dei passi avanti» (Meo Sacchetti, coach della Dinamo Sassari).