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 2015  febbraio 10 Martedì calendario

PERISCOPIO

Ho preso anche io un voto alle elezioni del presidente della repubblica. Attenzione quindi, Sergio Mattarella. Hai il fiato sul collo, sto arrivando. Certo, sono la metà dei voti che ha preso Antonio Razzi (due), ma è pur sempre un inizio. Il vero divertimento è stato vedere Laura Boldrini davanti a quella scheda pazza. Non voleva leggerla, stava addirittura per starnutire... Ma, alla fine, si è arresa all’evidenza, e ha bofonchiato, soffiando: «Bechis». Lo ha dovuto dire. A fra sette anni! Franco Bechis. Libero.it

Tsipras ha annunciato la fine degli accordi fra la Grecia e la Troika, che ora potrà finalmente dedicarsi all’Italia. Edelman. Il Fatto.

Renzi ci penserà due volte, adesso che al Colle c’è Mattarella, prima di riportare sul tavolo del consiglio dei ministri un provvedimento sull’evasione che sembra scritto da un tributarista che ha alzato il gomito. Mario Sechi, giornalista. Il Foglio.

Charlie Hebdo, cosa pensa di tale scelta? «Dato che le vignette di Charlie Hebdo erano disponibili in rete, non capisco perché i grandi giornali avrebbero dovuto ripubblicarle, esponendo i loro staff a potenziali pericoli da parte di fanatici senza scrupoli. I direttori poi possono anche indulgere in gesti nobili e simbolici, barricati come sono dietro sistemi di sicurezza molto più sofisticati di quelli della redazione di Charlie, ma, di solito, a pagare il prezzo più alto sono gli inservienti, le guardie, i custodi». Camille Paglia, leader femminista storica di New York (Mattia Ferraresi). Il Foglio.

Nell’ultimo anno, la società russa è cambiata radicalmente. Abbiamo vissuto più di due decenni di umiliazioni, come Paese e come popolo. Abbiamo subìto sconfitta dopo sconfitta. Il Paese che i russi avevano costruito, l’Unione Sovietica, si è suicidato. È stato un suicidio assistito da stranieri interessati. Per 23 anni siamo stati in piena depressione collettiva. Il popolo di un grande Paese ha un costante bisogno di vittorie, non necessariamente militari, ma deve vedersi vincente. La riunione della Crimea alla Russia è stata vista dai russi come la vittoria che ci era mancata per così tanto tempo. Finalmente. È stata qualcosa di paragonabile alla Reconquista spagnola. Eduard Limonov, scrittore russo. (Paolo Valentini). La Lettura, Corsera.

Sono passati più di tre secoli da quando Pietro il Grande volle forzare lo sguardo del suo impero verso l’Europa. Ma dopo 318 anni di tormenti, passioni brucianti e appuntamenti mancati, l’impressione è che i russi abbiano tanta voglia di chiudere quella finestra, che il fondatore di San Pietroburgo volle aprire con tutte le forze. Paolo Valentino. Corsera.

La Chiesa, specie in Occidente, è un mondo assolutamente al maschile, a livello decisionale, anche se è composto per la maggior parte di donne. I due terzi dei religiosi sono donne, dalle missionarie alle suore di clausura. E sono le donne che ormai mandano avanti le parrocchie, insegnano catechismo, badano ai bambini, assistono anziani e malati. Però la loro voce non viene ascoltata. Non è questione di potere, ma di voce. Di ascolto della loro voce e di partecipazione ai processi decisionali. Non si tratta di sacerdozio o di donne cardinale. Non ci sarebbe bisogno di cambiare nulla. Lucetta Scaraffia, storica. Responsabile dell’inserto femminile dell’Osservatore romano (Gian Guido Vecchi). Corsera.

«Non sono le notizie che fanno i giornali, sono i giornali che fanno le notizie». Non bisogna rincorrere quello che è accaduto ieri e ha già raccontato la tv, ma evocare quello che accadrà domani: anticipazioni, insinuazioni, allusioni... In mancanza di meglio si può sempre scongelare qualche vecchio scoop. «Cesare è stato assassinato alle Idi di marzo» fa sempre la sua porca figura. Umberto Eco, Numero zero. Bompiani.

Conosco la motivazione della creazione di un’area ristretta per ospitare le prostitute che oggi sono disperse in tutte le vie del quartiere Eur di Roma. Si vuol provare a razionalizzare un problema sociologico eterno, combattere i magnaccia, aiutare queste povere ragazze e sottoporle a continui controlli medici. Altrove funziona. Altrove però non è Roma. Non siamo in Olanda e l’idea di dare alla prostituzione un aspetto «romantico» come a Pigalle è sbagliata in partenza. Roma non è Parigi. A Roma diventa tutto zozzo, automaticamente. Carlo Verdone (Andrea Scanzi). Il Fatto.

A 13 anni, nel 1945, vidi uccidere il mio parroco accusato dai partigiani di collaborazionismo con i tedeschi. Vidi le morti di alcuni amici più grandi. Partigiani cattolici come Giorgio Morelli e Mario Simonazzi. Chi ricorda più i loro nomi? Morelli faceva un giornale a Reggio. Gli spararono sei colpi di pistola. Sopravvisse per un po’. Non ce la fece. Morì l’anno dopo, nel 1947, nel sanatorio di Arco dove lo avevano portato. Ne ho concluso che la sinistra non ha saputo fare i conti con quel passato. Furono molto difficili i rapporti con la componente comunista. A Reggio e dintorni si respirava un clima di violenza, di omertà, di paura. Molte cose che accaddero in quel periodo sono ingiustificabili. Ricordo che andavo dai cugini a prendere il latte. E la sera ci riunivamo nelle stalle a discutere. Volevamo una società più giusta. E c’era chi per ottenerla attendeva la rivoluzione. Era questa la vera spaccatura. Paolo Prodi, storico, fratello di Romano (Antonio Gnoli). la Repubblica.

Scordatevi Zeffirelli. I quintali di polvere d’oro, le statue, i geroglifici, gli obelischi... Scordatevi le orde di schiavi in perizoma, i cammelli, gli elefanti in voga all’Arena di Verona... «Mi piacciono gli elefanti, ma in Africa e a piede libero. E i kolossal vanno bene al cinema», ridacchia Peter Stein, regista geniale quanto austero, pochissimo incline a sfingi e flabelli. Peter Stein, regista d’opera tedesco. Corsera.

Ancora una lezione di famiglia Visconti: «Tesoro, ti ho visto cinque secondi alla televisione - mi disse mia madre quando vinsi l’Oscar della moda, quella statuina verde, lunga appoggiata alla mensola lassù. Ti hanno consegnato un grosso cetriolo?». Tutta la mia vita è stata così. Understatement nobiliare e lombardo. I Visconti ti devono dare tarellate ogni volta che ti monti la testa. Giovanni Gastel, nipote di Luchino Visconti, fotografo (Alessandra Coppola). Corsera.

L’orgasmo è una scintilla dell’aldilà. Un assaggio. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 10/2/2015