Luigi Garlando, SportWeek 14/2/2015, 14 febbraio 2015
DI GALLIANI, ROMPERTI E ALTRI GEOMETRI
«Geometra che non sei altro» L’ultima moda in fatto di insulti è il titolo di studio. Espediente estremamente raffinato perché attribuisce all’interlocutore presumibili limiti intellettuali, senza scadere nella volgarità. È l’evoluzione della specie, come le armi chimiche che non lasciano scenari insanguinati, ma colpiscono inesorabilmente. Ultima vittima dell’insulto chimico è l’a.d. del Milan, Adriano Galliani, nella recente guerra delle immagini televisive che lo ha visto in campo contro la Juventus. Cancellando con un colpo di spugna la laurea honoris causa in Strategie per Business dello Sport ricevuta un paio di anni fa, il comunicato bianconero inchiodava Galliani al suo titolo di studio reale: quello di geometra, appunto, che dovrebbe suonare come marchio d’imperfezione, palese incapacità di accedere ai massimi livelli del sapere e quindi della gloria.
Corollari discutibili, visto che erano geometri Carlo Rambaudi, il genio che ha vinto tre Oscar e inventato E.T., e Giò Pomodoro, uno dei più grandi scultori del Novecento. Ma lo sono anche Claudio Baglioni e lo juventino Flavio Briatore che un certo talento imprenditoriale lo ha dimostrato comunque e che ha raccontato: «Ho preso il diploma di geometra da privatista, dopo essere stato bocciato due volte, in seconda e in terza, nell’istituto pubblico. Non me ne fregava niente, avevo scelto quella scuola perché qualcuno mi aveva detto che era la più facile. Alla maturità ho presentato come tesina il progetto di una stalla, quando sono diventato un manager di successo, quindi antipatico a molti, hanno detto che all’entrata della stalla avevo disegnato anche i gradini. È una balla».
Marco Tardelli, altro geometra, da ragazzo «sognava di costruire grandi fattorie e grandi ville». Gianluca Vialli ha rimontato il titolo da geometra quando era già centravanti della Juve e lo ha strappato con 42/60 all’istituto Pietro Vacchelli di Cremona. Andrea Barzagli ci ha provato, ma ha mollato a metà strada.
Ma soprattutto era geometra il giocatore e dirigente più vittorioso nella storia della Juventus: Giampiero Boniperti. Geometra perché la sua famiglia possedeva terreni e lui si apparecchiava oculatamente un futuro. Era proverbiale la scaltrezza di Boniperti che chiedeva premi partita in vacche e ogni anno andava a sceglierle di persona nella fattoria degli Agnelli: quelle gravide. Nei giorni roventi del gol annullato a Turone, Boniperti spedì un righello al presidente della Roma, Dino Viola, che aveva ironizzato sulla «questione di centimetri». C’è sempre di mezzo un fuorigioco. Viola aveva risposto con un bigliettino: «Grazie, ma è più adatto a un geometra come te che a un ingegnere come me». Non s’inventa nulla. Gli insulti chimici esistevano già. Ma vanno maneggiati con cura. Possono esplodere in mano.