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 2015  febbraio 15 Domenica calendario

MILANO

Certi numeri sono inequivocabili. Lo sciopero allo stabilimento Fiat Chrysler Automobiles di Pomigliano d’Arco indetto dalla Fiom ha registrato cinque adesioni su 1.478 dipendenti.
La chiamata a raccolta delle tute blu era contro la richiesta avanzata da Fca di lavorare per tre sabati per produrre 1.200 Panda in più. L’idea della Fiom era già stata contestata nei giorni scorsi dalle altre sigle sindacali, che ieri hanno rincarato la dose, definendo un «flop» e un «errore» lo sciopero. Il sindacato di Maurizio Landini ha difeso la scelta nonostante i numeri impopolari. «Sapevamo che sarebbe andata così», spiega il coordinatore nazionale Fiom-Cgil per Fca, Michele De Palma. «I cinque che hanno scioperato sono i delegati della Fiom e per me sono degli eroi — aggiunge De Palma — meriterebbero una statua. Sia chiaro, non abbiamo protestato contro il lavoro come sostengono le altre sigle, ma proprio per il lavoro, per quei duemila operai che sono ancora fuori e lavorano solo un giorno al mese. Contestiamo all’azienda la scelta di aver usato il sabato di straordinario anziché passare da due turni a tre usando chi sta fuori: in una settimana Fca avrebbe prodotto le auto in più di cui ha bisogno. Per noi è questa la vera solidarietà».
De Palma non critica gli operai che non hanno aderito alla protesta, sono «da rispettare per le loro scelte, perché non è possibile mettere in competizione i lavoratori di un’azienda» e promette nuove iniziative dentro e fuori lo stabilimento per i prossimi sabati per tenere alta l’attenzione. La linea dei metalmeccanici della Cgil è chiara, come ha spiegato anche Francesco Percuoco, responsabile del settore auto per la Fiom di Napoli: lo sciopero «serviva soprattutto a evidenziare che, se a Pomigliano non si impegnano tutti i sindacati per portare nuove produzioni, ci saranno sempre delle difficoltà per il rientro di chi è in contratto di solidarietà».
Le altre sigle sindacali non sono d’accordo sulla strategia della Fiom per riassorbire i lavoratori ancora fuori dal ciclo produttivo. «Tanto rumore per nulla — ha commentato Giovanni Sgambati, segretario regionale Uilm — eravamo certi che i lavoratori avrebbero risposto positivamente alla richiesta di lavoro straordinario, così come avevano fatto lo scorso anno in occasione di altri sabati di produzione e con tensioni molto più forti. Il “Vico” vuole continuare a fare auto di qualità e nei tempi previsti, e questo è il miglior viatico per poter richiedere produzioni aggiuntive che consentano la saturazione dello stabilimento, con il rientro di tutti». Critico anche il segretario nazionale Fim Cisl, Ferdinando Uliano: «Sta ripartendo timidamente il lavoro e riparte una conflittualità senza senso — ha spiegato in una nota — senza alcun obiettivo sindacale in una logica puramente di testimonianza politica». Un «grande errore della Fiom» è la definizione che dà della protesta il segretario regionale Fismic, Felice Mercogliano: «Gli operai hanno dimostrato, con la loro massiccia presenza al lavoro che non vogliono seguire la strada che i metalmeccanici della Cgil continuano a percorrere continuando a sbagliare».
Francesca Basso
@BassoFbasso