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 2015  febbraio 09 Lunedì calendario

Rocko Gieselman, matricola 21enne dell’università del Vermont, ha appena ottenuto di essere chiamato in ogni contesto ufficiale della vita universitaria con il pronome «they», «loro», usato però al singolare

Rocko Gieselman, matricola 21enne dell’università del Vermont, ha appena ottenuto di essere chiamato in ogni contesto ufficiale della vita universitaria con il pronome «they», «loro», usato però al singolare. È una delle varie opzioni che l’ateneo prevede per gli studenti «non conformi al genere», che cioè non si riconoscono con il sesso attribuito loro alla nascita. Biologicamente femmina, Rocko si definisce infatti transgender e rivendica di appartenere a un terzo genere «neutrale»: né femminile, né maschile. Le identità trans sono diventate così complesse che il New York Times offre un glossario per orientarsi tra i termini: dal tradizionale e quasi desueto «transessuale» a «genderqueer» (chi non si riconosce nell’opposizione binaria maschio- femmina). Transgender è la manager più pagata degli Usa, Martine Rothblatt, fondatrice dell’azienda farmaceutica United Therapeutics. E al tema è dedicata «Transparent», la serie tv di Amazon sulla transizione del padre di famiglia Mart in Maura, che ha fatto incetta di premi ai Golden Globe. Tutti segnali che sta cambiando la visione di due generi distinti. La concezione classica del transessualismo non la metteva in dubbio: l’idea era che si potesse passare da un sesso all’altro a colpi di ormoni e bisturi, affrontando così il «disturbo» di chi si ritrovava «nel corpo sbagliato», ma i generi rimanevano due. È una «cura» che la Repubblica islamica dell’Iran tuttora riserva anche ai gay, per ristabilire l’ordine «naturale» delle cose. Sempre più persone invece vivono l’identità di genere come uno spettro, dove oltre agli estremi maschio e femmina ci sono molti punti intermedi. Può essere difficile da capire. Senz’altro lo è per le nostre leggi, che impongono la sterilizzazione come condizione per il cambio di genere sui documenti: una violenza inutile, secondo il movimento trans. Ma sono questioni che dovremmo iniziare a porci, perché condizionano il benessere (fisico e psichico) di tante persone. Elena Tebano