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 2015  febbraio 12 Giovedì calendario

NEI MINISTERI LAVORA UN ESERCITO DI INDAGATI

Peculato, falso, concussione. La corruzione abbonda nei ministeri, certificata dalla prima fotografia ufficiale del fenomeno: la relazione del responsabile dell’Anticorruzione di ciascun dicastero per gli anni 2013-2014, che la presidenza del Consiglio e i 13 ministeri dovevano pubblicare entro il 31 dicembre. L’unico a non aver rispettato l’obbligo, paradossalmente, è stato quello della Giustizia.
Sono 688 i dipendenti su cui gravano procedimenti penali e il migliore è il ministero dell’Ambiente che se la cava con un solo caso. La maglia nera spetta invece al Viminale, che ha aperto 288 procedimenti disciplinari a carico di suoi dipendenti, tra i quali due prefetti e 134 poliziotti. I reati più comuni sono la corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio (23 casi) e il peculato (19). Al secondo posto si piazza il ministero delle Infrastrutture, con 135 dipendenti sottoposti a procedimento penale. Qui primeggia il falso, con 49 episodi contestati, seguito dalla corruzione con 38 casi.
Nella lista nera del ministero della Difesa ci sono 130 dipendenti civili (corruzione per l’affidamento di lavori, peculato e concussione) mentre ai Beni culturali ce ne sono 36. Seguono gli Esteri, con 30 sottoposti a procedimento penale, 14 dei quali per corruzione. Al ministero del Lavoro hanno problemi con la giustizia 17 dipendenti (il reato più frequente è la concussione con 13 casi) e in quello dell’Economia solo due in meno, cioè 15: spiccano due reati di peculato e uno per corruzione in atti giudiziari. Al ministero della Salute, nel pacchetto dei 12 dipendenti sotto inchiesta, ci sono tre dirigenti accusati di abuso d’ufficio. L’agricoltura lo supera con quattro dirigenti inquisiti, ma il conto finale dei procedimenti si ferma a 11. La presidenza del Consiglio, che ingloba anche i ministeri senza portafoglio, ha segnalato sei dipendenti indagati: tre sono dirigenti (due per abuso d’ufficio, uno per peculato). I dipendenti più virtuosi lavorano, oltre che all’Ambiente, all’Istruzione e allo Sviluppo economico, dove sono rispettivamente solo quattro e tre quelli finiti nel mirino della giustizia.