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 2015  febbraio 07 Sabato calendario

PERISCOPIO

Salta il Patto del Nazareno, caos in Forza Italia: Dudù si iscrive al Partito democratico. Spinoza. Il fatto.

Il Quirinale, un palazzo caro agli italiani e alle loro finanze. Titolo di Le Monde.

La procedibilità d’ufficio per il falso in bilancio non mi sembra importante. La prova è che, fino a pochi anni fa, il falso in bilancio era un reato punibile sempre d’ufficio e con pene molto più gravi di adesso e anche allora di falsi in bilancio ce ne erano a iosa. Io ho idee diverse. È vero che, tante volte, chi paga le mazzette, le offre. Ma spesso lo fa perché non ha altra scelta per lavorare. La soluzione? Decidere che l’imputato è chi, le mazzette, le prende. Non chi le dà. E poi, per evitare la prescrizione, bisognerebbe farne decorrere i tempi da quando la persona comincia a essere indagata. Non da quando è stato commesso il fatto. Carlo Nordio, procuratore aggiunto a Venezia. Corsera.

Berlusconi non era riuscito a farsi e neanche a rifarsi ma ce la fece a disfarsi. Tutto da solo. Mannelli. Il Fatto.

Ho prima curato la campagna in Sardegna di Soru e la volta successiva quella del suo avversario Cappellacci. Sono, entrambi, il mio più grande cruccio da pubblicitario. Sono stati la mia più grande delusione anche se, con le mie campagne pubblicitarie, hanno vinto entrambi con percentuali bulgare. Ma mi sono sentito tradito da tutti e due perché, quando ho fatto quelle campagne, immaginavo e sognavo che fossero campagne per la mia Sardegna, per la mia terra. Ero convinto che cambiassero la Sardegna. E ci ho creduto. Prima trascinando alla vittoria un candidato di sinistra e poi uno di destra. A perdere siamo stati io e la Sardegna. In entrambi i casi. Gavino Sanna, pubblicitario. Il Giornale (Gabriele Villa).

Con Alfredo Reichlin, il padre dei miei due figli, ci siamo separati all’inizio degli anni Sessanta. Siamo rimasti molto amici. Alfredo mi ha insegnato molte cose: lui era già un intellettuale, io ero una ragazzina militante di base. Quando era direttore dell’Unità andavamo qualche volta a cena da Togliatti. Era un uomo simpatico, colto, gradevole, ironico. Dopo una vita di esili, clandestinità, guerra di Spagna, dopo un’esistenza difficile, in Nilde aveva trovato una donna normale. Gli piaceva aiutare ad apparecchiare, perché voleva una casa in ordine, una bella tavola dove accogliere gli amici. Gustava la normalità di un rapporto che non aveva mai avuto e lei è stata molto intelligente perché ha liberato l’immagine delle donne comuniste, viste come delle Erinni. La militanza si poteva conciliare con l’idea di femminilità, di accoglienza. Luciana Castellina, co-fondatrice de il manifesto. Il Fatto.

Bizzarro incidente storico, il comunismo italiano è stato contemporaneamente un fenomeno politico e un evento religioso. Il Pci, prima togliattiano, poi berlingueriano, forzò la mano alla Stato nazionale, deragliandolo in direzione di esperimenti sociali consociativi, similsovietici, di «terza via» e statalisti hard. Esso infatti creò, prima che una «comunità» politica, «un mondo alternativo» e fantastico fondati su «miti» (delle origini dell’Urss come società senza classi, della reazione eternamente in agguato, del radioso futuro) alimentati da storici e da intellòs vicini al partito, nonché su «pratiche cerimoniali» e su una forte disponibilità al conflitto sociale. Secondo uno dei suoi fondatori, Palmiro Togliatti, il meno importante tra i leader che nel 1921, a Livorno, spaccarono in due il socialismo italiano, il partito veniva e andava lontano. Franco Andreucci, Da Gramsci a Occhetto. Della Porta.

È vero che il mondo è sempre meno attento ai problemi spirituali, le società occidentali si decristianizzano, le chiese si vuotano i preti invecchiano e non ci sono rincalzi adeguati. Ma Dio ha vinto il mondo. I cristiani, nonostante le apparenze, restano molto efficaci. Dirò di più, la Chiesa rappresenta, oggi, la sola istituzione che non sia in crisi. A differenza della pubblica istruzione, della giustizia, dell’impresa, della politica, essa si sa riformare. Essa ha sempre detto la verità, essa è sempre stata povera, basata sul volontariato e non si attende nessun successo nel mondo. Oggi i credenti che sono ancora cattolici sanno perché lo sono. Privilegio raro. Jean-Luc Marion, filosofo, specialista di Cartesio, insegna all’università di Chicago. Le Figaro.

Il rione Monti, a Roma, è governativo e quirinalizio; e in fondo, proprio nella bottega dello Stecchiotti, famosa oltre che per i prosciutti, anche per le pagine di Wall Street Journal e New York Times appese alle pareti tra i polli riversi, che lo celebrano come mejo macellaro globale, si apprende che non è solo fornitore della presidenza Napolitano, ma anche, con politica dei due forni, di casa Agnelli, su su a via XXIV Maggio, quando ancora c’era l’Avvocato. E tra cotiche e fegatini, si può leggere la lettera scarlatta appesa nella stessa bottega: «Grazie per il suo squisito abbacchio», Franca Ciampi. Michele Masneri. Il Foglio.

L’ingenuità della situazione delle armate degli Sforza o degli Estensi è identica a quella dei partiti di oggi, che si confrontano in schermaglie diaboliche, ordiscono intrighi, piazzano veleni, artiglierie e dossier, rovesciando alleanze, cooptando maggioranze, cambiando nomi e simboli, per il medesimo fine di allora: la conservazione degli equilibri immobili ed esiziali e il mantenimento delle loro signorie, e cioè del diritto a sfruttare le risorse del Paese per la maggior gloria delle loro insulse sigle di partito. Saverio Vertone, L’ultimo manicomio. Rizzoli, 1992.

A guardarlo cinicamente, Mike Bongiorno poteva anche far ridere, con quella faccia più pecorile del solito, ma sarebbe stato ingiusto farsi beffa di un uomo così onestamente mediocre. Bisogna dire che Mike Bongiorno meritava il successo che ha avuto proprio in virtù del suo schietto, lampante grigiore. I nostri presentatori della televisione avevano successo e lo hanno, in quanto riassumono ed esprimono certi difetti, certe tare nazionali. Mike Bongiorno li riassume più di tutti, ed ecco perché lo possiamo stimare il più mediocre, quindi il più bravo. Luciano Bianciardi, Avanti, 1959.

Le donne non cercano gli uomini belli. Le donne cercano gli uomini che hanno avuto donne belle. Per questo, avere una donna brutta è un errore fatale. Milan Kundera, Il libro del riso e dell’oblio. Bompiani, 1978.

In nessun luogo come in un albergo a ore, il tempo è denaro. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 7/2/2015