Massimo Oriani, La Gazzetta dello Sport 15/2/2015, 15 febbraio 2015
IL DISCORSO DEL RE: «NBA MAI STATA COSI’ BELLA»
Accalcati attorno a un piccolo palco per ascoltare il Verbo. LeBron James è ancora il numero uno e qualsiasi parola esca della sua bocca assume un’importanza notevole. Oggi ancor più di ieri, visto che è stato eletto vicepresidente dell’Assogiocatori con l’intento di strappare alla lega più soldi possibili dopo la firma del nuovo contratto televisivo. Diciamo che hanno calato il jolly.
Mr. James, si parla tanto di migliorare il gioco. Che idee ha al riguardo?
«Siamo forse al punto più alto di sempre della lega, le due conference hanno squadre che giocano alla grande, non mi pare ci sia nulla da cambiare».
I Cavs sono partiti male, ora le cose vanno meglio.
«Il problema nello sport è che ci si aspetta sempre una gratificazione immediata ma, essendoci già passato con gli Heat, so che invece serve tempo. Per imparare a conoscersi, costruire un gruppo dentro e fuori dal campo. Infatti nell’ultimo mese i progressi si sono visti, abbiamo vinto 14 delle ultime 16 gare prima della sosta».
Porta sulle spalle il peso di una città, di uno stato, che la vede come il Messia. Le dà fastidio?
«Non credo nella pressione, vado in campo e faccio quello che mi hanno insegnato, non posso far altro che dare il massimo, quello che poi accade è fuori dalla mia portata. Capisco la situazione in cui mi trovo ma non posso vivere la mia vita secondo quello che pensano gli altri» .
Il rapporto con coach Blatt?
«Ogni giorno che passa siamo più vicini. Sta gestendo molto bene la sua prima esperienza nella Nba e sono felice di giocare per lui. Spero che ci possa portare sino al titolo».
La crescita dei Cavs è anche attribuibile alle aggiunte sul mercato?
«Certo, JR Smith ci ha dato una dimensione perimetrale che ci mancava, è un grande tiratore e molto sottovalutato come difensore e passatore. Iman Shumpert è un vero professionista a cui interessa solo vincere e ha una grinta in difesa come pochi altri nella lega».
Senza dimenticare Mozgov.
«Assolutamente. Era il pezzo mancante al nostro puzzle. Uno che può ricevere palla in post basso e segnare, ma soprattutto un altro giocatore di peso che difende il ferro» .
In carriera ha vinto 4 volte l’mvp. Come definirebbe il «most valuable player»?
«Uno che si migliora anno dopo anno, cresce sera dopo sera, senza accontentarsi mai, e raggiunge un alto livello costante. Non puoi avere solo una o due ottime stagioni. Io cerco di essere un leader dentro e fuori dal campo e penso di essere stato premiato per quello».
Curry e Thompson stanno trascinando i Warriors a una stagione superlativa.
«Sono loro due il motivo per cui Golden State vince, sono il motore della squadra con le loro capacità realizzative. E si vede che hanno chimica, che si divertono a giocare assieme. I compagni seguono il loro esempio».
Gli Hawks vengono definiti gli Spurs dell’Est, è d’accordo?
«Certo, coach Budenholzer ha portato il dna di Popovich. Giocano benissimo, con grande circolazione di palla che permette a tutti di essere sempre in ritmo. Difensivamente non puoi concentrarti su un solo giocatore e hanno un gran contributo dalla panchina con gente come Mike Scott, Pero Antic, Dennis Schroder. Anche Kent Bazemore sta dando minuti importanti».
L’ultima partita prima della pausa l’avete persa a Chicago. Come ha visto Derrick Rose?
«Benissimo. Mi è sembrato che stia tornando quello pre infortuni, quando vinse l’mvp, con quei tagli in backdoor per schiacciare, le penetrazioni sino al ferro, quel tiro a una mano da sotto in avvicinamento. Sono un suo grande tifoso ed è stato bello vederlo a quei livelli, anche se era contro di noi».
L’All Star Game al Madison Square Garden è più speciale degli altri?
«Adoravo i tifosi di Miami, come ora quelli dei Cavs, ma se potessi giocare 82 partite all’anno qui lo farei. E’ un posto davvero speciale, è la Mecca del basket, quando ci metti piede puoi respirare la storia del nostro sport» .
Per la prima volta la palla a due se la contenderanno due fratelli, Marc e Pau Gasol.
«E’ incredibile, sono molto felice per loro, due giocatori straordinari, e di far parte di un momento così bello per l’All Star».
Apparirà con un cameo nell’ultimo film di Judd Apatow, «Trainwreck». E’ più nervoso sul set o in campo durante le finali?
«Decisamente quando devo recitare, le Finals sono solo una partita di basket» .
Detiene una piccola quota del Liverpool. Lo sta seguendo?
«Si e sono contento di come sta andando, spero continui a crescere da qui a fine stagione».