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 2015  febbraio 08 Domenica calendario

DEFREL: «GIOCAVO PER STRADA, ORA SOGNO IL PSG»

All’improvviso Gregoire Defrel è diventato il giocatore del momento. Tutti hanno ancora negli occhi il gol che ha lanciato il Cesena al successo con la Lazio, un sinistro sotto l’incrocio dei pali da impazzire. Il suo cartellino è a metà tra il club romagnolo e il Parma, ma per giugno c’è già la fila delle squadre che hanno chiesto informazioni al d.t. cesenate Foschi, con Bologna e Fiorentina in testa e due londinesi molto aggressive.
Defrel come è iniziata la sua carriera?
«Da bambino sulle strade di Meudon, il paese a sud-ovest di Parigi dove sono cresciuto, figlio unico, in una famiglia con origini della Martinica da parte di papà. Ho iniziato col calcio a 5, poi sono finito in una squadretta a Chatillon dove ho fatto tutta la trafila giovanile. Non provengo da una cantera importante, infatti qui in Italia ho fatto tanta gavetta. Ho iniziato dal basso e sono arrivato qui quasi per caso».
Come è successo?
«Un giorno un procuratore ha organizzato una partita tra giovani promettenti della periferia di Parigi. Ho fatto bene e sono stato segnalato al Parma. Arrivai nella Primavera».
L’approccio con l’Italia? Facile?
«Non direi. Era la prima volta che uscivo di casa, tutto era nuovo e diverso. E poi la prima esperienza a Foggia, in LegaPro, non è finita bene col club sull’orlo del fallimento. Ho pensato di tornare in Francia. Poi è arrivato il Cesena. Dentro lo scambio che ha portato Parolo a Parma. E’ nata un’altra storia».
Con alti e bassi?
«Sì. Al primo anno in B ho giocato anche fuori ruolo, poi Bisoli mi ha riportato nella mia posizione naturale di attaccante esterno. L’anno passato ho avuto problemi fisici ma mi sono riscattato col gol della promozione nel playoff di Latina».
Indossa sempre il numero 92 che non è il suo anno di nascita (è del 1991). Per quale motivo?
«E’ il numero dell’arrondissement di Boulogne-Billancourt dove sono nato. Altri francesi in Italia fanno così: Menez, Thereau, Drame. E’ come se giocassimo con una targa per spiegare da dove veniamo».
In Francia aveva dei modelli?
«Il mio eroe francese è Zidane. Faccio il tifo per il Psg da sempre. Sarebbe un sogno giocare al fianco di Ibra e Cavani».
Prima di oggi, lei non era considerato un attaccante prolifico. Quattro gol al Foggia e sette al Cesena in due tornei di B. Adesso è a 5, ha deciso di svoltare?
«Ho deciso di seguire i consigli di chi conosce le mie qualità, soprattutto il mio procuratore Giampiero Pocetta e cioè tirare più spesso in porta. Io preferisco giocare la palla e lavorare per i compagni. Troppo altruista? Forse, ma ora voglio essere più concreto e decisivo visto che ho un buon tiro».
Il suo allenatore Di Carlo la definisce un mix tra Cuadrado e Robben. Tanta roba, non crede?
«E’ un bel complimento, lo ringrazio. Ma forse solo con Cuadrado oggi esiste un paragone, invece Robben è troppo per me. Sono ancora un giocatore in evoluzione».
Il Cesena viene da due vittorie di fila dopo 18 partite di digiuno. Cosa è cambiato?
«La vittoria di Parma ha riacceso l’entusiasmo. Credo nella salvezza perché dietro abbiamo un ambiente caldo che ci spinge. Tifosi fantastici».
Tutti dicono che sarà un pezzo forte del mercato estivo. Lei come vede il suo futuro?
«Oggi penso solo al Cesena in A. Spero di migliorare ancora tanto e sogno un gol alla Juve che arriva qui il 15 febbraio».