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 2015  febbraio 07 Sabato calendario

Quando la parola soubrette aveva ancora senso, Marisa del Frate, morta l’altro ieri a Roma a 83 anni dopo fulminante malattia, poteva vantarsene a buon diritto perché straripava di qualità innate, come la voce melò, o imparate, come recitazione e humour che le permisero di diventare attrice ed imitatrice di razza

Quando la parola soubrette aveva ancora senso, Marisa del Frate, morta l’altro ieri a Roma a 83 anni dopo fulminante malattia, poteva vantarsene a buon diritto perché straripava di qualità innate, come la voce melò, o imparate, come recitazione e humour che le permisero di diventare attrice ed imitatrice di razza. Nata l’11 marzo del ’31 a Roma, fu indossatrice, miss finalista e cantante di successo in sentimental mood da amori da fotoromanzo, su Malinconico autunno sospirò una generazione di fanciulle in fiore. Escalation: partì dal Festival di Capri e, passando per quello di Napoli che vinse nel ‘58, arrivò fino a Sanremo dove cantò È molto facile dirsi addio ” e Ho disegnato un cuore . Fu soubrette, appunto, accanto a comici di razza, Macario e Dapporto, che la infilzavano con i loro sguardi mentre faceva sensuale la passerella: prima fu donnina di Macario in Chiamate Arturo 777 , poi di Dapporto in Monsieur Cenerentolo e Il rampollo , favole musicali elegantemente vestite. Infine la popolarità tv, quando 15 milioni di telespettatori si sintonizzavano nel ’61 sul varietà quiz con Corrado L’amico del giaguaro , con la Del Frate, Raffaele Pisu e Gino Bramieri. Trasmissione che fece epoca per il titolo, la canzone della sigla, la barzelletta che stava all’origine, quella del cacciatore che chiede a un amico se per caso non stia col giaguaro, con l’avversario: diventò un tormentone. La compagnia Bramieri-Del Frate-Pisu con titoli parodia cabaret ( Hobbyamente , 365 , Italiani si nasce dove Marisa faceva lo strip tease, La sveglia al collo ) fu la traduzione teatrale dell’alto gradimento iniziato in tv, scherzando sui vizi nostrani o sul confronto tra giovani allo shake e matusa come in L’assilllo infantile , con tre elle, del «signore di mezza età» Marcello Marchesi. Cinema pochissimo, qualche musicarello. In tv continuò un iter di successo anni 60 con La trottola dove lanciò la danza di Zorba accanto alla Mondaini e Corrado, Il naso finto con Paolo Ferrari e in alcuni musical in studio. La Del Frate, sposatasi in segreto in Scozia con Tonino Micheluzzi, attore conosciuto in varietà, già con moglie e da cui ebbe una bimba che visse poche ore, scelse il ritiro. Quando tornò nel 78 con il vecchio Macario, era già operazione nostalgia, ma col partner Pisu condusse Gran Bazar , il primo esempio di televendita, arrivando negli ultimi anni alle ospitate per i ricordi vintage: una bella signora con la frangetta che assicurava essere stata molto fortunata e infelice. Maurizio Porro © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina Corrente Pag. 46 Immagini della pagina