Stefano Boldrini, La Gazzetta dello Sport 13/2/2015, 13 febbraio 2015
GIACCHERINI: «CESENA E JUVE I MIEI AMORI, MOURINHO IL MIO SOGNO»
Sunderland è la città giusta per Emanuele Giaccherini. In questa roccaforte sul mare del Nord-Est dell’Inghilterra, la vita è dura. Devi sgobbare per portare a casa il pane e mantenere un’esistenza decorosa. Verso la metà degli anni Ottanta, Sunderland fu attraversata da una crisi profonda, con picchi di disoccupazione superiori al 20%. La risalita è stata dura, ma è stata resa possibile grazie al carattere della sua gente. E’ lo stesso spirito che ha permesso ad Emanuele Giaccherini di costruire la sua carriera, partendo dal basso e approdando al Sunderland dopo il boom al Cesena e due stagioni alla Juve. Gli ultimi mesi sono stati un calvario. Il 20 settembre 2014, la frattura del perone in uno scontro di gioco. Il 4 febbraio, il rischio di un nuovo crac, nello stesso punto, in una gara in FA Cup: botta forte, ma nulla di rotto. Ora, un principio di influenza che lo ha costretto saltare l’allenamento. Domenica, Cesena-Juve è la sua partita nostalgia.
E’ stato difficile lasciare la Juve?
«Lasciare una squadra come la Juve non è mai facile, ma il Sunderland mi offriva un contratto importante. Quando tornerò in Italia, sarò migliore come uomo e come giocatore. Avrò imparato una lingua, avrò vissuto un’esperienza fondamentale e sarò un calciatore più completo».
Mai pentito di questa scelta?
«Mai. Non è stato semplice, ho avuto qualche guaio di troppo, ma va bene così».
La maggiore differenza tra il calcio italiano e quello inglese?
«Qui non ti lasciano respirare. Appena ti arriva il pallone, hai un avversario addosso. Si cerca l’uno contro uno e i ritmi sono più elevati. Da noi è un calcio più ragionato».
La Juve non ha avvertito il trauma dell’addio di Conte: con Allegri si avvia verso il quarto scudetto consecutivo.
«Allegri è stato bravo perché ha saputo immergersi nella realtà juventina con intelligenza. Piano piano ha dato la sua impronta. Ha adottato il 4-3-1-2 e la squadra non ne ha risentito».
Scudetto già assegnato?
«Nel calcio la matematica non è un’opinione, ma sette punti di vantaggio non sono pochi. La Juve può anche sbagliare un paio di partite, mentre la Roma non può più commettere errori».
Missione impossibile per il Cesena.
«Perdere con la Juventus rientra nella logica delle cose. La salvezza passa per altre strade. La sconfitta di Empoli non ci voleva, ma il Cesena mi sembra vivo. E lotterà fino all’ultimo».
Che cosa rappresenta Conte nella sua carriera?
«Arrivare in un club come la Juve e trovare un allenatore come lui è stato fondamentale. Io non sono Cristiano Ronaldo, ma un giocatore che si è costruito la carriera giorno dopo giorno. Lui mi ha aiutato».
Conte ct è una polizza per Giaccherini.
«Mi conosce bene. Ho giocato contro Olanda e Norvegia, poi mi sono rotto la gamba».
La Confederations Cup fece scoprire agli italiani Giaccherinho.
«Il torneo in Brasile è stato il momento più alto della mia storia. Mi sentivo un leone».
Poi torna in Italia e firma per il Sunderland.
«Un’offerta come quella non si poteva rifiutare. Vivo a Durham. Durante la settimana vado a spasso con la mia famiglia e nessuno mi dice niente. La privacy viene rispettata. Poi arriva il sabato e lo stadio è una bolgia. Il Sunderland ha una delle tifoserie più calde».
Rapporti con i vecchi compagni della Juventus?
«Sento spesso Marchisio e Chiellini».
Sale a Sunderland e trova Di Canio. Passano tre mesi e addio Di Canio.
«Pagò una squadra nuova e la crisi di risultati. Ora c’è Poyet, che conosce bene il calcio inglese. Vuole un calcio di passaggi e possesso palla, con una cura particolare per la fase difensiva».
Chi vince la Premier?
«Il Chelsea ha sette punti di vantaggio sul Manchester City. Come la Juve con la Roma. Non credo che il Chelsea si farà riprendere».
Mourinho?
«Abbiamo parlato qualche minuto nel sottopassaggio prima della partita. E’ il migliore tecnico al mondo, o comunque uno dei primi».
Le piacerebbe essere allenato da lui?
«Sarebbe fantastico. Perché lui è Mourinho e Mourinho lavora nei grandissimi club».