Tommaso Montanari, la Repubblica 8/2/2015, 8 febbraio 2015
ANALFABETI FIRURATIVI, LA GUERRA DI PREVITALI
La più importante rivista scientifica italiana di storia dell’arte, Prospettiva, ha ricordato il suo fondatore Giovanni Previtali (scomparso ventisette anni fa) dedicandogli una monografia, appena uscita (A. Galansino, Giovanni Previtali, storico dell’arte militante , Firenze, Centro Di). Con questo saggio inizia, di fatto, la storicizzazione della generazione degli storici dell’arte ancora in sella: perché Previtali, prematuramente scomparso, avrebbe oggi ottantuno anni. Si tratta dunque di una materia per molti versi ancora incandescente: e la buona metà del libro che è costituita di documenti inediti (tratti dagli archivi dei protagonisti, o da quelli di istituzioni-crocevia come Einaudi) farà sicuramente molto discutere. Ne escono, infatti, piuttosto malconci sia alcuni mostri sacri (Federico Zeri fa, nel complesso, una figura meschina), sia alcuni colleghi tuttora sulla breccia (come Maurizio Calvesi o Mina Gregori). Ma è chiaro che la (inevitabile) parzialità del punto di vista dei fondi consultati e la (forse eccessiva) amputazione del materiale pubblicato non consentono giudizi definitivi. Così come si dovrà tornare sul rapporto tra Pre- vitali (professore anche a Napoli) e il Meridione, rimasto abbastanza in ombra.
Il libro, in ogni caso, è molto bello: innanzitutto per il magnifico e raro repertorio di fotografie che anche da sole sono capaci di restituire la densità intellettuale e politica dell’Italia dagli anni Sessanta agli Ottanta.
Dalle pagine di Galansino emergono con forza le tre direttrici fondamentali della (troppo breve) vita del più completo tra gli allievi di Roberto Longhi: l’efficace tensione verso una vera “storia del- l’arte totale” (capace, cioè, di tenere insieme la lettura dello stile e la pratica dell’attribuzione, la conoscenza profonda della letteratura artistica, la ricostruzione di un contesto socio-culturale nel senso più lato); l’impegno politico, diretto e senza risparmi, dell’intellettuale comunista (riuscitissime le pagine sui funerali di Togliatti, e sulla sintonia con Guttuso) e del “giornalista” d’assalto (querelato da un Carlo Ludovico Ragghianti in torto flagrante); il successo strepitoso del Previtali professore, didatta, promotore di imprese editoriali (capace di creare, a Siena, un fecondissimo circuito tra Università, Comune e Monte dei Paschi: oggi desolatamente svanito). Tre dimensioni che si riassumono in un progetto: fare uscire «la maggior parte delle persone colte da una condizione di semi-analfabetismo figurativo, imbottito di pregiudizi, che ha gravi conseguenze perfino sulla conservazione e la sopravvivenza di un patrimonio artistico unico al mondo». Sono parole di Previtali stesso, del 1971: terribilmente attuali nel 2015.
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ILLUSTRAZIONE DI ANNA GODEASSI
GIOVANNI PREVITALI, STORICO DELL’ARTE MILITANTE di Arturo Galansino
CENTRO DI
EURO 100