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 2015  febbraio 09 Lunedì calendario

Dopo la «decisione a sorpresa» di mercoledì scorso della Bce di tagliare la liquidità diretta alle banche greche, un «furioso» Alexis Tsipras avrebbe protestato con Mario Draghi: «Non cederò a queste tattiche

Dopo la «decisione a sorpresa» di mercoledì scorso della Bce di tagliare la liquidità diretta alle banche greche, un «furioso» Alexis Tsipras avrebbe protestato con Mario Draghi: «Non cederò a queste tattiche. Questa mossa è un ricatto inaccettabile». Per poi rincarare la dose: «So che hai avuto molte telefonate prima di decidere», avrebbe aggiunto alludendo alla Germania e alle pressioni che il presidente della Bce avrebbe ricevuto. Pure il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis — che aveva incontrato Draghi quello stesso mercoledì mattina — avrebbe attaccato il numero uno della Bce direttamente: «Questa scelta è una macchia nella tua storia. Un ricatto che non si addice a una Banca centrale». Le indiscrezioni sulla forte irritazione dei due leader greci sono state pubblicate ieri da Realnews , un domenicale di Atene a grande diffusione e molto vicino a Tsipras, che ha citato anonime fonti del governo. Parole forti e insinuazioni, molto distanti dalla cortesia istituzionale mostrata da Varoufakis alla fine dell’incontro «fruttuoso», e anche dall’ammirazione dichiarata di Tsipras per la volontà di Draghi di fare «tutto il necessario» per salvare l’euro. Ma la reazione lascia trasparire anche la debolezza negoziale di Atene, che a Draghi non avrebbe indicato alternative al «no» a firmare un nuovo programma di assistenza. Che l’incontro non fosse andato per il verso giusto era intuibile dai resoconti fatti filtrare da fonti Bce: Draghi ha «chiarito il mandato della Bce e chiesto al nuovo governo di confrontarsi velocemente e in maniera costruttiva con l’Eurogruppo per mantenere la stabilità finanziaria». I greci invece lamenterebbero — come riferito a caldo dallo staff di Varoufakis — che la svolta «non era stata prefigurata». Francoforte aveva tempo fino al 28 febbraio (scadenza del programma di aiuti in corso) per ritirare il «waiver», cioè la deroga che dal 2010 consente alle banche greche di «scontare» in Bce i bond di Atene nonostante abbiano rating «spazzatura». Il waiver è legato a un piano di assistenza, dunque il «no» di Varoufakis è stata la molla che ha fatto agire in anticipo la Bce. Ed era inevitabile che quella molla scattasse. Alle banche greche la Bce ha lasciato in ogni caso aperti i rubinetti di emergenza («Ela») con 60 miliardi di liquidità. E ha gettato la palla nel campo in cui va giocata: quello della politica. Mercoledì 11 tocca all’Eurogruppo. Fabrizio Massaro © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina Corrente Pag. 5 Immagini della pagina