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 2015  febbraio 10 Martedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA CRISI UCRAINA, LA CRISI GRECA


REPUBBLICA.IT
MILANO - Si avvicina il momento della verità per Atene, l’Eurogruppo di domani dal quale dovrà uscire un accordo (o almeno un avvicinamento) con l’Unione europea, e il governo ellenico prepara per il summit un pacchetto di quattro punti per raggiungere un’intesa con i partner. Il piano comprende, secondo la ricostruzione di Ekathimerini, un programma-ponte da oggi sino alla fine di agosto, non più sino alla fine di maggio, per poi partire dal settembre prossimo con il "New Deal" auspicato da Atene, che sostituisca l’attuale piano di austerità e finanziamenti sottoscritto con la Troika.
La Commissione Ue fa sapere di aver finora avuto "scambi intensi" con Tsipras e le autorità greche, ma "non sono stati fruttuosi finora". Le aspettative di Bruxelles per un accordo "finale" all’Eurogruppo di domani o al vertice di giovedí sono "molto basse". Al di là delle comunicazioni ufficiali, però, nel corso della giornata si diffonde la notizia che la Commissione intenderebbe proporre ad Atene un’estensione di sei mesi dei debiti in scadenza, in modo da dare respiro alla Grecia fino a settembre, quando il governo Tsipras dovrebbe far partire il pacchetto di riforme elaborato insieme all’Ocse. Lo spiraglio aperto ha infiammato i mercati, con Atene che ha chiuso in rialzo dell’8%, ma presto è arrivata la smentita della notizia da parte di Berlino: "Sono sbagliate le notizie secondo le quali la Grecia potrebbe avere altri sei mesi per rinegoziare il debito", ha detto il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble al G20 di Istanbul. "Non avremo un nuovo programma domani", il suo convincimento.
Insomma, la questione è sempre quella: per Berlino, ha modo di spiegare il numero uno della Buba, Jens Weidmann, il piano di salvataggio della Troika "è la base per ripristinare la deroga sui titoli di Stato" spazzatura della Grecia e permettere così alla Bce (che li ha sospesi) di poterli accettare nuovamente come garanzia ai finanziamenti delle banche greche. Dal quadro del memorandum non si può uscire, mentre Tsipras vorrebbe fare il contrario.
Dal G20 di Istanbul, intanto, il segretario al Tesoro Usa, Jack Lew, e il vicepremier turco, Ali Babacan, sono andati in pressing perché si adotti un approccio "pragmatico" e si trovi una soluzione. "Siamo all’inizio di un percorso, che alla fine penso sarà positivo", ha detto invece il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. L’andamento dei mercati, con lo spread sotto i 130 punti base, sta a testimoniare che il rischio di contagio per l’Italia "è molto più basso" rispetto al 2011-2012, ha aggiunto tranquillizzando il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco.
Tornando alla proposta ateniese, anticipata dalla stampa greca, in essa si prevede l’abolizione di circa il 30% del memorandum e la sua sostituzione con un pacchetto di 10 riforme da preparare in collaborazione con l’Ocse il cui segretario, Angel Gurria, arriva oggi a Atene per vedere il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, e il premier, Alexis Tsipras. Il pacchetto prevede al secondo punto una sostanziale riduzione dell’avanzo primario, dal 3% previsto dal memorandum all’1,49%; a chiudere le proposte ci sono un intervento per la situazione di povertà diffusa nel Paese e la riduzione del debito (al 180% del Pil circa) attraverso la conversione di alcuni prestiti, con meccanismi di ’swap’. Proprio sull’entità del debito, circa 320 miliardi, si è espresso l’advisor per la ristrutturazione, la banca d’affari Lazard: secondo il capo Matthieu Pigasse una riduzione di 100 miliardi, per arrivare al 120% del Pil nell’orizzonte del 2020, è necessaria per renderlo sostenibile.
Per quanto riguarda la parte di finanziamento, il piano di Varoufakis comprende l’incasso di 1,9 miliardi di interessi che la Bce ha guadagnato sottoscrivendo i titoli greci, l’emissione di 8 miliardi di bond aggiuntivi rispetto ai limiti attualmente definiti dalla Bce, che però dovrebbe dare il suo ok. Resta poi da verificare il destino di una tranche da oltre 7 miliardi di finanziamento che potrebbe ancora essere richiamata. Nel complesso, comunque, il prestito ponte dovrebbe valere una decina di miliardi.
In attesa degli sviluppi in sede Ue, il ministro degli Esteri greco, Nikos Kotzias, è impegnato in una due giorni internazionali: oggi a Berlino e domani a Mosca per colloqui con i suoi omologhi, il tedesco Frank Walter Steinmeier e il russo Sergei Lavrov. La notizia rinnova i timori di alcuni paesi europei che Atene giochi la carta del riavvicinamento con il Cremlino nel pieno della crisi ucraina.
Le fonti di governo smentiscono che ci sia questa intenzione, e anzi parlano di mosse esterne per mettere pressione in direzione di un accordo con la Ue, ma intanto il ministro della difesa, l’esponente dei Greci Indipendenti (destra) alleati di Syriza, Panos Kammenos, minaccia: "Se la Grecia non riuscirà a raggiungere un accordo con i suoi partner europei sulla rinegoziazione del debito, si rivolgerà ad altri paesi per ottenere fondi". In un’intervista in Tv spiega: "Quel che vogliamo è un accordo ma, se non ci sarà un accordo e vediamo che la Germania resta rigida e desidera far saltare l’Europa in aria, allora saremo obbligati a ricorrere al Piano B". Questo "significa ottenere fondi da un’altra fonte, che potrebbe essere gli Stati Uniti, nella migliore delle ipotesi, potrebbe essere la Russia, potrebbe essere la Cina o altri paesi".

ARTICOLO DEL 9 FEBBRAIO
MILANO - Dopo i tuoni e fulmini della domenica, nell’infervorato discorso programmatico al Parlamento ateniese, Alexis Tsipras torna a mostrarsi conciliante e fiducioso sull’esito positivo della trattativa con la Ue per la soluzione della questione greca. Moody’s intanto ha tagliato il rating di 5 banche greche, Piraeus Bank, National Bank of Greece, Alpha Bank, Eurobank e Attica Bank, che scendono così ulteriormente nel territorio dei titoli spazzatura. Il giudizio per tutte le istituzioni è posto sotto osservazione in vista di ulteriori tagli.
Per il leader di Syriza e primo ministro ellenico, il negoziato sul debito tra si concluderà con un "compromesso vantaggioso per tutti" e l’attuale fase di stallo e dovuta unicamente a "motivazioni politiche". Lo ha detto da Vienna, dove ha incontrato il cancelliere austriaco Werner Faymann. "Non vogliamo uno scontro con i nostri partner, il nostro obiettivo è quello di lavorare duro", ha affermato Tsipras, "credo che raggiungeremo nei prossimi giorni un accordo su una soluzione condivisa a livello europeo".
Sui contenuti delle sue richieste, che partono da un prestito ponte per arrivare all’estate e poter così con calma trattare un nuovo accordo, Tsipras ha assicurato che questo "non peserà sui contribuenti europei per nemmeno un euro. Il nostro programma prevede un prestito ponte dal 28 febbraio al 1 giugno". "In questo modo avremo lo spazio di manovra fiscale e il tempo per iniziare ad applicare il programma e ripristinare i servizi pubblici. Chi scommette sul fallimento della Grecia, scoprirà di aver sbagliato", ha aggiunto Tsipras, "voglio assicurare che ci sarà un accordo con i nostri partner".
Anche il suo ministro delle Finanze, Varoufakis, ha spiegato fermo ma conciliante: "Presenteremo le nostre proposte, e andremo avanti, per attuare profonde riforme in collaborazione con l’Ocse. A questo elenco aggiungeremo circa il 70% delle riforme e degli impegni previsti nell’attuale piano di salvataggio. Il restante 30% sarà o sospeso o cancellato".
Il primo ministro greco ha poi affermato di "non aver ancora sentito di alcuna alternativa specifica o percorribile al nostro piano". Il suo ottimismo è stato però gelato dal presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, secondo il quale nell’area euro "non è aria" di un cedimento alle richieste di un prestito ponte incondizionato. E "non penso - ha aggiunto a margine di un convegno nei pressi di Berlino - che riusciremo a trovare un accordo in tempo" per il vertice europeo di questa settimana.
Intanto da Berlino anche è arrivata una prima risposta alle bordate di Tsipras, che domenica ha evocato anche la richiesta di danni per la guerra e il nazismo; il vice cancelliere tedesco Sigmar Gabriel ha respinto quelle affermazioni e spiegato che simili argomenti sono stati affrontati definitivamente nei negoziati che hanno portato all’unificazione tedesca nel 1990. Quando gli è stato chiesto se Berlino pagherà le riparazioni, Gabriel ha risposto: "La probabilità è zero".
La decisione di Moody’s di declassare 5 banche greche non aggiunge serenità alla viglia dell’Eurogruppo. Nel dettaglio, Piraeus Bank viene
ridotta a Caa2 da Caa1, National Bank of Greece a Caa2 da Caa1, Alpha Bank a Caa2 da Caa1, Eurobank Ergasias a Caa3 da Caa2 e Attica Bank a Caa3 da Caa2. La decisione di oggi riflette la posizione di Moody’s di una ridotta probabilità di un sostegno sistemico considerata l’incertezza riguardo all’abilità del governo di giungere ad un accordo con i creditori nei tempi necessari a soddisfare i suoi bisogni di liquidità e finanziamento e la probabile riduzione della capacità del fondo Hfsf di sostenere le banche in caso di necessità.
In vista dell’Eurogruppo decisivo di mercoledì, la faccenda greca continua dunque ad agitare intanto l’Europa. Il governo britannico ha convocato un vertice a Downing Street con il premier David Cameron, il Cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, e membri della Banca d’Inghilterra, per preprarsi a contenere gli effetti del possibile "contagio" dell’eventuale uscita dall’Euro della Grecia. Insomma, davvero si fanno le prove di contagio nella principale Piazza finanziaria Ue. Mentre i mercati sono in tensione, sono rientrate le polemiche con Roma. Si sono infatti smorzati i toni dopo un week end di polemiche, generate dalle uscite del ministro greco Varoufakis sulla sostenibilità del debito italiano e dalle risposte piccate di Pier Carlo Padoan. Oggi è stata la volta del chiarimento. Sostegno alla Grecia è arrivato invece dalla Francia: "Credo ci sia flessibilità per trovare una soluzione di breve termine", ha detto il ministro delle Finanze, Michel Sapin, che "auspica" un finanziamento ad Atene.
In Italia, ad attivarsi è stata la minoranza del Pd che ha chiesto la convocazione della direzione del partito: in una lettera a Renzi, Orfini e ai capigruppo Zanda e Speranza, firmata dai principali esponenti della minoranza, si auspica nella Ue un "compromesso di svolta democratica e economica nella soluzione dei problemi sistemici posti dal Governo greco".

LA CRISI UCRAINA
REPUBBLICA.IT
KIEV - Si estende ben oltre la linea del fronte la guerra in Ucraina. Razzi hanno colpito questa mattina il quartier generale delle forze armate ucraine e una zona residenziale nella cittadina di Kramatorsk, nel sud-est ucraino, 50 km oltre la linea dei combattimenti (mappa). I morti sarebbero almeno 12, fra loro una donna. Secondo le autorità sanitarie dell’amministrazione regionale di Donetsk, i feriti sono 64 (di cui 29 militari). Le vittime sono cinque civili e cinque militari, a cui si aggiugono due persone decedute successivamente a causa delle ferite.
I ribelli filorussi hanno negato di aver attaccato la città che si trova vicino a Sloviansk, nella regione di Donetsk, ed era stata riconquistata in estate dalle truppe governative. In queste stesse ore, la guardia nazionale dell’Ucraina ha lanciato un’offensiva contro i separatisti filorussi vicino a Mariupol, nel sudest del Paese.
Ucraina, Kramatorsk devastata dai raid: missili sui civili
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Domani a Minsk vertice decisivo. Domani i leader di Germania, Francia, Russia e Ucraina dovrebbero incontrarsi a Minsk. Il presidente francese, Francois Hollande, sarà a Minsk "con la ferma volontà di ottenere un risultato", confermando indirettamente che il vertice si terrà. Il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeir ha chiamato gli omologhi russo e ucraino chiedendo loro di "essere pronti ad accettare compromessi sulle questioni aperte"e annunciando che i lavori preparatori degli sherpa proseguiranno tutta la notte. "Se il dialogo sull’Ucraina fallisce - avverte il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni - sarà responsabilità della Russia".
Il governo ucraino ha fatto sapere di essere "cautamente ottimista" in vista del vertice tra Hollande, Merkel, Putin e Petro Poroshenko per far tacere i cannoni nel Donbass, ma bisogna "anche essere pronti al peggior scenario", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Kiev, Ievghen Perebiinis. Secondo il diplomatico, il summit di domani comunque "non è l’ultima chance" per trovare "una soluzione pacifica" al conflitto.
Ucraina, filma l’attacco a Kramatorsk e piange
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Fonti russe citate dall’agenzia Ria-Novosti riferiscono che domani a Minsk non è in programma la firma di un accordo finale per risolvere la crisi ucraina. Secondo la fonte domani ci si concentrerà sulla delimitazione della zona cuscinetto demilitarizzata tra le forze di Kiev e quelle separatiste e l’avvio di contatti diretti tra il governo ucraino e le autorità separatise. La stessa fonte riferisce che la Russia vuole che sia l’Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), che ha gia 400 osservatori nel Paese, a sovrintendere alla creazione della zona demilitarizzata.
Tensione Usa-Russia. Mentre in Ucraina continuano gli scontri c’è ancora tensione sul fronte diplomatico, soprattutto dopo l’ipotesi dell’invio di armi da parte degli Usa a Kiev, eventualità che oggi non ha escluso neanche il capo della diplomazia inglese Philip Hammond.
Il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev, ha detto che se gli Stati Uniti decideranno di armare l’esercito di Kiev, nel sud-est ucraino ci sarà "un’ulteriore escalation del conflitto". Patrushev ha riferito senza mezzi termini qual è il pensiero russo sugli americani: "Vogliono ribaltare la leadership russa di Vladimir Putin e smembrare il Paese". Secondo Patrushev gli Stati Uniti stanno cercando di attirare la Russia nel conflitto ucraino al fine di determinare un cambiamento di potere in Russia.
Parole alle quali sono seguite quelle del portavoce del Cremlino Dimitry Peskov: "Tutti i progetti che mirano a rinforzare le sanzioni, isolarci, ad inviare armi, sono tutti passi che, purtroppo, mirano a destabilizzare la situazione". Come aveva già fatto il presidente Putin, il suo portavoce ha poi negato che nell’incontro a Mosca tra il presidente russo, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande di venerdì scorso siano stati dati ultimatum nei confronti della Russia. "Nessuno può usare questi toni con noi", ha avvertito.
Esercitazioni militari russe in Crimea. Vladimir Putin in mattinata ha assicurato che la Russia "continuerà la sua politica estera indipendentemente dalle pressioni" in quello che ha definito come "un ambiente internazionale difficile". Lo ha fatto sapere inviando un messaggio al corpo diplomatico e ai funzionari del mistero degli Esteri nella Giornata dei diplomatici, che si sono riuniti oggi per preparare il vertice di domani di Minsk. Il capo del Cremlino ha risposto così al presidente Usa, Barack Obama, che ha accusato Mosca di aver violato tutti gli impegni e di essere ormai isolata per via della crisi ucraina.
Intanto oltre 600 militari russi hanno iniziato esercitazioni in Crimea. Secondo la flotta del Mar Nero, citata dall’agenzia russa Ria Novosti, le unità della difesa costiera hanno avviato esercitazioni nella penisola ucraina, che la Russia ha annesso a marzo scorso dopo un controverso referendum. Mosca ha anche deciso di prolungare la detenzione della pilota dell’esercito ucraino, Nadezhda Savchenko: rimarrà in carcere fino al 13 maggio. Lo ha stabilito la corte moscovita di Basmanni, prorogando così il termine delle indagini nei confronti della donna, diventata ostaggio del braccio di ferro tra Mosca e Kiev.
La Russia è anche intenzionata a respingere la richiesta formale avanzata da Kiev per l’arresto e l’estradizione dell’ex presidente ucraino, il filo-russo Viktor Yanukovich, e dei suoi collaboratori. L’ex Capo dello Stato ucraino era scappato in Russia dopo la rivoluzione di Maidan che lo aveva deposto.