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 2015  febbraio 15 Domenica calendario

ECCO TUTTE LE SPESE DEL QUIRINALE. LE PENSIONI BRUCIANO I RISPARMI

Con quasi 237 milioni di euro di spesa prevista per il 2015, nonostante la frenata degli ultimi anni, il Quirinale resta uno dei Palazzi presidenziali più costosi del mondo. In questi anni di crisi e di crescente insofferenza verso la ’casta’, le spese di bi- lancio della Presidenza della Repubblica (così come quella di altre istituzioni) sono finite più volte al centro della polemica: «Il Colle costa il doppio della Casa Bianca e il quadruplo di Buckingham Palace», è stato scritto più volte sui giornali. Effettivamente la dotazione che il bilancio italiano riserva al Quirinale è circa il doppio di quella prevista per il francese Eliseo (intorno ai 112 milioni di euro) e sette-otto volte di più di quella destinata alla presidenza tedesca, per citare i nostri due più importanti Paesi vicini. Secondo il Quirinale però questo confronto è fuorviante, perché non tiene conto della specificità del caso italiano. «La spesa direttamente imputabile all’esercizio delle funzioni presidenziali» , spiega la nota illustrativa del bilancio di previsione 2015 della Presidenza, «deve essere quantificata in 114,8 milioni», perché dai costi totali va sottratta la spesa pensionistica di 92,1 milioni (che negli altri Paesi è imputata ai bilanci di distinte gestioni previdenziali) » e i costi aggiuntivi «di circa 30 milioni annui» per la gestione e valorizzazione di «un compendio immobiliare e naturalistico unico al mondo e aperto alla fruizione del pubblico». Oltre al palazzo del Quirinale, il più grande edifico storico della Capitale già residenza dei Papi e dei Savoia, visitabile la domenica dai cittadini, vanno messe nel conto la tenuta di Casterlporziano, 59 km quadrati sul litorale romano, e Villa Rosebery, gioiello neoclassico sulla collina napoletana di Posillipo. Al netto di questi extracosti, per il Quirinale, l’importo di 114,8 milioni è «sostanzialmente in linea con quello delle analoghe amministrazioni degli altri Paesi», anche tenendo conto che altrove le spese per il personale distaccato grava in genere sulle amministrazioni di appartenenza.

Seppure così drasticamente ridimensionata non si può dire tuttavia che la spesa per la Presidenza della Repubblica non resti importante, anche nel confronto internazionale. Tanto più in un contesto economico e fiscale che obbliga a ridurre la spesa pubblica. È un percorso già intrapreso durante la gestione di Giorgio Napolitano. E che le prime mosse del neopresidente sembrano voler accelerare. Non solo per la scelta di ieri di volare a Palermo su un aereo di linea. Va nella direzione di un progetto di riorganizzazione della macchina del Quirinale e di spending reviewla decisione di affidare a Simone Guerrini, manager di lunga esperienza nelle aziende, l’ultima in Finmeccanica, il ruolo di capo della segreteria della Presidenza. Una nomina che in passato cadeva su personalità di tipo politico.

Oggi lo Stato destina al Quirinale 224 milioni di euro, la stessa cifra del 2007. In termini reali, cioè considerando l’inflazione maturata in questi anni, si tratta di una riduzione del 13%, rileva la Nota di bilancio. Tra il 2006 e il 2014 il personale complessivo si è ridotto di 545 unità passando da quasi 2.200 a 1.636 persone. Il personale di ruolo, diminuito di 15 unità nel 2014, è ora a quota 768 dipendenti. Il Colle ha recepito l’introduzione del tetto di 240mila euro lordi annui, pari all’indennità del presidente, per gli stipendi della dirigenza. Resta ancora qualche «eccedenza », si legge nel documento del Colle, che «riguarda poche unità di personale» e di cui «è previsto il riassorbimento nel triennio 2015-2017».
Per contro il costo medio del personale fisso interno è oggi di circa 107mila euro, un livello ben più alto della media della Pa italiana. Spulciando nei dati di bilancio si notano cifre forse ancora comprimibili, come i 710mila euro annui di spesa corrente per la gestione autoparco e mobilità e i 400mila per acquisto e manutenzione dei mezzi di trasporto, senza contare i mezzi agricoli di Castelporziano. Oppure gli 800mila euro di manutenzione del software e altri 670mila per gli acquisti. O, ancora, i 420mila euro per biancheria e vestiario e i 435mila per i beni alimentari.
Nel complesso però il bilancio quirinalizio è rigido e la spending review non sarà una strada in discesa. Il 90,7% della spesa complessiva è destinata al personale in servizio (51,8%) o a quello in pensione (38,9%) . Ma mentre in sette anni le uscite per stipendi e indennità sono diminuite di 16 milioni di euro, è aumentato al contrario il costo totale delle pensioni, nonostante il blocco delle indicizzazioni degli assegni. La riduzione del personale in servizio ha determinato infatti un forte aumento del numero dei trattamenti previdenziali.