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 2015  febbraio 07 Sabato calendario

È finita diciotto a uno. «Hanno chiesto sei mesi, gli hanno dato sei giorni», commenta una fonte Ue, riassumendo l’esito della riunione dei tecnici dell’Eurozona in cui venerdì si è discusso di come gestire il futuro finanziario della nuova Grecia di Alex Tsipras

È finita diciotto a uno. «Hanno chiesto sei mesi, gli hanno dato sei giorni», commenta una fonte Ue, riassumendo l’esito della riunione dei tecnici dell’Eurozona in cui venerdì si è discusso di come gestire il futuro finanziario della nuova Grecia di Alex Tsipras. Il ministro Varoufakis è stato invitato a tornare mercoledì alle 17,30 per misurarsi coi colleghi dell’Eurogruppo, portando una decisione su cosa fare del programma anti-bancarotta e un piano preciso di riforme. I segnali che filtrano da Bruxelles indicano volontà di cooperazione: «Esistono margini di manovra nell’ambito se ci saranno impegni credibili per la sostenibilità dei conti e le riforme». Tuttavia, specificano le fonti, «non è tempo di parlare di tagli al debito». E l’idea greca di un prestito ponte di pochi mesi, o d’un programma quadriennale alternativo al memorandum in vigore, sono giudicate impraticabili. La linea dura di Berlino Ci vorrà allora un’altra notte europea per sperare di chiudere il dossier greco. Il pressing dei partner Ue si sta facendo prepotente, così mentre la Commissione cerca di fare il poliziotto buono, gli altri sparano a zero. Il tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, dice quello che ad Atene non vorrebbero sentire, cioè che «la Grecia deve certamente continuare a lavorare con la troika», il team formato da Ue, Fmi e Bce. Un destino, questo, che il neopremier della sinistra radicale faticherebbe a far digerire a chi l’ha votato. L’elemento centrale della trattativa è il programma di assistenza che scade il 28 febbraio, senza il quale la Grecia rischia di fallire in poche settimane. A Bruxelles i più sono convinti che l’estensione del piano pilotato dal fondo salvastati Efsf sarebbe «la soluzione migliore», ma ciò richiede una richiesta formale e una delibera dell’Eurogruppo entro il 16. La Commissione pensa che esistano aree di convergenza con Tsipras: la lotta all’evasione, il rafforzamento della rete sociale, la modernizzazione amministrativa. Non solo. Basta conservare il programma, dice Carlo Cottarelli del Fmi, e si potrebbe rifinanziare il prestito del Fondo. Con troika, però. Atene non molla Ad Atene hanno per il momento idee differenti. Il governo intende farla finita col denaro del salvataggio, dunque con la vigilanza a tre. Chiede «solo» di poter emettere nuovi titoli di debito a breve termine e di poter profittare degli 1,9 miliardi di profitti incassati dalla Bce grazie alle emissioni greche: in cambio offre riforme e promette di rispettare le regole. Le ultime della sera riferivano della disponibilità di Tsipras di riconsiderare l’estensione del programma, proprio mentre S&P degradava il debito ellenico, da B a B-. Tempi duri. Quella di mercoledì rischia di essere un’altra lunga notte all’Eurogruppo.