Karima Moual, Domenicale – Il Sole 24 Ore 8/2/2015, 8 febbraio 2015
FARE SOLDI CON L’ISLAM
Andare oltre la parola Islam e scoprire un processo e un percorso dove la parola stessa negli ultimi decenni si è pressoché svuotata della sua spiritualità iniziale, e dunque di origine, per diventare un marchio, un brand fruttuoso per un nuovo mercato islamico sempre più globalizzato e al passo con il capitalismo, se non addirittura superandolo.
è quello che cerca di raccontare e analizzare Lorenzo Declich, con il suo L’Islam nudo in uscita l’11 febbraio. Un lavoro che accende i riflettori su una realtà attuale e in crescita, ancora poco studiata. Quella dell’Islam mercato.
Qui infatti c’entra poco o niente la spiritualità, anzi, per la verità diventa solo un cinico pretesto per arrivare al fine ultimo: il business. Dare anima a più merce possibile, per creare ovviamente un mercato islamico più inclusivo e allargato a settori inimmaginabili. Perché ormai, non si tratta solo di cibo Halal (lecito) o meno. Il libro cerca di entrare dentro il mercato islamico, intende scavare nell’immaginario di cui si nutre, partendo da semplici interrogativi come: quali sono i confini e le strutture profonde di questo mercato delle merci “islamiche”? Perché sta prendendo piede così in fretta? E quali sono le implicazioni economiche, sociali, culturali, religiose e politiche dei processi in atto?
Si ripercorre e si analizza la storia recente ma anche il passato storico, di come le società islamiche attraverso scelte politiche ed economiche precise, e qui sono al centro soprattutto Arabia Saudita Paesi del Golfo e Malysia, si siano trasformate in società consumistiche, perdendo anche le loro identità. Di come proprio la parola Halal, si sia trasformata oggi in un bollino su cui si fa la guerra per averne il monopolio. È quello che viene definito come il next 1 Billion market, next to China and India, evocato da Miles Young, Ceo dell’agenzia pubblicitaria e di marketing più grande del mondo, Ogilvy & Mather Worldwide: «L’islamic consumer market è composto di un miliardo e duecento milioni di persone e innegabilmente rappresenta la grande opportunità globale di mercato non ancora dischiusa per i prossimi anni».
L’islam nudo è un saggio approfondito fra cronaca e divulgazione. Uno studio che mette appunto a nudo non solo ciò che molti, se non la maggioranza dei semplici musulmani nel mondo, non vedono, non immaginano; pur se sono gli attori principali inconsapevoli prestati a svolgere un ruolo fondamentale in questo nuovo, moderno e fruttuoso mercato, che ha poco a che vedere con il religioso ma piuttosto molto con il business. Ma anche il discorso politico dell’Occidente all’islam, con ovviamente il retroscena economico. A partire dal primo discorso al Cairo di Barack Obama. Si punta il dito, su semplificazioni di comodo nel definire i musulmani come un’entità unica, si tracciano i rapporti tra Paesi poco democratici, come i Paesi del Golfo e gli stati Uniti in chiave economica. Mettendo allo scoperto paradossi. È un excursus sulle dinamiche dell’islam mercato ma anche di quelli che sono stati e sono i fatti storici sociali e politici che riguardano l’area in questione.
Una fotografia della identità islamica, nitida, curiosa, sorprendente ma che può apparire anche un po’ grigia, triste e sbiadita, se si pensa all’esempio più forte: la Mecca rasa al suolo per fare spazio ai grattacieli, i mall e gli hotel megalomani. E dove la Kaaba, il principale simbolo del pellegrinaggio, si perde diventando solo un puntino nero quasi fuori luogo.
Questa storia, raccontata da Declich, è un po’ la storia dell’identità islamica nel tritacarne della globalizzazione. Ma è la storia anche di un mondo fatto di grandi multinazionali che hanno fiutato l’affare del next 1 billion market, e che sono ora impegnati a impacchettare prodotti “islamicamente corretti”.
Karima Moual, Domenicale – Il Sole 24 Ore 8/2/2015