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 2015  febbraio 15 Domenica calendario

GRECIA, TRATTATIVA FINALE VAROUFAKIS: “L’INTESA CI SARÀ ANCHE ALL’ULTIMO MINUTO”

MILANO.
«Il negoziato all’Eurogruppo di domani sarà durissimo». Alexis Tsipras, malgrado i progressi delle ultime ore, non si sbilancia, mentre il suo ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, è convinto che «un accordo sulla Grecia si farà, anche all’ultimo minuto». I tecnici di Atene e della ex-Troika (Ue, Bce e Fmi) hanno chiuso ieri sera le trattative tecniche per preparare l’appuntamento. Gli sherpa, secondo indiscrezioni, avrebbero esaminato le rispettive posizioni, delineando una serie di punti dove le parti sono vicine — ben più del 60% del totale, dicono fonti vicine al tavolo — e provando a capire come accorciare le distanze su quelle dove si è ancora lontani. I punti più critici restano il tema della riforma del mercato del lavoro — il governo ellenico vuole cancellare tutte le norme imposte dalla Troika — e le privatizzazioni, oltre alla tempistica con cui Syriza vuole attuare le misure. L’Eurogruppo di domani dovrebbe consentire, per gli ottimisti, di quadrare il cerchio. Anche se allo stato la cosa sembra assai difficile. «Le cose sono più complesse di quello che si immagina», ha gelato gli entusiasmi il presidente Jeroen Dijsselbloem. E in molti iniziano già a mettere in conto un Consiglio dei capi di governo e di Stato per provare a chiudere definitivamente i negoziati con un faccia a faccia Tsipras-Merkel. «Il rischio che la Grecia esca dall’euro si sta allontanando», ha detto ieri il ministro dell’Economia italiano Pier Carlo Padoan. E il vicepresidente Ue, Jyrki Katainen, ha aggiunto che «l’Eurogruppo cercherà una soluzione accettabile». Una fumata nera del resto rischia di far precipitare la situazione in tempi brevissimi. Dall’inizio di febbraio dalle banche elleniche sono stati ritirati 4 miliardi. Le casse dello Stato sono ormai quasi vuote e senza un’intesa con i creditori la Bce sarebbe costretta a staccare la spina al Paese. Costringendolo in sostanza al default. Lo stesso Tsipras del resto, malgrado il consenso di cui gode, sa di camminare su un sentiero molto stretto. E deve tener conto sia del 72% dei suoi connazionali che approva la linea dura nei negoziati con Bruxelles, sia del 75% che dice di non voler uscire dalla moneta unica. Proprio qui, del resto, c’è lo spazio per il compromesso finale. Una soluzione in cui le concessioni che Atene sarà costretta a fare saranno giustificate con la necessità di non staccarsi dal treno europeo. Di sicuro però le prossime ore saranno cariche di tensioni perché né il governo ellenico né i falchi del rigore vorranno dare l’impressione di aver ceduto troppo presto. E all’accordo, se ci si arriverà, sarà solo in zona Cesarini.
Il premier del Partenone intanto inizia a sistemare qualche altra casella sul fronte domestico. Oggi dovrebbe presentare il nome del candidato per la presidenza della Repubblica. E nel segno del pragmatismo delle sue prime mosse potrebbe scegliere un uomo di Nea Demokratia, il partito di Antonis Samaras. Il favorito pare Dimistri Avramopoulos, attuale commissario Ue. Un modo per far vedere che tutto il Paese è unito ora nella battaglia all’austerity, ma nel rispetto delle regole europee.
Ettore Livini, la Repubblica 15/2/2015