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 2015  febbraio 11 Mercoledì calendario

PERISCOPIO


Anche Vendola, Civati, Cuperlo e Fassina hanno dichiarato di guardare con grandissima speranza alla Grecia. Ora devono solo trovare un barcone per arrivarci. Dario Vergassola. il venerdì.

Salvini presenta il suo primo libro: Il Matteo-pensiero dalla A alla Z. Una volta si chiamava abbecedario. Spinoza. Il Fatto.

Accoglienza - Mare mortum. Jena. la Stampa.

Il romano lo capiscono tutti, più che un dialetto è una storpiatura dell’italiano. Gigi Proietti, recitando alla Camera dei sonetti del Belli e di Trilussa.

I nostri voti sono al lumicino, sì: ma anche se ne avessimo solo uno, di voto, sarebbe uno di troppo rispetto a quello che ci siamo meritati in questi mesi. Enrico Zanetti segretario di Scelta Civica. Corsera.

Sono qui per vedere com’è fatto un congresso, visto che noi non ne abbiamo mai fatti. Paola Pinna, ex M5S al congresso di Scelta civica. Corsera.

Di primissima mattina, Sergio Mattarella ha detto alle suorine della chiesa dei Santi Apostoli a Roma, a due passi dal Quirinale: «Pregate per me affinché io sia una strumento per il Bene». Una dichiarazione, questa, che si addice più a un Papa che al Presidente della Repubblica di uno stato laico. Massimo Fini. Il Fatto.

La storia della Grecia è segnata da ripetuti default (fallimenti ndr) e da ricorrenti ristrutturazioni del debito, dalla riluttanza a comprendere che non c’è autonomia senza rispetto della parola data, e non c’è indipendenza senza finanze pubbliche in ordine. Nicola Rossi, economista di Università Tor Vergata di Roma. Corsera.

Civati, Fassina, Cuperlo erano con Vendola, qualche giorno fa, ad assaporare la vittoria di Tsipras, e cosa ti combina il greco? Un’alleanza di governo (dico di governo!) con un partito di destra che non solo perora l’uscita dall’euro ma combatte anche l’immigrazione proprio come la nostra Lega. Mi chiedo: cosa sarebbe successo, qui in Italia, se Renzi si fosse alleato con Salvini? Gando Gandi. il venerdì.

Le riforme di Renzi sono pericolosissime, concentrando il potere nelle mani di un solo. Corrado Passera. Agenzie.

La globalizzazione ha reso vicini di casa, sì, troppo vicini, popoli, gruppi umani, individui che non ci sono affatto vicini e prossimi, che non capiamo, che non ci capiscono, che ci abitano accanto ma magari ci odiano, e se c’è un’occasione o una scusa sufficiente, esprimeranno liberamente il loro odio. Ogni volta che esco da un supermercato con i sacchetti della spesa pieni e non mi fermo a dare qualcosa, denaro o cibo, a chi mendica sulla porta, so che sarò odiato. Anni fa ho sentito questa frase sulla bocca di un’immigrata: «Questi italiani mangiano come porci». Per qualcuno che vive dove io vivo, nel mio quartiere, nella mia città, so che sono «un porco» solo perché compro da mangiare nella misura (modesta) in cui le nostre economie mi hanno abituato a mangiare. Alfonso Belardinelli. Il Foglio.

Lo spiazzamento di Berlusconi è conclamato, l’inutilità politica di Alfano lampante. Tra il Patto del Nazareno e il Pd, Renzi ha scelto , per l’ennesima volta, se stesso. Lui, politico di razza è pronto a qualsiasi alleanza pur di portare a casa il risultato, alle prese con un parlamento mediocre e sotto minaccia costante di elezioni anticipate. Diego Bianchi. il venerdì.

Via D’Alema e la sua spocchia, via Veltroni, felicemente definito «il goodfella», via Bersani, l’emiliano simpatico, ma «politicamente inetto»... Un’ecatombe. Erano pericolosamente in bilico da anni, erosi da un ventennio berlusconiano che della superba convinzione-equazione sinistra=popolo aveva fatto strame, costretti a fingersi ciò che non erano non volendo ammettere ciò che erano diventati. Matteo ha abbattuto con un colpo solo ciò che Silvio aveva intaccato alle radici. Stenio Solinas. Il Foglio.

Gaetano Afeltra era il genio che aveva dispiegato mandando in giro per il mondo Indro Montanelli e scegliendo non solo gli argomenti giusti su cui costringerlo a esibirsi, ma anche lo stile narrativo. Una volta, era da poco finita la seconda guerra mondiale, l’inviato speciale di Fucecchio approdò in America e scese in un grande albergo. Nella prima telefonata da oltreoceano, riferì al caporedattore che in camera, sopra il comodino, c’era una sfilza di tasti impressionante, da astronave. Afeltra ebbe uno dei suoi guizzi: «Indrè, prova a schiacciarli tutti e poi scrivi che cosa succede». Montanelli, più matto di lui, ubbidì, suscitando l’indomani i complimenti entusiasti del superiore: «Indrè! Maronna che bell’articolo t’aggio fatto fa’». Ne era uscito un pezzo sulla modernità, sugli Stati Uniti proiettati verso il futuro, mentre l’Italia ancora arrancava fra le macerie della guerra. Una controprova della teoria di Afeltra, secondo il quale per descrivere bene un posto bisognava o soggiornarvi per dieci anni o restarvi per un giorno soltanto. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio.

Rimane inquietante l’interrogativo che Ingroia, nella sua connaturata ambiguità, non ha sciolto: tornerà un giorno in magistratura? Dio non voglia, ma il sistema glielo consente. Infatti, non si è dimesso. Ha solo chiesto l’aspettativa per tenersi aperta ogni strada. La iattura del rientro è, dunque, possibile. L’unica speranza è un provvedimento che vieti finalmente il pendolarismo dei magistrati. Sempre che una legge sia una remora per un tipo peperino come Ingroia che delle regole se ne impipa. Tant’è che si è candidato a Palermo, dove era procuratore aggiunto, contro la norma che vieta alle toghe di presentarsi nel luogo in cui esercitano la giurisdizione. Giancarlo Perna. Libero.

Noi gitani non puntiamo ad avere un nostro stato. Non avrebbe senso. Nessuno di noi ha mai avuto pretese territoriali. Non abbiamo mai fatto una guerra. Siamo più di 12 milioni nel mondo. Siamo tanti, ma siamo molto pacifici. Dijana Povlovic, serba di etnia rom, dal 1999 vive e lavora a Milano. Sette.

«Hanno il sangue caldo, bisogna maritarle presto, le ragazze». Alberto Arbasino. Corsera.

Le abitudini da noi si presentano travestite, baffi finti e tacchi alti, ma si capisce subito dove vanno a parare. I master per burocrati aggiungono perfezione e perfezione, e le norme si restringono come le reti a strascico. Chissà se un giorno invece dell’Erasmus, si potrà fare lo Tsipras, col quale i nostri vecchi, al ritorno, dimostreranno che l’estero esiste e l’hanno incontrato. Massimo Bucchi. il venerdì.

Il mio miglior fornitore di salame e lonza è un impresario di pompe funebri mantovano. Mi sta portando alla tomba. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 11/2/2015