Danilo Taino, Corriere della Sera 8/2/2015, 8 febbraio 2015
IL DEBITO CHE GRAVA SUL FUTURO DEL MONDO
Il McKinsey Global Institute ha pubblicato nei giorni scorsi uno studio che ci fa immaginare un po’ del futuro del mondo: della nuvola sotto la quale vivremo. Ha misurato il debito globale: non solo quello degli Stati, anche quello delle famiglie, delle imprese, del settore finanziario. Ne risulta che il mondo è indebitato fino al collo e quella che viene chiamata deleveraging (riduzione delle esposizioni) e dovrebbe essere una delle caratteristiche degli anni della Grande Crisi è difficile da rintracciare.
Tra il 2007 e il giugno 2014 , il debito globale è passato da 142 mila miliardi di dollari a 199 mila : 57 mila miliardi in più. Come quota del Pil mondiale, siamo passati dal 269% al 286% . Se prendiamo un periodo più lungo dall’ultimo trimestre del 2000 al secondo trimestre del 2014 il balzo è da 87 mila miliardi di dollari a 199 mila . Già questi numeri dicono che nei prossimi anni la crescita globale sarà limitata da questa massa di indebitamento: la riduzione di quest’ultima sarà inevitabilmente una delle grandi sfide e, nel frattempo, un freno agli investimenti.
Serviranno idee e strumenti nuovi per gestire questa situazione, soprattutto in un quadro di bassa inflazione. E ciò vale in tutti i settori, perché durante la Grande Crisi (rispetto a fine 2007 ) i debiti sono cresciuti per gli Stati, da 33 mila a 58 mila miliardi di dollari; per le famiglie, da 33 mila a 40 mila miliardi ; per le imprese, da 38 a 56 mila miliardi ; per il settore finanziario, da 37 a 45 mila miliardi .
Il Paese più indebitato, rispetto al Pil, è il Giappone: al 400% . L’Italia è alla posizione numero 12 , con un rapporto del 259% , e peggio fanno alcune economie considerate in genere ben solide, come quella olandese al 325% , quella belga al 327% , la svedese al 290% , la francese al 280% . Nella cosiddetta economia reale — Stato, imprese, famiglie — tra fine 2007 e metà 2014 , il rapporto debito/Pil italiano è peggiorato del 55% : 47 punti a carico del debito pubblico, tre punti delle imprese, cinque delle famiglie. La tendenza italiana è simile a quella delle economie avanzate nel complesso, dove il rapporto debito/Pil è passato, fatto cento il 2000 , da 158 a 156 nel settore privato e da 69 a 104 nel settore pubblico. Una prima indicazione del punto da cui si dovrà partire, il debito dello Stato. Ma nei numeri del McKinsey Global Institute c’è molto di più su cui riflettere.