Alex Saragosa, Mente&Cervello 2/2015, 13 febbraio 2015
IL VALORE DEL BRAND PER GLI ANIMALI
È noto che gli esseri umani soffrono di «brand bias», tendono cioè a valutare come migliori i prodotti più noti e costosi. Per esempio nel 2008 l’economista svedese Johan Almenberg, dimostrò che vini di basso prezzo, messi in bottiglie di marchi pregiati, erano ritenuti, in test di assaggio, migliori di vini costosi in confezioni di poco prezzo.
In vari studi le scimmie cappuccine hanno mostrato di avere, come noi, comportamenti irrazionali in campo economico, tipo l’avversione alle perdite (valutare di più quanto già si possiede, rispetto a quanto si può avere in futuro). Per questo la psicologa Rhia Catapano, della Yale University, ha deciso di verificare se anche questi primati soffrano di brand bias. Per scoprirlo, come descritto su «Frontiere in Psychology», ha organizzato una sorta di mercato, in cui scimmie cappuccine, scelte fra quelle che non avevano preferenze per qualche tipo di cibo, potevano scambiare gettoni con bocconi di diversi tipi di frutta, alcuni dei quali tre volte più cari di altri.
Dopo alcune sessioni di mercato, alle scimmie sono stati offerti «gratis» i vari tipi di frutta. In un caso simile, gli esseri umani si sarebbero avventati su quelli più costosi, perché percepiti come più pregiati. Le scimmie invece si sono servite nello stesso modo di tutto il cibo, senza mostrare preferenze per quello più caro. «Forse a renderci meno razionali verso i brand, è la nostra maggiore conoscenza di come il mercato funzioni, che ci spinge a credere che un maggior prezzo implichi sempre una migliore qualità», ha concluso Catapano.
Alex Saragosa