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 2015  febbraio 15 Domenica calendario

I NUOVI CARDINALI DEL PAPA DALLE PERIFERIE DEL MONDO

Ha detto ai nuovi cardinali, tra i quali gli italiani Edoardo Menichelli, Francesco Montenegro e Luigi De Magistris, che la porpora non è un titolo onorifico. Ha ricordato loro che gli ecclesiastici non sono immuni da invidia e orgoglio. E parafrasando l’inno alla carità di san Paolo, li ha invitati a non covare ira, a non arrabbiarsi, a non cercare il proprio interesse, a non essere centrati su se stessi, ad avere un forte senso di giustizia, a servire con gioia la verità e ad essere capaci di perdonare sempre, a essere «esempio di carità».
Le nomine
Così il Papa si è rivolto ai nuovi porporati del suo secondo concistoro: 20, 15 elettori in caso di conclave perché sotto gli 80 anni e 5 ultraottantenni (erano presenti solo in 4, perché José Pimiento Rodríguez, 96 anni, non se l’è sentita di affrontare il viaggio e riceverà la berretta in Colombia).
La seconda «infornata» cardinalizia di Bergoglio conferma il suo sguardo sulla Chiesa: continua a centellinare le porpore curiali (scendono dal 35% di due anni fa al 27% di oggi), frena su quelle europee, anche se l’Europa conta ancora quasi la metà degli elettori del Papa. E fa entrare nel collegio pastori in prima linea nelle periferie del mondo. Come il vescovo di Tonga, che per arrivare a Roma ha fatto 27 ore di volo e 4 scali. Come l’arcivescovo di Agrigento nella cui diocesi si trova Lampedusa, approdo per tanti disperati. Come l’arcivescovo di Yangon in Myanmar, dove la minoranza di cattolici accoglie e protegge nelle parrocchie un’altra minoranza, quella degli immigrati musulmani, nel mirino della maggioranza buddista. O come l’arcivescovo di Morelia, nel violento stato messicano di Michoacan, dove nel 2014 più di mille persone sono morte a causa della criminalità organizzata.
I numeri
Non esistono più le diocesi cardinalizie «per tradizione». Francesco mostra di voler marcare sempre più l’universalità della Chiesa. L’Europa conta 57 porporati votanti, le Americhe 36 (18 America del Nord; 6 America Centrale; 12 America del Sud), l’Africa 15; l’Asia 14 e l’Oceania 3. I cardinali elettori provengono da 56 diversi paesi. E ci sono solo due nazioni con un numero di elettori a due cifre: l’Italia (26) e gli Usa (10).
Particolare l’attenzione all’Asia, continente nel quale, secondo molti osservatori, si giocherà il futuro della Chiesa e che Bergoglio ha visitato già tre volte (prima in Terra Santa, poi in Corea e un mese fa in Sri Lanka e Filippine). Con le nomine di ieri, nel collegio dei 125 cardinali elettori, gli asiatici salgono a 14, e diventano l’11%, rispecchiando esattamente la percentuale rappresentata dai 134 milioni di cattolici asiatici, pari all’11% dei cattolici del mondo. Scelte destinate a pesare in futuro, quelle di Francesco, sulla scia di quanto accaduto il 13 marzo di due anni fa, quando i cardinali scelsero un vescovo di Roma prendendolo «dalla fine del mondo».
Twitter: @Tornielli
Andrea Tornielli, La Stampa 15/2/2015