12 febbraio 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - MERKEL DECISIVA NELLE TRATTATIVE SU UCRAINA E GRECIA
REPUBBLICA.IT
GRECIA
MILANO - La notte porta consiglio. Dopo le schermaglie dell’Eurogruppo, tra i capi di Stato e governo torna la fiducia e la distensione. Il cancelliere tedesco Angela Merkel apre al compromesso e a Bruxelles stringe la mano al premier greco Alexis Tsipras che al suo primo vertice europeo dice: "Sono fiducioso per un’intesa contro l’austerity". Intanto la Bce ha alzato a 65 miliardi, dai 59,5 precedenti, le disponibilità di liquidità a favore della Grecia: a fine mese il paese si sarebbe trovato a corto di almeno 3 miliardi.
A sbloccare la situazione ha contribuito l’arrivo nella capitale belga del presidente francese Francois Holland e della Merkel: i due leader sono arrivati da Misk dove hanno chiuso l’intesa con il presidente russo Vladimir Putin e l’ucraino Petro Poroshenko per la tregua tra Mosca e Kiev. Chiuso il fronte orientale, i grandi d’Europa sono tornati a concentrarsi sulla Grecia ripartendo dal nulla di fatto raggiunto nella notte a livello di Eurogruppo. E per il momento un primo accordo è arrivato fra Tsipras e il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem per avviare un dialogo tra ’tecnici’ Ue, Fmi, Bce e greci che studino le distanze che separano l’attuale accordo e le richieste greche. Una prima analisi sarà fatta entro l’Eurogruppo di lunedì. Il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis si mostra fiducioso: "Lunedì raggiungeremo una soluzione ottimale".
Di certo un accordo è nell’interesse di tutti. Il più diretto è il premier britannico David Cameron secondo cui "quel che è richiesto tra la Grecia e l’Eurozona non è uno stallo ma una soluzione", anche perché "l’economia britannica sta crescendo e facendo bene ma siamo colpiti anche noi dalla situazione dell’Eurozona".
Decisiva sarà comunque la posizione della Germania e dei falchi dell’Eurozona. Mentre Matteo Renzi continua a chiedere un cambio di passo nella politica economica europea, mettendo al centro "crescita e flessibilità", il numero della Bundesbank, il tedesco Jens Weidmann dice: "La Grecia avrà ancora bisogno di aiuti, ma questo può essere dato solo se gli accordi sono rispettati. Un ulteriore taglio del debito non aiuterebbe molto a cambiare la situazione di liquidità" di Atene.
L’apertura di credito più importante arriva però proprio da Angela Merkel: "L’Ue cerca sempre il compromesso, questo è il suo successo. La Germania è pronta ma va detto che la credibilità dell’Ue dipende dal rispetto delle regole e dall’essere affidabili. Vedremo quali proposte farà Atene, saranno discusse all’Eurogruppo lunedì quindi abbiamo ancora qualche giorno".
LIVINI
Come è finito l’Eurogruppo?
"Con una serie di progressi che però non ci hanno consentito di raggiungere una conclusione condivisa" ha detto il presidente dell’Euroguppo Jeroen Dijsselbloem. Cioè male. Era previsto un comunicato congiunto che non c’è stato. Era stata organizzata una conferenza stampa che non è nemmeno iniziata. "Ci sono stati molti punti di convergenza" ha aggiunto ottimista il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis. Ma non abbastanza nemmeno per mandare un team di tecnici ad Atene per discutere i dettagli di una possibile intesa. "Per questo serve un accordo politico", ha detto Dijsselbloem. Che oggi non c’è.
Cosa succede ora?
Il dossier greco passa ora sul tavolo dei capi di stato e di governo che si incontrano oggi. Qui si proveranno a limare le differenze in vista del prossimo eurogruppo di
lunedì dove si ripartirà da dove si è finito oggi. Cioè quasi dall’inizio.
Cosa succede se non si arriva a un accordo lunedì prossimo?
Sarebbe un problema molto serio. Qualsiasi nuovo programma di aiuti per Atene deve essere approvato dai singoli parlamenti. E il 28 scade il "vecchio" memorandum
con la Troika. Senza intese la Bce potrebbe smettere di garantire finanziamenti alle banche elleniche e la situazione precipiterebbe. Probabile comunque che in assenza di
accordi si cerchi di convocare un altro eurogruppo straordinario come ultima spiaggia più avanti e prima del 28.
Quali sono i punti di disaccordo?
Uno su tutti. La Ue chiede che in attesa di fare nuove proposte Atene accetti un’estensione tecnica del vecchio memorandum con la Troika. Soluzione inaccettabile per Tsipras che ha promesso la sera della vittoria che memorandum e austerity sono storia. Il termine estensione è inaccettabile per il governo ellenico. Resta poi il tempismo delle misure umanitarie previste dal programma di Syriza. Anche se il premier ellenico pare disposto a rinviarle di qualche tempo nel nome di un’intesa.
Su quali punti si sono fatti passi avanti?
In realtà su molti e già nei giorni scorsi. La Ue, al di là dei mal di pancia tedeschi, pare disposta a rivedere il ruolo della Troika e a garantire nuovi fondi (e forse qualche mese di tempo) ad Atene. Tsipras non vuole più una Conferenza sul debito e non insiste più nemmeno su un taglio dell’esposizione. E sembra disposto ad accettare (senza però chiamarlo con il suo nome) il 70% del vecchio memorandum.
Dove può essere trovato il compromesso?
Per assurdo a questo punto pare un problema quasi solo linguistico. Atene è disposta a impegnarsi a presentare nuove riforme facendo qualche passo indietro sui suoi annunci elettorali in cambio di un finanziamento ponte che le dia qualche mese per presentarle ai partner. Ma non vuole chiamare questo passaggio estensione del memorandum. La Germania e i falchi chiedono che la Grecia riconosca questo passaggio come una prosecuzione del vecchio programma per poi cercare nuove intese.
La Grecia può chiedere aiuto a Russia o Usa?
In teoria sì. Mosca ha detto di essere pronta a esaminare richieste di questo tipo. Gli Usa, in quel caso, non starebbero con le mani in mano. Pure il presidente cinese ha invitato Tsipras in visita ufficiale a Pechino. Il 70% dei greci però vuole restare nell’euro e una scelta di questo tipo potrebbe diventare un boomerang per il governo
Oggi sono più alte o più basse le possibilità che la Grecia esca dall’euro?
Più alte. Il tempo stringe e nelle casse di Atene non ci sono soldi. E in assenza di contatti bilaterali fino a lunedì prossimo il tempo è proprio agli sgoccioli.
UCRAINA
MINSK - A Minsk, nei negoziati sulla riconciliazione in Ucraina, sono stati raggiunti "accordi sui punti principali", ma la situazione resta tesa. Dopo un vertice durato 15 ore, è arrivato l’annuncio del presidente russo Vladimir Putin, anche se non sono mancati numerosi momenti confusi con le controparti tedesca, ucraina, francese. E, secondo Kiev, nella notte, una colonna militare russa formata da 50 carri armati e altri mezzi bellici avrebbe attraversato il confine con l’Ucraina. Lo riferisce il portavoce delle forze armate ucraine, Andrii Lisenko, citato dall’agenzia Ukrinform.
I dubbi di Poroshenko. Nonostante l’ottimismo che filtra dalle diplomazie internazionali, il presidente ucraino Poroshenko manifesta ancora duibbi sull’accordo di Minsk. "Avevamo chiesto un cessate il fuoco immediato e senza precondizioni, invece la Russia ha voluto quasi 70 ore prima di farlo entrare in vigore e ha lanciato un’offensiva subito dopo la firma dell’accordo", ha denunciato il leader ucraino, "è importante mantenere la pressione" su Mosca e che "l’Ue sia unita". "Le discussioni sono state difficili, e ci aspettiamo che il processo di attuazione" dell’accordo di Minsk, visto anche quanto sta accadendo sul terreno in queste ore, "sarà difficile", ha sottolineato Poroshenko. Per questo "è una questione chiave che oggi siamo uniti" tra Ucraina e Ue, ha aggiunto ricordando di avere "dormito solo 5 ore nelle ultime 72", e "quello che ho visto oggi qui al Consiglio europeo è l’unità, e questa è la cosa più importante". "Se gli accordi di pace e il protocollo di Minsk venissero violati, Ue e Stati Uniti dovrebbero approvare nuove sanzioni", ha detto Poroshenko. Per il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, "il vero test il rispetto del cessate il fuoco".
Usa soddisfatti. Gli Stati Uniti "accolgono con favore" l’accordo raggiunto a Minsk. L’intesa, si legge in una nota della Casa Bianca, "rappresenta un potenziale significativo passo avanti verso una soluzione pacifica del conflitto e il ripristino della sovranità ucraina". Washington esprime apprezzamento per "lo sforzo infaticabile" fatto dal cancelliere tedesco Angela Merkel e dal presidente francese Francois Hollande. Gli Stati Uniti "chiedono a tutte le parti di attenersi appieno e senza ritardi agli impegni presi con l’accordo di oggi e quello di settembre", si legge ancora della nota, in cui si precisa che all’intesa di oggi "devono fare seguito passi immediati e concreti" e il cessate il fuoco "deve essere applicato e rispettato". "La Russia deve porre fine al suo sostegno ai separatisti in Ucraina e Mosca deve ritirare gli armamenti pesanti e i suoi soldati" dall’est del Paese. La Casa Bianca aggiunge però che gli Stati Uniti sono "particolarmente preoccupati per l’escalation di oggi nei combattimenti, che è incoerente con lo spirito dell’accordo".
Kerry: "Meno sanzioni". Gli Usa potrebbero alleggerire le sanzioni alla Russia se sarà rispettato l’accordo di Minsk. Lo ha affermato il segretario di Stato John Kerry. "Valuteremo l’impegno della Russia e dei separatisti dalle loro azioni, non dalle parole", ha dichiarato Kerry. "Come diciamo da tempo, gli usa sono pronti a fare un passo indietro sulle sanzioni quando gli accordi di Minsk del settembre, e l’accordo attuale, saranno rispettati in pieno", ha aggiunto.
Maratona notturna. Il presidente russo, quello ucraino, Petro Poroshenko, il capo dell’Eliseo, Francois Hollande e il cancelliere tedesco, Angela Merkel, hanno lavorato per tutta la notte per raggiungere un’intesa che prevede il ritiro delle armi pesanti e una tregua che deve scattare alla mezzanotte tra il 14 e il 15 (le 22 in Italia). Secondo Putin, però, "i negoziati tra Kiev e l’Est Ucraina sono a un punto morto" e per questo fa appello alle parti che inizino a breve negoziati di una pace duratura. Putin ha detto poi che c’è l’accordo con Petro Poroshenko di incaricare esperti militari per valutare la situazione e soprattutto la posizione delle parti sul fronte di Debaltsevo. Per il presidente russo il ritardo nei nogoziati è stato dovuto al fatto che le autorità di Kiev hanno continuato a rifiutare di avere contatti diretti con i rappresentanti filo-russi delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk. Dal canto suo, Kiev accusa Mosca di aver tentato di negoziare il controllo della zona di Debaltsevo, l’importante snodo ferroviario dove migliaia di soldati ucraini sono circondati dai miliziani separatisti. Lo ha scritto su Twitter Dmitro Kuleba, l’ambasciatore per le missioni speciali del ministero degli Esteri ucraino, commentando una dichiarazione di uno dei leader separatisti, Denis Pushilin, che ha detto alla tv russa Lifenews che "la posizione ucraina su Debaltsevo frena il negoziato". Intanto le truppe ucraine hanno preso il controllo di Logvinovo, una cittadina sull’autostrada che da Artiomovsk conduce a Debaltsevo, dove migliaia di soldati ucraini sono circondati dai separatisti. Lo scrive l’agenzia Unian citando la pagina Facebook di Semion Semencenko, ex comandante del battaglione ’Donbass’ e ora deputato.
Ucraina, Lombardozzi: "A Minsk una pace a metà,
Crisi Ucraina, summit tra leader a Minsk: foto di gruppo
Abbastanza soddisfatto per il risultato il presidente francese, (oggi a Bruxelles insieme alla Merkel per il vertice Ue) secondo il quale il vertice è riuscito a raggiungere una "soluzione politica complessiva" al conflitto in Ucraina, che rappresenta una "speranza importante", anche se "non tutto è stato fatto". Hollande, che ha sottolineato che "le prossime ore sono decisive", ha aggiunto che i separatisti filorussi hanno firmato l’accordo raggiunto a Minsk per mettere fine al conflitto nell’est dell’Ucraina. Cauta per il risultato raggiunto Angela Merkel, secondo la quale l’intesa dà speranza, ma resta molto da fare: "Abbiamo concordato l’implementazione complessiva degli accordi di Minsk. Ma naturalmente passi concreti devono essere fatti. E ci sono ancora grandi ostacoli davanti a noi". La cancelliera ha sottolineato che è stato il presidente russo Vladimir Putin a "convincere" i separatisti filorussi alla tregua. L’accordo, ha detto il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, non è una svolta decisiva, ma è un passo mirato a mettere fine alle violenze.
Putin e Poroshenko: le due facce del vertice di Minsk
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Via le truppe straniere. Nei negoziati di Minsk si è raggiunto un accordo per "il ritiro di tutte le truppe straniere dal territorio ucraino", ha detto il presidente ucraino Petro Poroshenko, aggiungendo che "tutti i mercenari devono essere ritirati dal territorio ucraino nel prossimo futuro". Kiev e i suoi alleati occidentali accusano Mosca di sostenere militarmente i separatisti con armi e combattenti.
Zona cuscinetto. La zona cuscinetto sul fronte ucraino sarà larga 50-70 chilometri a seconda del tipo di arma. La ’zona di sicurezza’ per l’artiglieria pesante sarà di 50 chilometri, mentre quella per i lanciarazzi multipli di 70 chilometri. Questione a parte per i missili Tornado-S, Uragan, e Smerch e i missili balistici Tochka-U, che dovranno essere schierati a non meno di 140 chilometri dal fronte. Le forze armate ucraine dovrebbero ritirare le loro armi pesanti dall’attuale ’linea di contatto’, mentre i miliziani separatisti "di alcuni distretti delle regioni di Donetsk e Lugansk" dalla linea stabilita dal memorandum di Minsk dello scorso 19 settembre.
Presto libera pilota detenuta in Russia. Nadezhda Savchenko, la pilota dell’aeronautica militare ucraina detenuta in Russia da quasi otto mesi, sarà liberata a breve. Lo ha annunciato il presidente ucraino Petro Poroshenko dopo il vertice di Minsk con i leader di Russia, Francia e Germania. La 33enne, che è in sciopero della fame, è diventata un’eroina nazionale in Ucraina e a ottobre scorso era stata nominata a deputata del Parlamento.
Renzi: "Ottimo risultato". "È un passo avanti importante, per quello che abbiamo letto come un ottimo risultato", è stato il commento del premier Matteo Renzi, arrivando alla riunione del Pse a Bruxelles: "Ora - ha aggiunto - aspettiamo che arrivino Angela e François", ha detto riferendosi a Merkel e ad Hollande. "Il cessate il fuoco deciso con l’accordo di Minsk è il passo giusto nella giusta direzione", ha osservato l’alto rappresentante per la politica estera comune dell’Ue, Federica Mogherini.
Cameron: "Valuteremo accordo". Il Regno Unito valuterà l’accordo sul cessate il fuoco in Ucraina, raggiunto oggi a Minsk, in base a "quello che succede sul terreno", ha fatto sapere il portavoce del premier britannico David Cameron. "Come tutti nella comunità internazionale - ha affermato il portavoce - vogliamo vedere la fine del conflitto. Abbiamo sempre detto che il test, come al solito, sarà quello che vedremo sul terreno".
Tusk: "Minsk dà speranza, ma non è abbastanza". I risultati dei colloqui di Minsk "sono una buona notizia perché dà speranza, ma la speranza non è abbastanza", ha detto il presidente Ue Donald Tusk. "Il vero test sarà il rispetto del cessate il fuoco sul terreno" ha aggiunto, "la mia sensazione è che dobbiamo essere cauti".
Conferme e smentite. Stamani si era già diffusa la voce di una svolta, ma le parole dei protagonisti non sembravano andare nella stessa direzione. Per il leader di Kiev la posizione russa restava inaccettabile, e "non ci sono ancora buone notizie". Poroshenko ha lasciato l’incontro a quattro prima degli altri, dichiarando che le condizioni poste dalla Russia sono inaccettabili. In particolare, l’Ucraina non è soddisfatta delle proposte russe riguardo alla demarcazione della linea di separazione tra i ribelli e le forze di Kiev né con la posizione di Mosca relativa allo status dei territori controllati dai ribelli. Più tardi, però, Poroshenko ha raggiunto di nuovo Merkel, Hollande e Putin, con cui ha ripreso la discussione. Ai quattro si è unito il rappresentante dell’Osce nel gruppo di contatto (Mosca, Kiev, Osce, separatisti), Heidi Tagliavini. Anche il Cremlino aveva precisato, dopo le notizie positive diffuse dalle agenzie di stampa russe, che "i colloqui proseguono".
Ucraina, vertice Minsk: Putin spezza la matita
Fabius e Steinmeier modificano agenda. Il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha annullato il suo viaggio a Londra previsto per oggi, dove avrebbe dovuto partecipare alla riunione 2+2 (periodici incontri fra i ministri degli Esteri e della Difesa dei due Paesi), a causa del protrarsi delle discussioni di Minsk sull’Ucraina. Ne dà notizia il Quai d’Orsay. Fabius - conclude il comunicato - parlerà al telefono con il suo collega inglese Philip Hammond per uno scambio di opinioni sulla crisi ucraina e per stabilire rapidamente una nuova data per l’incontro. Anche il ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier ha dato notizia via Twitter del prolungamento del suo soggiorno a Minsk e del posticipo della partenza per una prevista missione in Brasile.
Ancora morti. Due soldati ucraini e nove civili sono stati uccisi in Ucraina orientale nelle ultime 24 ore. "A causa dei combattimenti e dei bombardamenti, l’Ucraina ha perduto due uomini e 21 sono rimasti feriti", ha dichiarato in una conferenza stampa Vladimir Selezniov, portavoce delle forze ucraine. Secondo le autorità locali di Donetsk, una roccaforte dei ribelli, almeno nove civili sono rimasti uccisi e 14 feriti nelle precedenti 24 ore. Tra le vittime, tre civili colpitida tiri d’artiglieria che hanno centrato un ospedale, ha dichiarato la portavoce del governo separatista Yulyana Bedilo, la quale ha comunque precisato che "non ci sono vittime all’interno dell’ospedale". I tiri d’artiglieria e di lanciagranate multipli Grad non si sono interrotti nella notte, principalmente a partire da zone controllate dai ribelli, secondo quanto ha constatato un giornalista dell’agenzia France Presse.