Annalisa Cuzzocrea, la Repubblica 14/2/2015, 14 febbraio 2015
“PRIMA LE BUGIE ORA IL METODO BOFFO”
[Intervista a Mara Mucci] –
ROMA.
«Siamo passati alla mistificazione e al metodo Boffo. C’è un gruppo parlamentare che invece di lavorare pensa a fare falsi scoop sulla pelle delle persone». Mara Mucci si guarda intorno come se non riconoscesse più quello che vede. L’ultimo attacco è arrivato dal blog, con la sua foto bene in vista e la scritta: «50mila euro per loro posson bastare». Rilancia un audio rubato che la pagina Facebook dei 5Stelle aveva titolato: «50mila euro al mese dei cittadini per appoggiare il governo Renzi». In realtà, dentro c’è solo un dialogo tra la deputata fuoriuscita dall’M5S e Mariano Rabino di Scelta Civica.
Quand’è avvenuto quel dialogo?
«Eravamo in aula, credo giovedì. Rabino si è fermato e ci siamo messi a parlare del fatto che nel gruppo misto non abbiamo un ufficio legislativo. Lui faceva un ragionamento generico, parlava di unirsi per accedere ai fondi e assumere 8 persone. Non c’è mai stata una proposta, spiegava solo come funziona. E quei soldi non vanno ai parlamentari, sono per gli uffici. Lo sanno benissimo. È la stessa cosa che hanno fatto in Europa con Farage».
Nell’audio lei ascolta e non dice quasi nulla. Eppure sono partite le accuse di compravendita. Come se lo spiega?
«È follia. Qualcuno ha allungato il telefonino in aula — non in chissà quale anfratto segreto — pensando di fare uno scoop sulla pelle di una persona. Il Movimento gestisce 4 milioni di euro alla Camera, oltre la metà viene speso in comunicazione, senza alcuna meritocrazia. E nonostante questo, siamo quinti per produttività a Montecitorio, ottavi a Palazzo Madama».
Perché ha detto che chi pensa a far soldi con la politica sono Grillo e Casaleggio?
«Tutta la strategia del Movimento è fondata sul marketing. Fanno rimbalzare notizie per fare clic che vanno nei bilanci della Casaleggio Associati. Per questo usiamo dei toni così accesi».
Sul blog scrivono: “Se ci fosse la rivoluzione saresti giustiziata subito”. Un consigliere comunale della sua città parla di rischi per la sua incolumità. Com’è andata a Imola?
«La gente si basa su pochissimi indizi e formula il suo capo d’accusa. C’è un accanimento nei miei confronti, minacce di morte, di ogni cosa. Facebook non lo guardo neanche più. Dove sono i paladini della giustizia di fronte a queste minacce? In che mondo siamo?».
Annalisa Cuzzocrea, la Repubblica 14/2/2015