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 2015  febbraio 19 Giovedì calendario

PELLEGRINO, IL FALCO DELLE NEVI

L’uomo che fatica sugli sci è un astuto velocista. Un ventiquattrenne valdostano che dà il meglio di sé allo sprint. Con gli sci stretti ai piedi e due bastoncini nelle mani Federico Pellegrino è il volto della ricostruzione del fondo azzurro. Un movimento uscito a pezzi dai Giochi di Sochi che si è ridestato grazie alle imprese di Chicco, tre volte primo in stagione, a Davos, Val Monastero e Rybinsk. Sempre nell’adorata sprint a tecnica libera. «Questa è stata la stagione del cambiamento – racconta Pellegrino –. Dopo tre anni con Stefano Saracco sono passato sotto la guida di Giuseppe Chenetti, già responsabile della squadra maschile nel quadriennio d’oro che si concluse a Torino 2006. Rispetto al passato ho puntato molto di più sulla tecnica, potenziando il lavoro in palestra sugli arti inferiori».
Anche nel gruppo degli atleti l’atmosfera è tornata gradevole: «La riorganizzazione ha rimescolato le carte e portato un po’ di aria nuova. Sono arrivati due giovani interessanti, De Fabian e Rastelli, completi e promettenti in tutti i format. Poi ci sono l’alternista Noeckler e i pattinatori Clara e Hofer, senza dimenticare Giorgio Di Centa, che a 42 anni è stato ancora in prima linea a darci l’esempio. Sta a noi ripartire daccapo e dimenticare i cattivi risultati dei Mondiali della Val di Fiemme e delle Olimpiadi di Sochi. È inutile piangere sul passato, occorre voltare pagina e dare una scossa».

Stamattina cominciano a Falun, in Svezia, i Mondiali, con Chicco subito protagonista. Nella giornata d’esordio si assegna, infatti, il titolo nella sprint. «Arrivo all’appuntamento dell’anno consapevole di aver fatto un salto di qualità. Sono riuscito a trionfare tre volte in Coppa perché ho creduto in me stesso e nei miei mezzi. È scattata la molla della consapevolezza di essere un vincente».

Federico ha scelto per caso di specializzarsi nello sprint: «Ho avuto la fortuna di cogliere ottimi risultati sin dall’inizio sulle distanze brevi e perciò ho deciso di dedicarmi alle prove veloci. È difficile fare bene sia le sprint sia le gare lunghe, ma vorrei migliorare anche negli altri format per aumentare la mia resistenza e avere vantaggi anche nelle volate».

Pellegrino è uno specialista della tecnica libera, ma ai Mondiali si gareggerà in classico: «Nella gara individuale non parto battuto. In allenamento ho avuto buoni riscontri anche sciando nei binari, perciò penso che la qualificazione alla finale sia alla portata. Anche se mi esprimo molto meglio in tecnica libera».

Storicamente la squadra azzurra soffre quando bisogna far scorrere gli sci nei due binari, mentre si scatena nel passo di pattinaggio: «Non saprei spiegare il perché. Il nostro allenamento è equamente diviso tra alternato e skating e paradossalmente tutta la parte che facciamo in estate sugli skiroll si avvicina molto di più al classico. Eppure i nordici hanno una maggiore sensibilità tra i binari forse perché si allenano per più tempo sulla neve». Inoltre è anche questione di fisico: «Non riesco ancora a sviluppare la massima forza sfruttando gli arti superiori – spiega il fondista di Nus –, quindi nella scivolata spinta perdo terreno».

Il valdostano sarà in gara anche domenica nella staffetta a coppie, dove si gareggerà a tecnica libera. «L’obiettivo sarà migliorare i piazzamenti di due anni fa, quando fui dodicesimo nella gara individuale e quinto nella sprint a coppie con Hofer. I tecnici decideranno alla vigilia il mio compagno, ma quest’anno con Dietmar Noeckler abbiamo vinto il titolo italiano e siamo saliti sul podio in Coppa. Se all’ultimo cambio riusciremo ad essere attaccati ai più forti in volata potrà succedere di tutto».

Con i suoi successi Pellegrino ha risollevato il morale nell’ambiente del fondo, ma la strada è ancora lunga. «Siamo in piena ricostruzione, con tanti giovani che stanno entrando in squadra. Le donne avranno bisogno di più tempo, ma se il pubblico ci aspetta penso che risaliremo».

Durante l’anno Federico si allena sugli sci per circa 700 ore, in media 30 alla settimana nei periodi di carico e una decina durante lo scarico. «Meno male che anche la mia fidanzata, Greta Laurent, fa lo stesso mestiere, altrimenti sarebbe impossibile stare insieme durante i lunghi periodi all’estero. Ci supportiamo a vicenda e ci incoraggiamo nei momenti difficili». Uniti nella vita e sulla pista per portare in alto i colori italiani. «Rispetto per tutti, paura di nessuno », è il motto di Pellegrino, oggi più che mai l’uomo del fondo azzurro.