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 2015  febbraio 11 Mercoledì calendario

SANA’A

In Yemen la tensione è alle stelle, con il Paese sempre più nelle mani dei ribelli houthi, le piazze invase dai manifestanti anti-islamisti e Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia costretti a chiudere in fretta e furia le proprie ambasciate a Sana’a.

Le scene in Sa’awan street, sede diplomatica di Washington, ricordano molto da vicino quelle di Teheran, nel 1979, e Saigon, alla fine della guerra del Vietnam. Il personale diplomatico ha distrutto computer e documenti sensibili, lasciando poi la città. Gli houthi hanno preso d’assalto l’aeroporto da dove si sono imbarcati i diplomatici, sequestrando le auto e le armi dei marine di guardia. La Casa Bianca ha fatto sapere che rimane sul territorio del personale della Difesa, forse proprio marine, con compiti di anti-terrorismo.
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SCHEDA Chi sono gli houthi

La città è spaccata, controllata in gran parte dal movimento ribelle che ha preso il potere la scorsa settimana, ha sciolto il parlamento e ha preso d’assedio la presidenza della repubblica e la residenza del presidente. Sostenuti dall’Iran, gli houthi sono profondamente anti-americani: lo slogan "Morte all’America" non manca mai nelle loro manifestazioni.

Ma i ribelli non controllano a pieno la capitale e il resto del territorio: nel giorno dell’anniversario della rivolta contro l’ex presidente Saneh, migliaia di manifestanti di fede sunnita sono scesi in piazza in diverse città contro i ribelli sciiti. Nella capitale si sono fronteggiate centinaia di persone e gli houthi hanno sparato in aria e minacciato i manifestanti con coltelli.
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A Taiz, città che gli houthi non controllano, sono scese in piazza decine di migliaia di persone.

E se la città e il territorio sono spaccati, lo è anche il fronte jihadista (di fede sunnita), indeciso su come rapportarsi agli sciiti al potere. Alcuni gruppi di combattenti qaedisti in Yemen hanno annunciato oggi la scissione da al-Qaeda nella Penisola arabica (Aqpa) per giurare fedeltà allo Stato islamico di Abu Bakr al-Baghdadi e per combattere gli houthi nelle province di Sanaa e di Dhamar, 100 chilometri a sud della capitale.
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L’ambasciata d’Italia chiusa. Anche l’ambasciata d’Italia è temporaneamente chiusa e la Farnesina raccomanda "ai connazionali che, per assoluta necessità, siano rimasti in Yemen, di lasciare temporaneamente il Paese". Nell’avviso si ricorda che c’è un "rischio particolarmente alto di sequestri per i cittadini occidentali".