Notizie tratte da: E.S. Turner # Storia del corteggiamento # edizioni Ultra 2015 # pp. 270, 17,50 euro., 17 febbraio 2015
Notizie tratte da: E.S. Turner, Storia del corteggiamento, edizioni Ultra 2015, pp. 270, 17,50 euro
Notizie tratte da: E.S. Turner, Storia del corteggiamento, edizioni Ultra 2015, pp. 270, 17,50 euro.
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Comunisti Secondo le regole di corteggiamento stabilite dai comunisti di Burma un giovane comunista innamorato deve evitare trite esclamazioni borghesi come «Ti amo» oppure «Sei molto bella» Il modo regolamentare per iniziare un rapporto a scopo amoroso è: «Sono profondamente colpito dalle tue qualità come membro fedele ed energico del partito e desidero scendere in campo al tuo fianco per la lotta proletaria». Inoltre, il corteggiamento non può avere inizio senza preventiva comunicazione al comitato esecutivo.
Nomignoli Carlyle chiamava Jane «la mia piccola Strillettina»; Dickens parlava a Kate Hogarth come al suo «adorato porcellino» o alla sua «diletta cinciallegra» e le raccomandava di non essere «algebrica»; Bernard Shaw mandava alla signora Pat Campbell (la sua «deliziosa piccioncina») lettere che ripetevano dal principio alla fine: «Stella, stella, stella».
Arte di amare 1 Nell’Arte di amare Ovidio parla a lungo dell’igiene personale; una donna dall’alito non molto gradevole non deve mai conversare a stomaco vuoto o avvicinarsi troppo al suo amante; deve lavarsi spesso i denti, ma mai in presenza di lui, e imparare a sorridere senza mostrare i denti neri o irregolari. Nemmeno «peli superflui» né «odori sgradevoli» vengono trascurati: «Una gamba fronzuta non sedurrà il vostro ammiratore né, debbo avvertirvi, un cespuglio sotto il braccio…».
Arte di amare 2 Secondo Ovidio gli uomini non devono arricciarsi i capelli artificialmente, e stiano attenti anche che il barbiere non li tagli troppo corti. Un uomo può essere bello, ma senza usare artifici; non per questo, d’altra parte, deve trascurare le proprie unghie o permettere che dalle sue narici escano irsuti peli. Quando bacia l’amata deve stare attento a non graffiarle le guance con la barba e a non scomporle l’acconciatura.
Regali Il prete Andrea Capellanus (1150-1220), nell Liber de arte honeste amandi, elenca i regali che una signora può accettare da un corteggiatore senza mettere a repentaglio la sua reputazione: un fazzoletto, una catenina d’oro o d’argento, uno specchio, una borsa, un pettine, un quadro e un bacile.
Dito tagliato «Come ogni moda, l’amore cortese finì nell’esagerazione. Ulrich von Lichtenstein si tagliò un dito e lo mandò alla sua dama e, come se non bastasse, si travestì da mendicante e andò a mescolarsi con i lebbrosi al suo cancello».
Servi Nell’Inghilterra medievale, i servi potevano sposare chi volevano, ma con la necessaria approvazione del re o del feudatario, la cui ira poteva toglier loro terra e lavoro. Secondi antichi usi rurali, il matrimonio, e anche il fidanzamento, erano ritardati fino a che non ci fossero le prove che l’unione sarebbe stata allietata da figli. Il feudatario non si preoccupava che della fertilità dei suoi servi: aveva bisogno di braccia per lavorare le sue terre e doveva lottare contro la loro riluttanza a procreare.
Tribunali ecclesiastici I tribunali ecclesiastici, approvati da Guglielmo il Conquistatore, dimostrarono «una considerevole efficienza nello stanare e sistemare a dovere i fornicatori e gli incontinenti. I vescovi adoperavano i loro informatori per scoprire e segnalare gli scandali. Il peccatore finiva in piedi davanti all’altare, coperto soltanto da una camicia bianca, con una candela in mano, costretto a recitare un determinato numero di salmi e, se era sfortunato, veniva messo a pane ed acqua o mandato in pellegrinaggio a lontani santuari, dai quali doveva portare prove che testimoniassero della sua effettiva presenza in quei sacri luoghi. Le donne non se la cavavano tanto a buon mercato: una peccatrice di York ricevette dodici frustate davanti alla cattedrale, dodici davanti alla processione e altre dodici sulla piazza de mercato, più un’ammenda di venti sterline da versarsi alla fabbrica della chiesa».
Matrimoni combinati Nell’inghilterra medievale, la classe dei piccoli proprietari terrieri consolidava le posizioni e accresceva i patrimoni grazie a matrimoni combinati. «Il “corteggiamento” consisteva nello scoprire quanto possedesse la futura sposa (compreso denaro liquido, vasellame e biancheria) e quanto potesse aspettarsi di ereditare, per poi cercare di cavar fuori qualcosa di più dal suo tutore. Se un uomo non aveva né tempo né voglia per tali negoziati, li lasciava fare a terzi, ma in genere tutti preferivano contrattare di persona. Era un divertimento al quale partecipava l’intera famiglia; i padri vendevano figli e figlie (a volte per pagare i debiti), i fratelli commerciavano le sorelle e i figli costringevano a nuove nozze le madri vedove. Persino le sorelle spingevano le sorelle a proficue combinazioni. Gli incarichi di “tutore” erano in vendita, come azioni industriali. In linea di massima, le donne accettavano che si disponesse di loro, con rassegnazione e a volte con riconoscenza: rimanere senza sposo in quei tempi era un destino ben triste, e non tutte le zitelle se la sentivano di andare a chiudersi in un convento. Per male che andasse, un marito poteva anche essere meno severo e più maneggevole di un padre. Alcune fortunate potevano esercitare una limitata scelta, ma la maggior parte accettavano mariti che non avevano neanche sentito nominare. In questi casi, il corteggiamento iniziava dopo le nozze, secondo il sistema orientale. E molte di queste unioni pare siano state perfettamente felici».
Margery Nel 1476, da Topcroft, Margery Brews scrive al suo «adorato e diletto» John Paston, che stava contrattando la sua mano, informandolo che suo padre «non darà più denaro di centocinquanta sterline, che sono molto lontane dal compimento del vostro desiderio». Margery aggiunge poi preoccupata: «Se questo vi basta, insieme alla mia povera persona, sarò la fanciulla più felice del mondo».
Elizabeth Una Elizabeth Paston dovette lottare per anni contro i tentativi della famiglia per sistemarla. Uno dei pretendenti respinti era un ricco vedovo, afflitto da una malattia che lo deturpava. A un certo punto la madre perse la pazienza e rinchiuse in casa la figlia, battendola con regolarità una o due volte e riuscendo così a romperle la testa «in uno o due punti».
Matrimoni tra bambini 1 «Un sistema pratico per evitare amori giovanili e romantici era quello di unire in matrimonio figli e figlie ancora bambini, persino poppanti. La Chiesa stabiliva che le parti contraenti un matrimonio dovessero dare il loro consenso, ma i preti accettavano di rappresentare il loro ruolo nella triste farsa. Spesso i due fanciulli, dopo la cerimonia, venivano portati a casa e messi a giacere nello stesso letto, simbolicamente, mentre i due poveretti che non capivano perché li costringessero a giocare a babbo e mamma si comportavano l’un l’altro in modo tutt’altro che cordiale. Giacevano imbronciati e spaventati per tutta la notte, cercando di evitare contatti che l’istinto o le grasse risate degli adulti rivelavano loro pericolosi. Il giorno dopo, gli sposi tornavano a casa propria o, a volte, il ragazzo andava a vivere con la famiglia della bambina. Appena raggiunta l’età adulta, nonostante i piani dei genitori, il matrimonio poteva essere annullato, se non ci fossero stati baci o altri contatti intimi».
Matrimoni tra bambini 2 Lo storico F. J. Furnival ricavò dai registri della diocesi di Chester alcuni dati sui matrimoni infantili celebrati tra il 1561 e il 1566. All’età di tre anni, John Rigmarden venne sposato ad una bambina di cinque. Il sacerdote che lo teneva in braccio dovette persuaderlo con mille moine a smettere il broncio e a parlare. Prima del termine della cerimonia, il piccolo John dichiarò che ne aveva abbastanza di studiare, ma il prete gli promise: «Ancora un poco, poi potrai tornare a giocare».
Bambini promessi ad adulti 1 «Questo tipo di matrimonio aveva una variante: il caso in cui un bambino veniva promesso a un adulto. Ne troviamo un esempio nelle lettere degli Stonor; Thomas Betson, un commerciante di legname, era fidanzato con Catherine, figlia di Elizabeth, e di Sir William Stonor. Nel 1478 le scrisse da Calais, accludendo un anello di fidanzamento: “E se mangerai bene il tuo cibo sempre, in modo che tu possa crescere e farti grande e diventare una donna, mi farai l’uomo più contento del mondo… Ti prego, saluta bene il mio cavallo e digli che ti dia quattro o cinque anni della sua vita per servirti, digli che l’ho detto io. E Gesù onnipotente possa fare di te una brava donna e farti vivere a lungo in virtù e buona salute, secondo il suo piacere. Il vostro fedele cugino e innamorato, Thomas Betson”».
Bambini promessi ad adulti 2 Thomas e Catherine si sposarono nel 1487. Ebbero cinque figli, poi lui morì, quando la moglie aveva ventidue anni.
Botta sul didietro William Roper, genero e biografo di Thomas More, un mattino si recò di buon’ora da More, deciso a sposare una delle due figlie di costui. Tutte e due dormivano nella camera del padre, nello stesso letto. Sir Thomas accompagnò il visitatore nella stanza, prese le coperte per un angolo e le tirò giù: le ragazze erano distese sul dorso e «le loro camiciole erano sollevate fino alle ascelle». Si svegliarono e si voltarono prone. William Roper disse: «Ho visto i due lati!» diede una botta sul didietro di una delle due e aggiunse: «Tu sei mia!».
Perle dal naso Nel Galateo, Giovanni della Casa suggerisce a chi vuole aver successo in società di evitare il linguaggio da stalla, di portarsi lo stuzzicadenti appresso, di grattarsi e di guardare nel fazzoletto dopo esservisi soffiato il naso come aspettandosi di trovare «perle o rubini» discesi dal cervello.
Questionario Un tempo i re, per scoprire i requisiti fisici e mentali di una probabile sposa, inviavano gente fidata con un modulo da riempire. Ad esempio Enrico VII, nel 1505, mandò tre emissari per l’ispezione preventiva della vedova regina di Napoli. Tra le richieste che il re aveva annotato nel questionario: «In special modo annotare l’età e la statura della detta regina e la forma del suo corpo»; «segnare la forma del naso e l’altezza e la larghezza della fronte»; «notare le sue dita, se sono lunghe o corte, piccole o grandi, larghe o strette»; interessarsi della sua dieta e sapere se è una grande bevitrice e mangiatrice...». Alla fine della lista c’erano le domande più importanti: quali erano le proprietà della regina, piccole o grandi? Quanto avrebbe ereditato
alla morte della madre? «Tutte le informazioni, ottenute con tanta scrupolosa diligenza, vennero messe in archivio, perché nel frattempo si era presentata l’occasione di più vantaggiose alleanze: l’ambasciatore spagnolo De Puebla si era fatto campione della causa della regina di Castiglia, dimenticando l’insignificante particolare della sua pazzia: “Non c’è re al mondo che sarebbe sposo migliore per la regina di Castiglia del re d’Inghilterra, che essa sia pazza o savia... gli inglesi paiono non preoccuparsi molto della sua follia, dato che egli ha assicurato loro che la pazzia non le impedirà di avere figli”. Poi si venne a sapere che la regina aveva preso l’abitudine di portarsi appresso il cadavere imbalsamato del defunto consorte, e si dovette ammettere che questo era forse un po’ troppo, anche per gli indulgenti inglesi».
Giumenta delle Fiandre «La corte di Enrico VIII ad Anna di Cléves è un chiaro esempio di quello che poteva capitare a un regale innamorato. Coloro che ne avevano esaminato i ritratti avevano dichiarato che era ben fornita; Thomas Cromwell incaricò Holbein di dipingerla, ma si ha ragione di credere che Holbein fosse molto indulgente. Quando Enrico si trovò davanti alla grossolana realtà («la sua giumenta delle Fiandre»), si rese conto che era troppo tardi per fare marcia indietro e lamentò amaramente il triste destino dei principi «molto peggiore di quello dei poveri, che potevano andare a fare la loro scelta».
Regina Elisabetta «Se un re poteva mandare i suoi emissari a esaminare un’eventuale sposa, una regina poteva fare altrettanto. La regina Elisabetta, quarantenne, permise alla sua fantasia di posarsi sul diciottenne duca di Alencon, desideroso di ottenere la sua mano. La regina aveva il suo ritratto e sapeva che era giovane e che era sfigurato dal vaiolo. Pur “non essendo pazza per il ragazzo” era tuttavia interessata, tanto da inviare Thomas Randolph a vedere se era troppo brutto per essere preso in considerazione. Venne informata che il vaiolo non lo aveva certo imbellito, ma Elisabetta, mostruoso o no, decise che poteva essere piacevole averlo intorno. Jehan de Simier, emissario del duca, arrivò in Inghilterra a patrocinare la causa del suo padrone e, nello stile tradizionale degli intermediari, fece all’amore con la regina per proprio conto. Alencon arrivò in segreto e Elisabetta lo vezzeggiò e lo chiamò il «suo ranocchio»; lui era un tipo lacrimoso e drammatico e si accontentava di objets d’amour quali la cuffia da notte, rubata per lui da Simier in una scorreria nella regale stanza, o della giarrettiera, che era scivolata dalla gamba di lei».
Candele Nei Sette peccati capitali di Londra lo scrittore Thomas Dekker (1572-1632) se la prende con le candele, complici dei furtivi amori, tra garzoni e servette, disegnando un quadro pittoresco del guardiano che al lume di candela scopre i caroselli amorosi del servidorame e batte sulla porta «come un pazzo», facendo impallidire le ragazze e coprire i loro amanti di sudore gelido al pensiero che il loro padrone sia uscito dal letto per sorprenderli. Le coppie innamorate si rifugiavano negli androni anche ai tempi di Dekker, stando a quanto segue: «Quante labbra si sono consumate nei baci, alle porte di strada nelle notti buie, quanti strani connubi e quanti matrimoni sbagliati tra apprendisti e figlie di padroni, mentre tu, o lume di candela, stavi a vigilare a capo delle scale, perché nessuno potesse scendere senza esser visto!»
Capezzoli Thomas Nashe, autore alla fine del Cinquecento di The Anatomy of Absurdity protesta per come le donne «tirano su i loro seni» e perché «i loro capezzoli sporgono mostrandosi senza pudore, come un frutto che si offre». La donna è quanto di peggio sia dato all’uomo, dice Nashe, e cita con soddisfazione dal Libro d’oro di Teofrasto: «... dobbiamo prenderla com’è, anche se sciocca, se petulante, se deforme, se orgogliosa, se ha l’alito maleolente, e qualsiasi difetto essa abbia, non lo conosciamo, fino a che non l’abbiamo sposata. Una casa, un asino, una mucca, qualsiasi altra mercanzia, si provano prima e poi si comperano: solo la moglie non si può mai vederla prima, nel caso dispiaccia».
Progredite vergini Alexander Niccholes, autore nel 1615 di A Discourse on Marriage, dice che «le progredite vergini dei nostri giorni credono che la verginità sia qualcosa di cui ci si deve sbarazzare al più presto, a quattordici anni, se non addirittura a tredici».
Vezzeggiativi Robert Burton, autore della Anatomy of Melancholy (1621), critica gli amanti che hanno la smania di scrivere i loro nomi sulla corteccia degli alberi e adoperano assurdi vezzeggiativi quali «uccellino, topo, agnello, micio, piccione, porcellino, caprettino, dolcezza, colomba e gallinella».
Anelli Nella società elisabettiana, l’anello della promessa, di solito, era formato da due cerchietti, uno per la fanciulla e l’altro per il fidanzato; dopo le nozze venivano riuniti nell’anello nuziale della sposa. Alcuni si dividevano in tre o quattro parti, che venivano portate dai testimoni; molti erano elaboratamente intagliati e tenuti insieme da un fermaglio dalla forma di due mani unite.
Promemoria Un promemoria distribuito ai sacerdoti durante il regno di Elisabetta raccomandava di «esortare le giovani coppie ad astenersi dai contatti impuri e a non sposarsi senza il consenso di quelli che tra i loro parenti o amici hanno autorità su di loro».
Calvinisti Nella Scozia calvinista gli atti impuri venivano puniti con tre mesi di prigione e, al momento del rilascio, era obbligatorio promettere di comportarsi bene per un anno. L’adulterio era punito con la morte.
Scapoli Nella Nuova Inghilterra «i padri puritani erano persuasi che la sistemazione matrimoniale dei figli fosse un compito affidato loro dall’Onnipotente e sostenevano che prima un uomo si sposava, meglio era, motivo per cui perseguitavano gli scapoli. Nel Connecticut, lo scapolo che aveva una casa si trovava ad affrontare una serie di difficoltà, poiché si presumeva l’avrebbe adibita a bordello. A meno che lo scapolo non avesse ottenuto l’autorizzazione a viver solo, doveva pagare un tributo di una sterlina la settimana, e non gli era facile comunque
trovare una famiglia disposta ad ospitarlo. In una legge del 1636 si legge: “Si ordina che nessun capo famiglia possa dare asilo od ospitalità a un giovane uomo perché soggiorni nella sua casa, se non ha il consenso degli abitanti della detta città”. A New Haven, nel 1642, la legge decretava che nessun giovane uomo potesse vivere da solo, ma doveva affidarsi a determinate famiglie il cui capo vigilasse sopra di lui. Una legge del Massachusetts cercava di impedire agli scapoli di viaggiare, perché, secondo i legislatori, partivano con la scusa di andare a sentire dei sermoni e lo scopo reale di gozzovigliare nelle taverne».
Legge Da una legge del Massachusetts del 1647: «Accade in diversi luoghi che giovani sregolati e disordinati cerchino di raggiungere i loro malvagi scopi e di guadagnarsi l’affetto di giovani fanciulle andando a trovarle in luoghi e momenti sconosciuti ai loro genitori, per cui molto male ne è venuto per il disonore di Dio e la condotta di tutti». Per impedire attività del genere la legge decretava una multa di cinque sterline per la prima volta, dieci per la seconda e la prigione per la terza.
Peccaminose indulgenze Nei registri del tribunale di New Haven, insieme a quelli che si meritavano le frustate per diserzione o per aver dormito mentre erano di sentinella, sono elencati quelli che se le erano meritate per «peccaminose indulgenze» e «follie», e cioè per atti impuri, peccato che, come il tribunale disse a un Peter Mallery, «vi preclude il Regno dei Cieli senza remissione. È quello che lo Spirito Santo bolla con l’accusa di intemperanza, quello col quale gli uomini dimostrano di essere dei bruti, e poiché la frusta è necessaria per un cavallo o un mulo, così le verghe sono necessarie per la schiena del peccatore».
Marchiato Nel 1639 ad Hartford, nel Connecticut, Aaron Starke, per aver sedotto Mary Holt, fu condannato alla berlina, frustato, marchiato su una guancia, multato di dieci scellini e obbligato a sposarla (il codice del Connecticut, tra i castighi per atti impuri, comprendeva il matrimonio obbligatorio).
Ventaglio Nel 1600 dalla Francia e dall’Italia arrivò in Inghilterra la moda delle maschere e del ventaglio, che «soprattutto serviva a civettare. Col ventaglio si parlava in codice: toccare la guancia sinistra significava “Andatevene”, toccare le labbra “Baciatemi”e così via. Una dama provvista di un ventaglio poteva esprimersi chiaramente senza dover mandare a memoria un linguaggio da sordomuti e, quando non c’erano ammiratori in vista, poteva sempre adoperarlo per farsi vento.
Maschere «Le maschere hanno fatto più cornuti di quanti non ne abbiano fatti i bei visi» (un personaggio di Love in a Wood, di William Wycherleys.
Nei Robert Codrington, autore di Youth’s Behaviour or Decency in Conversation Amongst Womeri (1664), protesta contro il «vano uso, ora tanto di moda, di sfigurare i volti con nei, nella convinzione di abbellirli». (I puritani avevano presentato una legge che proibiva l’uso dei nei, ma non erano riusciti a farla approvare).
Stecche di balena Codrington, come molti altri, deplora l’alito cattivo delle donne dell’epoca, ritenendo che sia «il risultato dello stringersi in quelle prigioni di stecche di balena».
Bestiame Nel diciottesimo secolo, in Inghilterra, l’alta società continuava a combinare nozze commerciali. Un giovanotto che si lamentasse perché la ricca fanciulla destinata a diventare sua moglie non era di suo gusto, poteva sentirsi rispondere con le stesse parole con cui Sir Anthony Absolute, in The Rivals, rispose a suo figlio: «Questa è la vita! Chi vuole una tenuta, se la deve prendere insieme al bestiame che c’è dentro!»
Confessioni In The Duenna di Sheridan, don Jerome confessa al figlio: «Vi assicuro che nutrivo grande tenerezza per i ducati di vostra madre, ma niente di più, ragazzo mio! L’ho sposata per la sua fortuna e lei mi ha accettato in obbedienza a suo padre. Eravamo una coppia molto felice: nessuno dei due si aspettava l’amore, e così non fummo mai delusi. Se litigavamo
un pochino ogni tanto, smettevamo subito, perché non ce ne importava mai abbastanza per litigare davvero. E quando la brava donna morì, ebbene, per quanto mi riguardava, avrebbe anche potuto continuare a vivere»
Serenata Nel diciottesimo secolo «persino la serenata, ben poco adatta al temperamento inglese, tornò di moda. A Nottingham, secondo Richard Steele, fondatore della rivista “Tatler”, «era diventata una vera mania, tanto che molti protestarono per il fracasso sollevato per le strade, da mezzanotte alle quattro del mattino, da turbolenti innamorati che strimpellavano su viole e violini. In alcune città, i più facoltosi andavano a fare la corte musicale accompagnati dalla banda municipale e dai valletti. Un amico di Steele, direttore dell’orchestra di Drury Lane, gli raccontò di aver ricevuto un’offerta di cinquecento sterline per suonare, durante tutto un inverno, sotto le finestre di una dama “più crudele del normale”. Steele, sul suo Tatler, si chiede perché gli inglesi dovessero mettersi a emulare i castrati italiani e come potessero esser convinti di conquistare il cuore delle loro amate con lo stesso sistema con cui si addomesticano aquile e falchi, tenendole sveglie o svegliandole nel bel mezzo della notte. Tanto più che, a differenza degli italiani, gli inglesi avevano ben poca disposizione per la musica e, di solito, diventavano canori solo quando erano ubriachi, momento in cui si sentivano nello stato d’animo adatto a fare la serenata».
Consigli Adam Petrie, le cui Rules of Good Deportment and of Good Breeding furono pubblicate a Edimburgo nel 1720, raccomanda ai suoi lettori di non sputare nel fuoco e di «non lasciare andare aria nemmeno in presenza di inferiori». Altro consiglio: «È educazione non stare troppo a lungo in una stanza con delle signore, e si deve lasciarle sole al ritorno da un viaggio o prima di partire; non è conveniente permettere che viaggino troppo a lungo, senza dar loro la possibilità di isolarsi. Se non ci fossero case nelle vicinanze, dovrete fare in modo che si trovino in un luogo a conveniente distanza dalla compagnia... e non è opportuno mostrare di conoscere la ragione della sosta, perché questo le farebbe arrossire. Si debbono usare espressioni come: “Facciamo respirare un po’ i cavalli”».
Senza pace Secondo Petrie, le donne che vogliono giocare o gareggiare a cavallo con gli uomini, finiranno per soffrire «di pallore al viso, gonfiore agli occhi, disturbi di stomaco e un tumore nel ventre», per finire in seguito abbandonate da tutti e «senza pace».
Annunci Annuncio su un giornale inglese del Diciottesimo secolo: «Un gradevole gentiluomo tra i quaranta e i cinquanta, desideroso di sposarsi con simpatica gentildonna, tra le ottocento e le mille sterline, le intesterebbe una tenuta (circa duecento annue). La gentildonna che trovi questo di suo gusto è pregata di mandare una lettera, tra questo martedì e il prossimo, diretta a R. F. Caffè Apollo».
Petto paffuto Un altro inserzionista chiedeva una donna con labbra morbide, occhi espressivi, alito profumato, «petto pieno, paffuto, fermo e bianco», conversazione vivace, buon carattere «e pronta a provar piacere, quando desidera darne».
Indovino Sir Francis Delaval combinò un colpo memorabile negli annali del corteggiamento. Deciso ad ottenere la mano e la dote (novantamila sterline in azioni e centocinquantamila in terreni) di Lady Isabella Paulet, convinse un amico a fingersi indovino e a dire alla fanciulla che avrebbe sposato un bellissimo giovane sconosciuto, che avrebbe incontrato nel Mall, vestito di azzurro. Due giorni dopo, Sir Francis, vestito d’azzurro, passeggiava lungo la strada fatidica: poco tempo dopo riuscì a sposarla. Sir Francis parlava della sua luna di miele come della sua “luna del raccolto”».
Camere senza chiavistello «In Italia, come ebbe agio di scoprire l’infuriato Casanova, le camere degli alberghi erano senza chiavistello, in modo che gli uomini della Santa Inquisizione potessero venire ad accertarsi che gli uomini dormissero con le loro legittime mogli. In Spagna si chiudevano addirittura dall’esterno. I palchi dei teatri di Madrid erano aperti, in modo che gli inquisitori potessero sorvegliare dall’alto delle loro postazioni che non venissero commesse sconcezze».
Pipa «Sul continente, la fama degli inglesi come amanti era piuttosto scarsa: erano considerati rigidi, maldestri e goffi. Si racconta che Isaac Newton, in un momento di distrazione, tentasse di ripulire la pipa con un dito della sua amata, mentre stavano mano nella mano».
Bundling 1 La moda del bundling nella Nuova Inghilterra: il giovane chiedeva alla famiglia della ragazza l’autorizzazione a rimanere con lei durante una notte, allo scopo di farle la corte. «Alla solita ora, la coppia anziana si ritira, lasciando che i giovani sistemino le loro faccende come possono. Dopo essere rimasti alzati fino a che giudicano opportuno, vanno anche loro a letto insieme, ma senza togliersi la biancheria di dosso, in modo da evitare scandalo. Se la coppia si accorda, tutto va bene: fanno le pubblicazioni e si sposano. In caso contrario, si separano e, di solito, non si incontrano mai più, a meno che la fanciulla sia incinta, incidente molto raro. Allora l’uomo è obbligato a sposarla sotto minaccia di scomunica.» (il reverendo Andrew Burnaby, vicario di Greenwich, che visitò le colonie tra il 1759 e il 1760).
Bundling 2 «Pare che i trucchi, allo scopo di ridurre le tentazioni, fossero molti. Ad esempio, si usava applicare a metà del letto un’asse, assicurata con viti, che limitava i contatti alle strette di mano e ai baci. Alcune madri prudenti legavano le caviglie delle fanciulle o infilavano la parte inferiore del loro corpo in uno strettissimo indumento o facevano loro indossare un numero incredibile di sottovesti. All’iniziativa privata della
ragazza erano affidate le precauzioni supplementari, come quella di cucire gli abiti in zone pericolose o andare a letto coperta di un’armatura di spilli. In casi di vera emergenza, bastava uno strillo per far accorrere i rinforzi [...] Alcune volte i due innamorati venivano accompagnati a letto e le lenzuola rimboccate dagli stessi genitori. Il grado di severità era inversamente
proporzionale all’ansia di collocare la figlia. Il segnale tradizionale era la candela alla finestra che significava la presenza nella casa di una ragazza disposta a lasciarsi corteggiare dal pretendente (o da un qualsiasi pretendente). La candela veniva sistemata dalla ragazza o dal padre. C’erano certamente degli scostumati che ne abusavano, ma in molti casi, la tenera intimità del bundling aiutava le timide coppie virtuose a conoscersi meglio e a limitare un eccessivo pudore».
Imbecillità «L’imbecillità della femmina è un grande accrescimento dei suoi fascini personali» (Jane Austen).
Botanica «Una delle idee pericolose che la Rivoluzione francese aveva messo in circolazione affermava l’opportunità che le fanciulle si dedicassero allo studio della botanica, idea aspramente osteggiata dalle madri, in quanto indecente».
Moda nuda Lo scrittore William Hazlitt, «schiumante di raccapriccio, descrive le belle della Reggenza abbigliate secondo la “moda nuda”, che si pavoneggiano per le strade. Le loro vesti di mussola, strette alla vita, “rivelano ogni rotondità e ogni recondito avvallamento, offrendo agli occhi le più segrete bellezze, il gioco dei muscoli, il movimento delle cosce... viventi immagini di lascivia, contro cui la lubrica immaginazione di qualsiasi lacchè o cocchiere può impunemente strofinarsi...”».
Moglie ideale Il politico e giornalista William Cobbett negli Advice to Young Men elenca le qualità della moglie ideale, in ordine di importanza: castità, sobrietà, laboriosità, frugalità, pulizia, esperienza nelle faccende domestiche, buon carattere, bellezza. Una donna vorace non va, una bevitrice va ancora peggio. Se «sorseggia il liquore con entusiasmo» ed esclama: «Buono, buono!» schioccando la lingua, è adatta soltanto per un bordello. Se le sue mascelle si muovono troppo lentamente, se spreme il cibo, più che masticarlo, allora è incorreggibilmente pigra. «Cercate di osservarla davanti a un cosciotto d’agnello o a un pezzo di pane e formaggio: se lo fa sparire rapidamente, senza tuttavia aver l’aria avida e ingorda, sarà una moglie laboriosa.» Da guardarsi con sospetto è anche la pigrizia della lingua: «Se sospira fuori le parole invece di pronunciarle, se lascia cadere i suoni come se avesse male allo stomaco», attenti! Cobbett raccomanda di evitare la ragazza che adorna il proprio corpo con «pezzetti di rame o di ottone» e altre mercanzie del genere, e di tenersi alla larga della ragazza che «quando la prendete per mano, tiene le dita rigide come stecchi». Da tali mostri «Dio mi tenga lontano!».
Porcheria «Una ragazza inglese, si può esserne certi, avrà il viso pulito, se ha acqua e sapone a portata di mano, ma se avete dei dubbi, date un’occhiata al suo collo e dietro alle sue orecchie e se vi trovate quello che la gente dello Yorkshire chiama porcheria, prima smettete le vostre assiduità, meglio è» (William Cobbett).
Napoleone «Napoleone era [...] tutt’altro che un tepido amante; era anzi gravemente infettato dall’idea romantica. All’età di quarant’anni decise di sposare Maria Luisa e si comportò subito come se ne avesse la metà. Vestiva all’ultimissima moda, prendeva lezioni di danza, cavalcava e andava a caccia per far calare la pancetta e contemplava il ritratto di lei molte volte al giorno. Quando la dama si mise in viaggio dall’Austria, si preoccupò di dirle il suo amore con i fiori ogni giorno, impresa tutt’altro che facile in tempi in cui i fiori non potevano essere ordinati per telegrafo. Scrivere lettere d’amore lo metteva in un tale stato di agitazione che non riusciva a rileggere quello che aveva scritto, cosicché dovette dettarle al suo segretario».
Garibaldi «Garibaldi è probabilmente il solo uomo che si sia scelta una moglie col cannocchiale, su una spiaggia sconosciuta. Un giorno, in Brasile, sul ponte della sua nave, decise di prender moglie per liberarsi della malinconia. Puntando il cannocchiale sulle case a riva, vide una giovane ragazza e ordinò ai marinai di portarlo subito a terra. Ebbe qualche difficoltà nel rintracciare la casa e, fermandosi per chiedere la strada, entrò e fu invitato a prendere il caffè. All’interno c’era la giovane donna, Anita. “Restammo ambedue in un estatico silenzio, guardandoci”, poi lui le disse che doveva appartenergli. “Dovevo avere un certo potere, nella mia insolenza”».
Stendhal «Nell’Oberland Bernese l’audacia dei costumi raggiunge vette inesplorate: Stendhal ha visto personalmente come le ragazze passino le sere del sabato con i loro innamorati. Pare sia in uso una forma di bundling. Stendhal racconta del colonnello Weiss che chiese ad un contadino di quei paesi, indignato dei furti nel suo orto: “Perché non prendete un cane?” Il contadino risponde: “Se prendo un cane, le mie figlie non si sposeranno mai!”... perché avrebbe impedito agli innamorati di arrampicarsi nelle stanze delle ragazze attraverso le finestre».
Valzer «Con le mani promiscuamente allacciate attorno alla snella vita o lungo il morbido fianco, dov’era il rapimento nello stringere la forma calda di questo lascivo abbraccio e turpe contatto?» (Byron nel 1813 a proposito del valzer).
Frenologia 1 Nel 1800 «la frenologia venne coscienziosamente applicata dai suoi apostoli a quelli che stavano per sposarsi. Previa la semplice consultazione di una tabella, la prudente ragazza poteva assicurarsi dell’idoneità al connubio, potenziale affettivo, senso paterno, autoconsiderazione e idealismo del futuro marito. Se i contorni del suo cranio assomigliavano troppo a quelli di Tiberio o di Papa Alessandro VI era suo dovere, verso se stessa e la società, di rompere il fidanzamento. E se invece il cranio di lui ricordava quello di Melanto o di qualche rispettabile oratore romano, non doveva preoccuparsi né della propria felicità né della futura prole.
Frenologia 2 I dettami dell’antropologo e psicanalista Georges Devereux, nel Millenovecento, sulla frenologia: «Se la distanza dall’angolo dell’occhio alla metà del lato della narice è più corta di quella che va dalla narice all’angolo della bocca, l’individuo è stupido». «Se la fronte, misurata con uno strumento flessibile, è più bassa del naso, misurato dalla radice alla punta, con lo stesso strumento, l’individuo è di natura vuota e sciocca». «Più grande è l’angolo che il profilo dell’occhio forma con la bocca, vista di profilo, più debole è il comprendonio».
Pruderie vittoriana Tra gli eccessi della pruderie vittoriana: si drappeggiavano con stoffe le gambe dei tavoli, in nome della decenza; espressioni equivoche quali “occhio nudo” erano bandite dalla conversazione; si usava l’eufemismo “innominabili” per dire pantaloni; le vecchie zitelle si rifiutavano di dormire in stanze in cui stavano appesi ritratti maschili e, negli scaffali delle biblioteche, i libri scritti da donne erano tenuti pudicamente separati da quelli scritti da uomini.
Francobollo «L’avvento del francobollo da un penny (1840) e le ferrovie furono di grande conforto agli innamorati lontani; gli amorosi sospiri avevano viaggiato alla velocità di otto miglia all’ora, ma nel 1860 andavano da Londra a Edimburgo a una velocità sei o sette volte superiore, e se non erano pesanti (per esattezza, se non pesavano più di quindici grammi) costavano al mittente soltanto un penny. Per una cifra superiore, potevano essere trasmessi quasi istantaneamente per telegrafo (dopo il 1886 la spesa non superava il mezzo scellino).
San Valantino L’Hone Everyday Book, pubblicato nel 1820, racconta che nel giorno di san Valentino più di duecentomila lettere passavano negli uffici postali di Londra. Charles Lamb, negli Essays of Elia, scriveva: «Lo stanco e affannato postino barcolla sotto un carico di emozioni non sue. Pare incredibile che una moda tanto effimera e assurda arrivi a simili eccessi in questa città, con l’unico risultato di rimpinguare le tasche dei fattorini e di rovinare i campanelli».
Valentines «Le Valentines si dividevano in tre categorie: sentimentale, scherzosa e maligna. I fabbricanti si sbizzarrirono in ogni sorta di fantasie e inventarono Valentines amorose sempre più eleganti e bizzarre, ornate di nastri, fiori, pizzi di carta, stagnola, penne, pelliccia e pezzetti di specchio, e persino profumate. C’era quella minuscola all’apparenza che si apriva fino a diventare una multicolore lanterna cinese o un caleidoscopio. Altre recavano il loro amoroso messaggio racchiuso tra i petali di una rosa nell’ultima e più piccola di una serie di buste. Una fanciulla fortunata che ne ricevesse una mezza dozzina, aveva da divertirsi per mezza giornata. C’erano anche Valentines scherzose o maligne, fatte allo scopo di beffare o ferire, che venivano inviate alle zitelle, ai ciccioni, agli strabici o agli zoppi e auguravano cordialmente disgrazie, morte e dannazione».
Impastare Le rime delle Valentines erano suddivise secondo le varie categorie alle quali erano destinate: lavandai, sarti, pollivendoli eccetera. Ecco ad esempio due versi dedicati alla corporazione dei fornai: «Oh, la tua dolce carne è soffice come pasta, ed io ti impasterò ben presto, lo so».
Pubblicità 1 «Un intraprendente dentista aveva fatto stampare una circolare (citata il 14 giugno 1890 nei Comic Cuts di Alfred Harmsworth) e l’aveva spedita alle coppie che stavano
per sposarsi: “Essendo al corrente della buona notizia del vostro
prossimo matrimonio, mi pregio di offrirvi i miei servigi, allo scopo di mettere i vostri denti in ordine perfetto, secondo il listino prezzi qui accluso. Questa operazione, se è utile in ogni normale momento della vita, diviene indispensabile nelle attuali circostanze: le prime impressioni della vita coniugale sono incancellabili, e le loro conseguenze sono della massima gravità. Non posso quindi esimermi dal consigliarvi decisamente di farvi pulire i denti da un abile e coscienzioso professionista”».
Pubblicità 2 Pubblicità degli anni Venti del Novecento: «Il vostro rossetto è davvero all’altezza dei vostri baci?» «Non permettete che egli veda la vostra peluria». «Fate che la mano che egli ama stringere resti bella».
Pubblicità 3 Pubblicità di una società produttrice dello “sviluppatore del seno”: «Il sogno della perfetta femminilità diventerà per voi una realtà, tutta la bellezza e la grazia che vi spettano di diritto, tutte le delicate abili seduzioni che fanno di voi il Capolavoro di Dio, l’idolo dell’uomo, saranno vostre! Anche voi potrete diventare bellissime, perfette».
Dentiera Risposta di Dorothy Dix (1861-1951), i cui consigli matrimoniali comparvero sui giornali di tutto il mondo, a una ragazza che le chiedeva se doveva confessare di avere la dentiera: «No, sposatelo e tenete la bocca chiusa».
Automobili 1 Fino alla prima guerra mondiale, il novanta per cento delle automobili era senza tetto.
Automobili 2 Attorno alle automobili si svolsero diverse inchieste a carattere sociale. Ad esempio, un sondaggio indetto allo scopo di scoprire in quali situazioni gli uomini preferivano fare la loro domanda di matrimonio svelò che la percentuale più alta, il venticinque per cento, si dichiarava «in viaggio», e il ventitré per cento «a casa di lei».
Cinema «Man mano che l’industria cinematografica prosperava, i sedili diventavanopiù morbidi, accoglienti e molleggiati e prendevano nomi suggestivi quale “divano dei sogni dorati”. Qualche cinematografo installava sedili doppi, piuttosto scomodi quando i due occupanti erano estranei. Altri offrivano palchetti “ad alcova”, simili alle cabine di paglia delle spiagge, in fila uno dietro l’altro lungo il loggione, in modo che nessuno potesse vedere quello che vi accadeva dentro. Costavano cari e ci si vedeva malissimo, ma su questo argomento non vi furono
mai reclami».
Agenzie matrimoniali Nel 1953 in Gran Bretagna c’erano cinquanta agenzie matrimoniali.