Caterina Soffici, il Fatto Quotidiano 7/2/2015, 7 febbraio 2015
IL MATTONE DEI POVERI RICCHI
Londra
Un orribile neologismo è apparso sui giornali inglesi: homillionaire. Sono i proprietari di case che valgono più di 1 milione di sterline (home + millionaire, per chiarezza) e sono tantissimi. Secondo una recente ricerca che ha fatto scalpore, i fortunati possessori di case milionarie sono ormai 399 mila. Ci sono i russi, i bankers della City, i supermanager delle multinazionali, gli arabi, gli indiani, i cinesi e tanti altri straricchi da tutto il mondo. Ma non solo. Molti homillionaires non sono affatto milionari. Anzi, la maggior parte non ha un soldo in banca e fa fatica a pagare le rate del mutuo, taglia sul cibo, non ricorda l’ultima volta che si è permessa una cena a ristorante e tiene il riscaldamento al minimo.
Chi sono costoro? Degli avari signori, seduti sul proprio gruzzolo? O degli incoscienti che hanno fatto il passo più lungo della gamba?
Nessuna delle due. Sono famiglie normali che hanno comprato una casa qualche anno fa e adesso si ritrovano a vivere sotto un tetto che vale una fortuna. Non sono loro ad aver fatto i soldi, è stato il mercato immobiliare a lavorare al posto loro. Specialmente a Londra, il boom immobiliare è una cosa con la quale si impara subito a familiarizzare, come con i bus a due piani e i taxi neri. È un trend in crescita costante, che ha conosciuto qualche passeggera crisi solo dopo il crollo di Lehman Brothers o in occasioni di turbolenze elettorali, vedi referendum sulla Scozia.
Harry Wallop, giornalista e blogger del Daily Telegraph, racconta la sua vicenda personale. Che spiega bene come un giornalista sulla quarantina, con i magri guadagni che la professione ormai regala, possa permettersi di vivere in una casa da bel oltre un milione di sterline (cambio attuale 1,34 euro). Nel 1998 ha ricevuto 210 mila sterline in eredità, con quelle ha comprato il suo primo appartamento di due camere (il classico “2 bedrooms flat”) a Islington, vicino a Angel, una zona molto popolare, dove all’epoca viveva pure Tony Blair. Alla nascita del primo figlio, ha venduto l’appartamento, ha fatto un piccolo mutuo e ha comprato per 450 mila sterline la tipica casetta inglese (quelle lunghe e strette, tutte scale, ogni piano due stanze), con 4 camere da letto (la classica “four beds house”). Nel 2008 ha venduto la casetta da 4 camere e la famiglia si è trasferita in una casa più grande, del valore di 840mila sterline, con 5 camere e un bel giardino, “abbastanza grande da poterci giocare a calcio e coltivarci i pomodori”. Oggi vale ben oltre il milione di sterline. Ha ancora una piccola parte di mutuo da pagare, ma come spiega Wallop, è una percentuale ridicola sul valore della casa. In poco più di 15 anni ha quintuplicato il suo patrimonio.
Entrare nella lista degli homillionaires è capitato a tanti altri. Più o meno a tutti i Londoner che hanno acquistato una casa negli anni giusti e nel posto giusto. Per esempio Jo Dickinson, 41 anni, ragioniera part-time, è partita a metà degli anni 90 con un appartamento a North London da 80mila sterline, poi una casa da 550 mila sterline dieci anni fa. Ora vale 1,7 milioni. Lei stessa è scettica: “È semplicemente ridicolo. Io e mio marito non abbiamo i soldi per i voli Easyjet per Barcellona, ma viviamo in una casa dal valore esorbitante”.
È un follia. E potrebbe sembrare una bolla, ma non lo è. I prezzi crescono perché pare che tutto il mondo voglia andare a vivere a Londra. Mentre i veri londinesi cercano di scappare e rifugiarsi in campagna o nelle città più piccole, dove vivere costa meno, ci sono buone scuole e la qualità della vita è migliore. Ma le stime dicono che entro il 2020 Londra arriverà a 11 milioni di abitanti, e quindi i prezzi delle case continueranno a salire. Per dare un’idea della follia, solo nel 2014 sono cresciuti del 16 per cento. È facile ritrovarsi homillionaire a questi ritmi.
John King, agente immobiliare di Wimbledon racconta: “Quando ho iniziato nel 1970, rompere la barriera delle 5 mila sterline era un vero successo. Quelle stesse case ora sono in vendita per 1,1 milioni”. Nel 1980, il prezzo medio di una casa era tre volte il salario medio annuale. Oggi è più di sei volte. E a Londra sfiora l’iperbole delle 9.1 volte. E questo mentre un sondaggio di Nutmeg, tra le più popolari società di servizi online di gestione del risparmio e investimenti, dice che “il 72 per cento dei britannici ha dovuto tagliare le spese di base”.
Il vero problema adesso è che molti degli homillionaires saranno costretti a vendere per permettere ai propri figli di entrare nella catena del mercato immobiliare. E dare inizio a una nuova scalata alla casa da un milione di sterline.
Caterina Soffici, il Fatto Quotidiano 7/2/2015