Mainardi, Sette 6/2/2015, 6 febbraio 2015
QUANTO SONO UTILI LE MOSCHE
È la nuvola di moscerini che d’autunno, attratta dal mosto, sovrasta i tini o che gira attorno alla fetta di limone dimenticata sul piattino del tè o che passeggia sul bordo dei bicchieri d’aperitivo abbandonati. È sempre lei, la drosofila (Drosophila melanogaster) importantissima per la ricerca genetica. La piccola mosca è il progenitore selvatico che ha dato origine a molte razze domestiche: a occhi rossi, a occhi bianchi, col corpo nero, con ali arricciate, irsute o a peli radi. La sua avventura iniziò ai primi del ‘900, quando uno dei pionieri della genetica, l’americano Thomas Hunt Morgan, scoprì quanto era facile allevare quei moscerini in boccette del latte con tappo d’ovatta (per far passare l’aria) sfamandoli con pezzi di banana. Le larve facevano il bozzolo sulle pareti di vetro. Una generazione al mese, di centinaia di figli, da ogni femmina. Una pacchia per un genetista che studia le leggi dell’ereditarietà! E infatti da allora le drosofile ebbero un’intensa vita sperimentale in laboratorio, contribuendo a grandi scoperte. Come i contadini hanno nelle stalle mucche di varie razze, così i genetisti hanno termostati con ordinate falangi di boccette contenenti le diverse razze di drosofile: oregon, yellow, white e altre.
Uova sulla polenta. A Pavia, nel glorioso Istituto di Genetica di via San Epifanio, con Luca Cavalli Sforza, mio amato maestro, pure noi ci divertimmo ad allevarle, a saggiare la loro attrazione per odori diversi e a preparare la morbida polenta trattata con nipagina (un antimuffa) su cui quegli insetti deponevano le uova. Ne osservavamo il comportamento, poi decidevamo gli accoppiamenti per studiarne la discendenza. Si attendevano pazientemente le nascite, si classificavano i nuovi nati e poi, via, con altri accoppiamenti. Una generazione dopo l’altra, un nutrimento per la nostra curiosità. Pur con alti e bassi, la drosofila è anche oggi protagonista nei laboratori. È molto usata nelle ricerche su invecchiamento e longevità, occupando le pagine delle riviste scientifiche più prestigiose.