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 2015  febbraio 11 Mercoledì calendario

SUPER ACARI


Diversi anni fa feci una scommessa sugli acari del viso, animali che vivono nei follicoli piliferi umani. Queste bestiole sono così piccole che una decina di loro potrebbe ballare su una capocchia di spillo. Ma è più probabile che ballino sul vostro viso. Cosa che fanno regolarmente di notte per accoppiarsi, salvo poi tornare nei vostri follicoli, dove restano durante il giorno per mangiare. In queste caverne mamma acaro depone le sue uova a forma di acaro. Alla schiusa, i piccoli compiono diverse mute in cui scartano lo scheletro esterno ed emergono leggermente più grandi. Raggiunte le dimensioni finali, la loro vita da adulti dura poche settimane. La morte arriva quando gli acari, essendo privi di ano, si riempiono di feci e muoiono. Poi si decompongono sulla vostra testa.
Al momento conosciamo due specie di acaro del viso, di cui almeno una sembra essere presente su tutti gli esseri umani adulti. La mia scommessa era che l’analisi di un campione anche modesto di adulti avrebbe portato alla scoperta di altre specie di questi acari, completamente nuove alla scienza.
I biologi scommettono spesso, ma chiamano le loro scommesse previsioni, suona più professionale. La mia scommessa era basata sulla conoscenza delle tendenze dell’evoluzione e degli esseri umani: l’evoluzione tende a sviluppare la maggiore diversità nelle piccole forme, mentre gli esseri umani tendono a ignorare le piccole cose. Gli acari acquatici, per esempio, vivono nella maggior parte dei laghi, degli stagni e persino delle pozzanghere, e spesso ce ne sono centinaia di migliaia per metro cubo. Li si può trovare addirittura nell’acqua potabile, ma pochi hanno mai sentito parlare di acari acquatici, compreso – sino a non molto tempo fa – il sottoscritto, che studia queste piccole creature per guadagnarsi da vivere.
Gli acari vivono anche nella polvere, dove si sono fatti un nome mangiando i frammenti di pelle morta che ci lasciamo dietro ovunque.
Alcuni tra gli acari più mostruosi vivono nel suolo; predatori armati di bocche che sembrano un arsenale medioevale. Hanno mandibole con denti da squalo, lame levigate che si chiudono a scatto con forza straordinaria, sciabole affilate. Cacciano nei tunnel dei vermi e negli spazi tra i granelli di sabbia.
Altri acari vivono nella volta arborea delle foreste pluviali, sulle foglie o nella terra che si accumula nei recessi e nelle fessure dove i rami si intersecano con i tronchi, o tra le foglie delle piante epifite.
Vivono anche nel nostro cibo: il gusto del formaggio francese mimolette è dovuto allo scavare, mangiare, defecare e accoppiarsi degli acari. In conclusione, si può dire che gli acari modificano il mondo. Possono accelerare o rallentare il ricambio del suolo o la decomposizione, e far prosperare o ammalare i raccolti agricoli. Le loro zampette lasciano impronte più profonde di quanto il loro peso potrebbe far pensare.
Non sappiamo bene quante specie di acaro esistano oggi al mondo; probabilmente almeno un milione, ma nessuno ne sa abbastanza per affermarlo con certezza, né lo saprà nell’arco dei prossimi decenni: le collezioni dei musei sono zeppe di specie di acari che nessuno ha ancora avuto l’opportunità di studiare. Alcune specie avranno senza dubbio affascinanti storie evolutive, altre mangiano insetti erbivori e potrebbero essere validi aiuti in agricoltura o in medicina, altre ancora potrebbero essere vettori di malattie letali.
Un altro motivo per il quale ho fatto questa scommessa è che gli acari sono animali specializzati che occupano ogni nicchia immaginabile, tra cui la trachea delle api, il rachide delle penne degli uccelli, l’ano delle tartarughe, le ghiandole odorifere delle cimici, l’apparato digerente dei ricci di mare, i polmoni dei serpenti, il grasso dei colombi, i bulbi oculari delle volpi volanti e il pelo che circonda il pene dei pipistrelli vampiro. Vivere in questi ambienti richiede peli specializzati, agenti chimici, cuscinetti e apparati boccali speciali, nonché una serie di trucchi. Richiede anche metodi efficaci per passare da un habitat idoneo all’altro.
Alcuni acari passano di fiore in fiore viaggiando nelle narici dei colibrì. Quando l’uccello staziona in volo vicino al fiore, l’acaro lo annusa per vedere se è del tipo giusto, che gli permetta di trovare un compagno tra i petali. In caso positivo, sfreccia lungo il becco del colibrì a velocità che, in termini di lunghezze corporee percorse, sono tra le più elevate del regno animale.
Altri acari si fanno dare un passaggio sulla schiena di scarabei o formiche, o nelle orecchie delle falene. Una specie si appende al piede della zampa posteriore della formica Eciton dulcius, dove le sue zampette sostituiscono gli artigli della formica. Altri galleggiano tra grovigli di seta che essi stessi producono e dispiegano al vento.
Vi dico tutto ciò per farvi capire che, se si immagina un habitat, per quanto ristretto possa essere, state pur certi che gli acari sono lì.
Ma le meraviglie dei sistemi di trasporto degli acari non sono nulla di fronte alle idiosincrasie dei loro processi riproduttivi. Alcuni si clonano, altri divorano le loro madri, altri si accoppiano con le sorelle mentre sono ancora nel grembo materno e, nascendo, uccidono le madri. Le tragedie greche di queste piccole, strane creature vanno in scena nelle narici dei colibrì e nelle orecchie delle falene.
Gli habitat che offrono i maggiori vantaggi agli acari sono i corpi, non importa se di mammiferi, uccelli, insetti o di qualsiasi altra creatura più grande di un acaro. I corpi sono le carrozze ristoranti degli acari, forniscono infatti cibo e trasporto. E gli acari che vivono sui corpi hanno adattamenti specializzati per restare aggrappati al loro ospite anche quando corre, nuota o vola.
La maggior parte degli uccelli ospita più di un acaro specializzato, che non si trova altrove; un parrocchetto ha 25 specie di acari che vivono sul suo corpo e tra le sue piume, ciascuno in un differente microhabitat. I conigli ospitano diverse specie di acari, i topi sino a sei, persino le foche hanno i loro.
Data una tale diversità e specializzazione, è facile immaginare che una stanza piena di gente (pensate a tutti gli habitat che contiene!) sarebbe un terreno ideale per scoprire nuovi acari... e mettermi in condizione di vincere la scommessa. Per parecchio tempo questa è stata solo una battuta per fare conversazione a una festa noiosa, ma di recente io e alcuni miei collaboratori abbiamo raggruppato un po’ di persone e abbiamo chiesto loro di poter analizzare la loro pelle. Dopo qualche tampone, qualche punzecchiatura e un po’ di sequenziamento del DNA, abbiamo trovato acari su tutti gli adulti testati, inclusa una specie nuova per la scienza che sembra vivere principalmente su persone di origine asiatica. Pensateci: un acaro che probabilmente vive su milioni di esseri umani, forse miliardi, ancora completamente sconosciuto. Ero elettrizzato.
Come hanno reagito alla notizia i tassonomisti (gli scienziati che danno il nome alle specie) specializzati in acari? Alcuni erano emozionati, altri indifferenti. Sapevano che la mia scommessa sulla diversità degli acari era facile, un dato di fatto che si conferma ogni volta che esaminano una manciata di terra, scrutano nel muschio o fanno un tampone a un amico. Basta guardare le immagini degli acari illustrati in questo articolo, la maggior parte dei quali sono ancora senza nome. Con ogni probabilità resteranno a lungo così, misteri sotto gli occhi di tutti, come gran parte della vita.

Rob Dunn è un biologo dell’evoluzione alla North Carolina State University.