VARIE 6/2/2015, 6 febbraio 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - LA CRISI UCRAINA
REPUBBLICA.IT
KIEV - Bloccare l’escalation della crisi ucraina e spingere le parti ad accettare un cessate il fuoco. E’ questo l’obiettivo della missione del presidente francese François Hollande e della cancelliera tedesca Angela Merkel oggi a Mosca dove incontreranno il presidente della Federazione russa Vladimir Putin, dopo aver avuto ieri un colloquio con il Capo dello Stato ucraino Petro Poroshenko. "L’iniziativa franco-tedesca è volta a preservare la pace europea", ha detto la cancelliera Merkel.
La missione si preannuncia piuttosto complicata e i due leader occidentali non hanno voluto lasciare nulla al caso. Il vertice è stato preceduto da una serie di incontri tra consiglieri ed esperti dei rispettivi leader, che avrebbero affrontato i dettagli dei punti in cui è articolata la proposta europea.
Il piano che illustreranno a Putin, secondo i media russi, prevederebbe un immediato cessate il fuoco, un arretramento delle armi pesanti, il possibile invio di un ’contingente di pace’ internazionale (forse anche caschi blu dell’Onu) ma non una nuova linea di contatto che tenga conto della recente espansione dei territori controllati dai ribelli e neanche il riconoscimento di un non meglio specificato status speciale per il Donbass, tutte indiscrezioni smentite da Angela Merkel che ha specificato che il piano franco-tedesco non contiene concessioni territoriali ai ribelli filo-russi. L’iniziativa ha il pieno sostegno della Nato, come confermato dal segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg.
Leggi/DEBITI, UCRAINA, GAS E CHIESA: Il "FLIRT" ANTI-TROIKA TRA PUTIN E TSIPRAS di E. Livini
L’allerta della Nato per l’attivismo milirare russo resta elevata, come testimoniano le parole dell’ex segretario dell’Alleanza atlantica Anders Fogh Rasmussen che, intervistato dal quotidiano britannico Daily Telegraph, ha affermato che nei piani di Putin potrebbe esserci l’attacco ad un Paese Baltico per testare la capacità di reazione dell’Alleanza atlantica. "Occorre guardare oltre l’Ucraina - ha affermato Rasmussen - Putin vuole ridare alla Russia il suo status di grande potenza e ci sono forti probabilità che intervenga nel Baltico per mettere alla prova l’articolo 5 della Nato", che prevede che un attacco armato contro uno dei Paesi membri "sia considerato come un attacco diretto contro tutti gli stati membri".
Nelle ultime settimane il conflitto in Ucraina orientale ha subito una decisa accelerazione e si sono moltiplicati gli scontri tra le truppe di Kiev e i ribelli separatisti filorussi. Una escalation che ha portato i miliziani filorussi prima a conquistare l’aeroporto di Donetsk e poi a bombardare la città portuale di Mariupol, con decine di morti anche tra i civili. Un conflitto che sinora ha prodotto 980mila sfollati interni secondo le cifre fornite dall’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr). Inoltre in un anno, a partire dal febbraio 2014, circa 600mila ucraini hanno chiesto asilo o altre forme di soggiorno legale nei paesi confinanti, in particolare in Russia, ma anche in Bielorussia, Moldavia, Polonia, Ungheria e Romania.
Ucraina, un milione di civili in fuga dalle zone di guerra
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Ieri a Kiev Poroshenko, Merkel e Hollande hanno auspicato un cessate il fuoco immediato nel sud-est ucraino. La riunione segue di poco meno di un mese il tentativo svanito di incontri quadrilaterali, tra Putin, Poroshenko, Merkel e Hollande ad Astana in Kazakistan. Il presidente ucraino è anche chiamato a fronteggiare la crisi finanziaria che si sta abbattendo sul Paese: oggi la banca centrale ucraina ha alzato il cambio ufficiale della grivnia, la moneta nazionale, da 18 a 23 per un dollaro. Ieri invece per evitare il collasso finanziario aveva alzato il tasso di riferimento dal 14% al 19,5%.
Contemporaneamente a Monaco di Baviera è in corso una conferenza sulla sicurezza a margine della quale domani si incontreranno i capi delle diplomazie di Usa e Russia, John Kerry e Serghiei Lavrov. Lo stesso ministro degli Esteri russo domenica potrebbe incontrare il rappresentante per la Politica Estera della Ue Federica Mogherini. Intanto l’Ue si appresta ad inserire nella lista nera delle sanzioni altre 19 persone, tra cui 5 russi. La decisione sarà ufficializzata al Consiglio dei ministri degli Esteri dei 28 che si terrà lunedì prossimo a Bruxelles.
Scontro Usa-Russia su armi a Kiev. La temperatura tra Stati Uniti e Nato da una parte e Mosca dall’altra si è alzata notevolmente negli ultimi giorni. La prospettiva della consegna di armi letali da Washington a Kiev, al vaglio del presidente americano Barack Obama, ha provocato la dura reazione di Mosca che ha avvertito che tale eventualità causerebbe "un danno colossale" ai rapporti tra i due Paesi. Una scelta che vederebbe contrari anche tanti Paesi europei tra cui la Germania: il no tedesco è stato ribadito oggi dal ministro della Difesa di Berlino Ursula von der Leyen secondo la quale l’invio di armi rischierebbe di "mettere benzina sul fuoco" e potrebbe finire per rinviare a un futuro ancora più lontano la soluzione del conflitto.
Anche la Nato non sta a guardare: l’Alleanza atlantica ha deciso di allestire una forza di reazione rapida in Europa dell’est formata da 5mila soldati pronta ad essere operativa, in caso di crisi gravi, in 48 ore. Un annuncio che ha provocato l’ira di Putin, che in risposta ha richiamato i riservisti.
Oggi invece è intervenuto il vicepresidente americano Joe Biden, in Europa per una serie di incontri con le istituzioni Ue, che usa parole dure verso il Cremlino: "Non permetteremo alla Russia di ridisegnare la mappa dell’Europa" e accusa Mosca di "violare qualsiasi tipo di accordo" e di inviare "mercenari e blindati" nell’est del Paese. Il vicepresidente Usa ha incontrato la stampa insieme al presidente del Consiglio Europeo, il polacco Donald Tusk e ha aggiunto: "Usa ed Europa devono rimanere unite" di fronte alla crisi.
Tregua umanitaria a Debaltsevo. In Ucraina orientale intanto si continua a morire: il portavoce dell’esercito ucraino Andriy Lysenko ha riferito che almeno 60 separatisti sono stati uccisi nelle ultime 24 ore. Due invece i soldati Kiev morti. I separatisti riferiscono di due civili uccisi a Donetsk dai bombardamenti di artiglieria e di altri nove feriti. Lysenko ha riferito che ad Avdeyevka, località situata nei pressi dell’aeroporto di Donetsk, gli insorti si sarebbero resi responsabili di non meglio precisate "provocazioni" ai danni della popolazione civile.
E’ stato raggiunto invece un accordo per una tregua nella cittadina di Debaltsevo: l’obiettivo della tregua, in vigore dalle nove locali di stamani fino alle 18, è di evacuare i civili. Gli abitanti di Debaltsevo, ha detto un rappresentante dei ribelli, verrano evacuati verso le aree controllate dai ribelli, lontane dai combattimenti.
PEZZO DI IERI
MOSCA - La diplomazia continua a tentare di sciogliere i nodi sempre più stretti di un conflitto che sta spezzando l’Ucraina e che ha causato la più grossa crisi diplomatica tra Washington e Mosca dalla fine della guerra fredda. Nel Paese non c’è più tempo da perdere, si continua a morire, nella zona est, solo nelle ultime 24 ore, sono state uccise 19 persone, i feriti affollano gli ospedali, il rischio di una strage umanitaria aggravata dalle temperature invernali è altissimo. In quasi dieci mesi di combattimenti la guerra ha provocato più di 5.300 vittime.
Il segretario di Stato americano, John Kerry è atterrato a Kiev con Francois Hollande e Angela Merkel, che domani incontreranno Vladimir Putin a Mosca. Deve parlare delle armi. Il presidente ucraino Petro Poroshenko è convinto che gli Usa le daranno al suo Paese. Kerry ha preso tempo: il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama deciderà presto se fornirle a Kiev per combattere contro i separatisti. "Sta studiando diverse soluzioni, tra le quali c’è la possibilità di fornire armamento difensivo e sistemi all’Ucraina", ha spiegato Kerry in conferenza stampa. Obama prenderà una decisione "a breve", dopo l’incontro in programma la prossima settimana a Washington con Angela Merkel.
Putin richiama i riservisti. Nell’attesa, il consigliere diplomatico del Cremlino, Iuri Ushakov, ha detto che la Russia è pronta a tenere negoziati in modo costruttivo ma il leader del Cremlino ha già firmato un decreto che mobilita per due mesi i riservisti. Lo riferisce la Tass citando il portale giuridico-legale del governo. "Si tratta di una prassi ordinaria annuale", sottolineano però gli esperti.
Ucraina, Hollande: "Francia e Germania faranno di tutto per preservare la pace"
John Kerry a Kiev. Il cerchio diplomatico si stringe intorno alla Russia, Kerry incontrando Poroshenko ha offerto l’aiuto degli Stati Uniti: altri 16,4 milioni di dollari. La Russia però deve "impegnarsi immediatamente" per un cessate il fuoco. "L’aggressione russa" nella parte orientale dell’Ucraina "è la più grande minaccia" per Kiev, ha aggiunto Kerry. La visita di Merkel e Hollande sottolinea che gli Usa e gli alleati europei sono uniti con l’Ucraina nel chiedere a Mosca di fare passi senza indugio verso la fine del conflitto. Washington cerca una soluzione diplomatica ma non chiuderà gli occhi di fronte ai tank russi e ai combattenti che attraversano il confine ucraino, ha continuato Kerry dopo l’incontro con il presidente ucraino.
Ucraina, Poroshenko: "Certo che l’America ci fornirà armi"
Il ringraziamento di Poroshenko. E il presidente ha ringraziato per l’aiuto offerto da Washington a un Paese che lotta per la sua integrità territoriale. "Questo sostegno è molto importante". Poroshenko ha dichiarato che le forze governative dispongono di "mezzi completamente nuovi" per difendere il territorio e ha assicurato che le truppe dispiegate nelle zone di conflitto nell’est rispettano, quando è possibile, il cessate il fuoco. "Dal 13 e 14 gennaio i gruppi filorussi hanno cambiato la tattica e hanno iniziato operazioni di offensiva in diverse zone delle regioni di Donetsk e Lugansk", ha aggiunto. Il governo di Kiev sta "lavorando per una soluzione pacifica del conflitto" nel Donbass e "per la fine dell’aggressione". "E’ una priorità dell’intero mondo civilizzato - ha aggiunto il capo di Stato -. Stiamo sviluppando la nostra cooperazione nel campo della sicurezza per trovare le soluzioni più efficaci a questa situazione".
Incontro Putin-Merkel-Hollande. Nel corso dell’incontro di domani tra Putin, Merkel e Hollande - che si terrà alle 17 ora di Mosca (le 15 in Italia) - potrebbe essere anche affrontata la questione dell’invio di caschi Blu Onu in Donbass. Lo ha anticipato il portavoce del ministero degli Esteri russo, Aleksandr Lukashevich. "Penso che anche questa questione sarà chiarita", ha detto oggi alla stampa, rispondendo a una domanda sulla possibilità che nell’incontro trilaterale si affronti il tema dell’invio di forze di pace Onu nell’est ucraino. Ma Washington sta spingendo "volutamente" le relazioni tra Russia e Stati Uniti "verso un vicolo cieco, da cui servirà davvero molto tempo per uscire", ha denunciato il portavoce del ministero degli Esteri russo, Aleksandr Lukashevich, che ha inviato l’amministrazione Obama "ad assumersi tutta la responsabilità" di tale scelta. Lo riporta l’agenzia Ria Novosti.
Ucraina, violenti combattimenti nell’est: il calvario della popolazione
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Nuova lista nera Ue. L’Unione europea aggiungerà 19 persone e 9 entità alla sua lista nera per le sanzioni in risposta al conflitto nell’est dell’Ucraina, dove i separatisti filo-russi sono passati all’offensiva. Lo hanno riferito fonti conmunicarie che sottolineano che delle 19 persone, nessuna delle quali "di primo piano", figurano cinque cittadini russi e una delle entità è russa. L’estensione della lista è stata concordata a Bruxelles dagli ambasciatori dei 28 Stati membri e dovrà essere approvata lunedì nella riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue.
La Nato si rafforza. A Bruxelles i ministri della Difesa della Nato si sono riuniti per decidere come rafforzare la propria presenza sul fianco orientale: l’alleanza ha deciso di creare una nuova forza speciale a dispiegamento rapido composta da 5mila uomini dislocati in sei centri di comando, in altrettanti Stati membri nell’est dell’Europa. I sei centri di comando dovrebbero essere ospitati nei tre Paesi baltici e in Polonia, Romania e Bulgaria. La Forza di risposta rapida (Nfr) aumenterà da 13mila a 30mila uomini a seguito delle tensioni con la Russia.
Ma la possibile e paventata fornitura della armi all’Ucraina da parte degli Usa non trova riscontri positivi. "Sono contraria", ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, a conclusione della ministeriale Nato, "in un momento in cui c’è un’escalation, sarebbe una misura che ulteriormente la rafforza, un incentivo all’aumento della temperatura che invece dobbiamo assolutamente raffreddare".
Continuano i combattimenti. La crisi umanitaria è sempre più grave. Nell’est dell’Ucraina si continua a morire. La situazione è particolarmente tesa a Debaltseve, strategico nodo ferroviario che collega Lugansk e Donetsk, assediata da giorni dai ribelli separatisti: l’Ue e l’Onu hanno nuovamente fatto un appello al cessate il fuoco immediato per consentire ai civili di poter fuggire dall’area.
GRECIA, RUSSIA, UCRAINA
DI LIVINI
MILANO - Isolato in Europa, ricercatissimo nel mondo, Alexis Tsipras si prepara a giocare con disinvoltura la strategia dei due (e forse tre) forni per rafforzare la posizione negoziale di Atene in vista delle trattative sul debito. E il jolly del leader di Syriza pare chiaro: la minaccia di creare un asse preferenziale con Vladimir Putin, da tempo impegnato in uno shopping sotterraneo di nuovi alleati nel cuore dell’Eurozona, spaziando con disinvoltura da Marine Le Pen a Matteo Salvini e ora a Tsipras.
L’amo di Mosca, forse non a caso, è stato lanciato ieri, pochi secondi dopo la fine dell’incontro non proprio positivo tra il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schauble e il suo omologo greco Alexis Varoufakis. In una lunga e cordiale telefonata Putin ha invitato il presidente del Consiglio greco per una visita di Stato il 9 maggio, quando sulla Piazza Rossa celebrerà - anche qui forse non a caso - la vittoria sul nazismo. Tsipras ha accettato subito: "Rafforzeremo la nostra cooperazione bilaterale - è stato spiegato in una nota del governo del Partenone - specie nel turismo e nell’energia. E lavoreremo assieme per una soluzione di pace e stabile per l’Ucraina".
Le comuni radici ortodosse non sono l’unico collante dell’asse Mosca-Atene. L’obiettivo del leader ellenico è chiaro: sventolare lo spettro di un rapporto privilegiato con Putin gli consente - dal suo punto di vista - di presentarsi al tavolo dell’Eurogruppo con un’alternativa in tasca (almeno teorica, visto lo stato di salute delle finanze russe) in grado di ammorbidire le controparti. "Se la Grecia chiederà assistenza finanziaria noi siamo pronti a dare una mano", ha detto il ministro alle finanze di Mosca, Anton Siluanov. I primi messaggi a Ue, Bce e Fmi sono già partiti. Atene si è irritata per un comunicato anti-Russia sul fronte ucraino scritto senza prima concordare la posizione con l’esecutivo neo-eletto. E ha fatto pesare molto il suo sì all’allungamento delle sanzioni fino a settembre.
Il fronte dell’Est, tra l’altro, è uno dei pochi punti un comune tra Syriza e i suoi alleati di governo di Anel. Panos Kammenos, per dire, ha risposto a muso duro agli attacchi del suo omologo tedesco Ursula von der Leyen che aveva accustato Atene di "mettere a rischio la sua posizione nella Nato avvicinandosi alla Russia". "Storie - ha risposto il leader di Anel -. Siamo sempre stati schierati con gli alleati sin da quando si è trattato di respingere le truppe d’invasione naziste". E chi ha orecchi per intendere, intenda. "Tsipras farebbe comunque una pazzia a consegnarsi tra le braccia di Putin", ha detto il finanziere George Soros.
Il rapporto Atene-Mosca ha anche però qualche dossier concreto: il più importante è Turkish Stream, il nuovo maxi-gasdotto russo che dovrebbe bypassare Kiev e - attraverso la Turchia - arrivare in Grecia. E gli uomini di Putin avrebbero mostrato anche interesse per aiutare Tsipras ha ricostruire e ammodernare alcune infrastrutture del paese a partire dalle Ferrovie. In concorrenza diretta, in questo campo, con i cinesi. A vegliare sull’asse ortodosso ci sono comunque con le antenne ben drizzate anche gli Stati Uniti. L’endorsment di Barack Obama al nuovo governo ellenico - " non si possono spremere i paesi in recessione, l’Europa ha bisogno di crescita" - è stato letto da tutti come un assist per non abbandonare Syriza al fronte orientale. Un doppio forno est-ovest che forze è l’unico asso nella manica di Tsipras nei negoziati con la Troika.