VARIE 8/2/2015, 8 febbraio 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - GLI HACKER ATTACCANO L’ISIS, I TRIONFI GIORDANI
REPUBBLICA.IT
MIGLIAIA di account Twitter sospesi e cancellati. Centinaia di profili Facebook svelati. Decine e decine di indirizzi della propaganda jihadista elencati e pronti per essere attaccati. Decine e decine di indirizzi della propaganda jihadista elencati e pronti per essere attaccati. È la seconda fase dell’#OpIsis, l’operazione di Anonymous per denunciare gli appartenenti alla galassia dell’integralismo islamico che si ritrova sotto le bandiere del Cybercaliffato.
Con una novità: per la prima volta gli "Anon" rivendicano l’azione come insieme di persone di ogni razza, credo e religione, poveri e ricchi, studenti e lavoratori, hacker, cracker, spie e agenti governativi. Tutti uniti nella sforzo di togliere il terreno sotto ai piedi degli agenti della propaganda jihadista. Nel video di tre minuti postato anche su Youtube gli Anon confermano che non daranno tregua ai seguaci del califfato.
Anonymous: "Isis noi non perdoniamo"
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L’operazione stavolta per quanto indirizzata a individuare e colpire i siti della propaganda jihadista, ha un target molto specifico: i reclutatori, coloro i quali attraverso lo strumento dei social network cercano di attirare i simpatizzanti dello stato islamico alla Guerra Santa.
Molti degli account Is "sospesi" dagli attivisti con la faccia del rivoluzionario inglese di fine Seicento, Guy Fawkes, appartegono chiaramente già alla causa riportando Isis nel nome stesso dell’account, mentre altri potrebbero essere di insospettabili predicatori, attivisti e filo-islam. Nella lunga lista che si aggiorna ogni minuto con il lavoro certosino del gruppo The Red Cult, si indica ad esempio come target da seguire e interdire profili che contano anche mezzo milione di utenti e i cui siti sono attualmente down.
Anonymous: "Abbiamo violato la rete jihadista"
Un account Twitter attaccato da Anonymous
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I Red Cult però non si sono limitati ai social, hanno anche pubblicato una lista degli indirizzi email relativi agli account Twitter, Facebook, e dei siti considerati appartenenti ai sostenitori dello stato Islamico. E per la prima volta sono stati resi noti gli indirizzi VPN, cioè le reti virtuali private che consentono una comunicazione sicura a chi non vuole farsi sorvegliare. Molte delle informazioni relative ai soggetti individuati verrebbero proprio da qui, mentre il reperimento dei dati sensibili di molti predicatori pro-Is sembra il risultato di un lungo e laborioso processo di intelligence svelato solo oggi.
Ma le tecniche usate per penetrare le difese dei jihadisti sono state anche altre: dal social engineering, farsi credere qualcun altro per ottenere indirizzi email e password, fingendo di averli perduti, fino al cracking (l’intrusione non autorizzata) di pc casalinghi non crittografati di persone che si sono fatte portavoce delle ragioni del cybercaliffato.
POST DI ANONYMOUS DELL’8 GENNAIO
ROMA - La rete di hacker che fa capo alla sigla Anonymus si schiera a fianco di Charlie Hebdo e promette..."Vendetta". Di fronte ad atrocità del genere, dice Anonymus in un testo postato su pastebin.com, bisogna reagire per difendere "la libertà di espressione". Nel testo si legge:
"Il 7 gennaio 2015, la libertà d’espressione ha subito un assalto disumano. Dei terroristi hanno fatto irruzione nei locali di questo giornale e hanno ucciso a sangue freddo dei disegnatori, dei giornalisti e dei poliziotti. Gli assassini sono ancora in fuga. Distrutti, scioccati, noi non possiamo cadere. È Nostro dovere reagire.
Prima di tutto ci teniamo a fare le nostre condoglianze alle famiglie delle vittime di questo atto laido e abietto. Noi siamo stati tutti molto colpiti dalla scomparsa di cabu, charb, tignous e wolinski, dei giganti dell’illustrazione che hanno lasciato, con il loro talento, un segno indelebile nella storia della stampa e che sono morti per la sua libertà. Noi non dimentichiamo le altre vittime uccise nell’attacco che si sono trovate sulla strada di questi assassini, come non dimentichiamo chi ancora lotta per la propria vita.
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Ci sembra chiaro che certe persone non vogliono, in un mondo libero, questo diritto inviolabile e sacro di esprimere, in qualsivoglia maniera la propria opinione. Anonymous non permetterà mai che questo diritto sia minacciato dall’oscurantismo e dal misticismo. Noi combatteremo sempre e dovunque i nemici della libertà d’espressione. Charlie Hebdo, realtà storica del giornalismo satirico, è stata presa come bersaglio. Anonymous ha il compito di ricordare a ogni cittadino che la libertà di stampa è uno dei prinicipi fondamentali dei paesi democratici. La libertà d’opinione, di esprimersi e di poter pubblicare degli articoli senza minacce né restrizioni è un diritto inalienabile. Anonymous ha sempre combattutto gli oppositori di questo diritto e non ammetterà mai che un individuo sia ucciso laidamente per aver pubblicato un articolo, un disegno, un’opinione...
La libertà di espressione e d’opinione è una cosa che non siamo disposti a negoziare, attaccare questa è attaccare la democrazia.
Aspettatevi una reazione massiccia e frontale da parte nostra perché la battaglia per la difesa di queste libertà è la base stessa del nostro movimento.
Noi siamo legione.
Noi non dimentichiamo.
Noi non perdoniamo.
Temeteci.
Temeteci".
LA CONTROFFENSIVA GIORDANA
AMMAN - La Giordania ha rivendicato di aver ’’distrutto il 20% delle capacità militari dell’Isis’’ con 56 raid aerei effettuati in soli tre giorni. ’’Abbiamo colpito gli jihadisti dove mangiavano e dormivano’’, ha affermato l’esercito in un comunicato. ’’Centri logistici, depositi di armi e nascondigli’’ sono stati bombardati. Secondo l’esercito di Amman inoltre la Giordania ha già effettuato il 20% del totale dei raid aerei della coalizione a guida Usa, cominciati alla fine dello scorso settembre.
I raid della Giordania sono scattati in rappresaglia per l’esecuzione del pilota Muad Kasasbeh, arso vivo dai miliziani sunniti.
Avanti fino alla fine. La Giordania continuerà la sua offensiva contro l’Is finché il gruppo "non sarà annientato": lo ha assicurato il comandante delle Forze aeree giordane, Mansour Jbour, in una conferenza stampa in una base militare ad Amman. "Continueremo i raid, ma in linea con i nostri piani operativi", ha aggiunto il militare. Dall’inizio dei raid della Coalizione, "sono stati uccisi 7.000 combattenti dell’Is".
Famiglia ostaggio Usa non voleva blitz. I genitori della cooperante americana Kayla Mueller erano contrari a un blitz delle forze speciali Usa per liberare la loro figlia tenuta in ostaggio dai miliziani dell’Is, e sostenevano invece l’opportunità di un negoziato. La famiglia Mueller riteneva che tentare un’operazione militare sarebbe stato "troppo rischioso" e pertanto i piani per localizzare Kayla sono stati archiviati prima che potessero arrivare sulla scrivania del presidente Barack Obama per un’eventuale autorizzazione, ha detto a Foreign Policy una fonte militare informata sulle discussioni. Venerdì scorso l’Is ha affermato che Kayla Mueller è rimasta uccisa in un bombardamento dell’aviazione giordana in Siria. Non ne ha però mostrato il corpo, e la famiglia ha dal canto suo affermato di essere ovviamente "molto preoccupata", ma allo stesso tempo si è detta "fiduciosa che Kayla sia viva", e si è rivolta direttamente ai rapitori chiedendo di essere contattata "in privato".
"Cittadini del mondo, noi siamo Anonymous, l’Operation ISIS continua": così inizia il nuovo videomessaggio postato dalla rete mondiale di hacker che ha dichiarato guerra allo Stato Islamico. "Prima di tutto dobbiamo chiarire un po’ di cose", continua il messaggio, "Noi siamo: musulmani, cristiani, ebrei... Siamo hacker, cracker, hacktivisti, phishers, agenti, spie, o solo il tipo della porta accanto. Siamo studenti, amministratori, lavoratori, impiegati, disoccupati, ricchi poveri. Noi siamo giovani o vecchi, gay o etero. Indossiamo vestiti fighi o stracci. Siamo di tutte le razze e veniamo da tutti i paesi, religioni, etnie. Ricordate, i terroristi che si fanno chiamare Stato Islamico (Is) non sono musulmani. Isis, ti daremo la caccia, attaccheremo i tuoi siti, account, email. D’ora in poi non ci sarà nessun posto sicuro per te online. Sarai trattato come un virus, e noi siamo la cura. Noi possediamo Internet, noi siamo Anonymous. Noi non dimentichiamo, noi non perdoniamo".
Giordania: la regina Rania in piazza coi manifestanti
La regina Rania di Giordania si è unita alle migliaia di persone scese in piazza ad Amman per manifestare solidarietà alla famiglia del pilota Mouath al Kasasbeh, ucciso brutalmente dall’Is. Nelle immagini si vede Rania che manifesta tra la gente, mostrando la foto del militare arso vivo dai miliziani del gruppo terroristico
Video Il padre del pilota ucciso: "Chiedo vendetta"