www.cinquantamila.it/fiordafiore 13/2/2015, 13 febbraio 2015
Tregua in Ucraina • La neonata rifiutata da tre ospedali e morta in ambulanza • Mai cosi pochi bebè in Italia • Lo sciopero dei vigili urbani • Scacchi obbligatori nelle scuole spagnole Ucraina Intesa a Minsk dopo sedici ore di trattative al summit convocata da Merkel e Hollande nel tentativo di riportare la pace in Ucraina
Tregua in Ucraina • La neonata rifiutata da tre ospedali e morta in ambulanza • Mai cosi pochi bebè in Italia • Lo sciopero dei vigili urbani • Scacchi obbligatori nelle scuole spagnole Ucraina Intesa a Minsk dopo sedici ore di trattative al summit convocata da Merkel e Hollande nel tentativo di riportare la pace in Ucraina. Il dittatore bielorusso Lukashenko ha dichiarato di aver fatto di tutto per rendere la trattativa meno aspra («Ho offerto ai partecipanti uova strapazzate, formaggio, panna acida e caffè in abbondanza») ma momenti di nervosismo non devono essere mancati, se persino la stampa russa si è divertita a indugiare sulla penna che Putin avrebbe spezzato in una fase evidentemente ardua della trattativa. L’accordo alla fine è stato partorito: 13 punti in cui si definiscono i termini di una tregua, il ritiro delle armi pesanti e una riforma costituzionale che preveda più autonomia per l’Ucraina orientale. La questione sul cessate il fuoco sarà il banco di prova della tenuta dell’accordo, così come lo fu nel certificare il fallimento dell’accordo del 19 settembre scorso. Il presidente ucraino Petro Poroshenko poche ore dopo la firma: «Volevamo che fosse immediato e senza precondizioni, invece la Russia ha voluto quasi 70 ore prima di farlo entrare in vigore e ha lanciato un’offensiva subito dopo la firma dell’accordo». Sul territorio la situazione continua a essere convulsa. E le osservazioni rilasciate da Vladimir Putin al termine del vertice non si prestano a interpretazioni troppo ottimistiche: «I soldati governativi ucraini circondati dai ribelli filo-russi all’Est debbono arrendersi prima che entri in vigore la tregua». La cancelliera tedesca ha detto che non si fa illusioni e che restano tanti ostacoli da superare. Anche se si è acceso un barlume di speranza. Il presidente francese ha precisato di non poter garantire un successo duraturo della formale intesa di Minsk. Quel che accadrà nelle prossime ore sarà, a suo avviso, determinante. In sostanza non è convinto che tra quarantotto ore il cessate il fuoco sia rispettato. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno] Neonata Una neonata di nome Nicole, primogenita di Andrea e Tania Di Pietro, un barista e una casalinga di Gravina di Catania, è morta in ambulanza, a tre ore dal suo primo respiro, durante una disperata corsa contro il tempo per raggiungere un ospedale. La piccola, subito dopo la nascita in una casa di cura privata, aveva avuto una crisi respiratoria: nelle tre principali strutture di Catania non c’era un letto libero in Rianimazione e così è stata trasportata a Ragusa. Una crisi respiratoria l’ha stroncata poco prima della fine del viaggio di cento chilometri. Sulla morte della piccola indagano le procure di Ragusa e di Catania. Tutti gli atti passeranno nei prossimi giorni ai magistrati del capoluogo etneo, dove il papà della bambina ha sporto denuncia e ha sede la casa di cura Gibiino, la clinica privata dove è nata la bambina, di proprietà della famiglia del senatore di Forza Italia Vincenzo Gibiino. Sulla vicenda vuole vederci chiaro anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha inviato gli ispettori in Sicilia per capire cosa è andato storto: «Quello che è accaduto ha detto - è al di fuori di ogni criterio e regola di funzionamento del servizio di assistenza». Gli ispettori del ministero lavoreranno fianco a fianco con quelli della Regione Sicilia scelti dall’assessore Lucia Borsellino, che annuncia il pugno duro: «Ho chiesto le registrazioni delle chiamate al 118 e verificherò perché in Sicilia, dove ci sono più posti letto rispetto a quelli previsti dallo standard ministeriale, non si è trovata una sistemazione più vicina. Non guarderò in faccia nessuno». Nati Nel 2014, secondo i dati Istat, sono nati in Italia 509 mila bambini, la cifra più bassa dall’Unità d’Italia in poi. Il numero medio di figli per ogni donna è fermo a 1,39 (stesso livello del 2013), mentre la media dell’Unione europea è 1,58. La media delle donne straniere che vivono in Italia, invece, è 1,91 figli per una. L’Istat ha anche fatto i conti a livello regionale. Il record del tasso di natalità è assegnato al Trentino Alto Adige: 9,9 nuovi nati ogni mille abitanti. In Liguria si registra invece uno tra i più bassi tassi per le nascite (6,9). Seconda regione per nuovi nati è la Campania (8,9). Morti Secondo l’Istat nel 2014 ci sono stati quattromila morti in meno, per un totale di quasi 600 mila decessi. S’è allungata la speranza di vita, 80,2 anni per gli uomini e 84,9 per le donne, che si confermano più longeve anche se la distanza si assottiglia (4,7 anni). Residenti In Italia siamo 60 milioni e 808 mila residenti, cifra che comprende 5 milioni e 73 mila stranieri. I cittadini italiani sono sempre di meno - il loro numero scende ormai da 19 anni - e sono circa 55 milioni e mezzo, 125 mila unità meno del 2013. Vigili Diecimila vigili urbani provenienti da tutta Italia, tutti solidali con la categoria romana messa sotto accusa per l’imboscamento di Capodanno, settecentosessantasette caduti in malattia fra il 31 dicembre e il 1° gennaio, hanno sfilato ieri nella Capitale, bloccando il centro, per chiedere una riforma che dicono attendere da 29 anni. In sintesi, chiedono di essere parificati contrattualmente alla polizia, con le tutele professionali e sanitarie conseguenti, mentre ora hanno l’inquadramento dell’impiegato. «I sindaci dispongono di noi come meglio credono, c’è chi ci manda ad aprire i cimiteri o a chiudere i cessi pubblici», dirà più tardi Lolli dal palco a Bocca della verità. Inoltre lamentano che i loro Cud si sono alleggeriti di tremila euro negli ultimi quattro anni (Feltri, Sta). Scacchi 1 In base a una proposta parlamentare del Partito socialista accolta da tutte le forze politiche, nelle scuole spagnole gli scacchi diventeranno materia obbligatoria. Già tre anni fa, con una votazione a larga maggioranza, il Parlamento europeo aveva approvato una “raccomandazione” in questo senso diretta a tutti i Paesi membri dell’Unione. Un suggerimento che si basava su studi realizzati in Germania e in altri Paesi del continente in cui si è visto che il rendimento scolastico degli alunni scacchisti aumentava in media fino al 17 per cento. Così sono partite anche in Spagna le prime esperienze effettuate a livello sperimentale in alcune regioni: tanto in Catalogna come in Cantabria si è registrato un tasso di soddisfazione per i risultati ottenuti superiore all’80 per cento. A Barcellona, è stato il governo della Generalitat a promuovere uno degli studi scientifici più accurati degli ultimi tempi sui benefici pedagogici degli scacchi. Secondo le conclusioni degli esperti delle Università di Lérida e Girona, l’introduzione nel programma scolastico di questo gioco come materia di studio permette di sviluppare meglio l’intelligenza in vari parametri e di migliorare i risultati in matematica e nella lettura, che sono proprio i due ambiti in cui i ragazzi spagnoli mostrano le maggiori carenze secondo le risultanze del Rapporto Pisa. Ma i vantaggi non finiscono qui. Nella sua relazione davanti alla Commissione educazione delle Cortes, il deputato socialista Pablo Martín ha ricordato che gli scacchi «aumentano le capacità strategiche e mnemoniche, insegnano a prendere decisioni sotto pressione e sviluppano la concentrazione, oltre a parecchie altre qualità, con un costo economico molto basso» (Oppes, Rep). Scacchi 2 Secondo studi scientifici molto seri, la pratica degli scacchi può essere estremamente utile come “ginnastica mentale” per ritardare l’invecchiamento cerebrale e quindi frenare lo sviluppo di malattie come l’Alzheimer. In più, avrebbe anche un impiego proficuo nel trattamento di bambini iperattivi, con autismo, sindrome di Asperger, superdotati, con sindrome di Down e anche nella riabilitazione dei tossicodipendenti. (ibidem)