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 2015  febbraio 05 Giovedì calendario

TAG DER AKTIE, GIORNATA DI BORSA

Berlino
Sembra inarrestabile la corsa della borsa di Francoforte. In Ucraina siamo alla guerra civile, mentre gli americani continuano a compiere mosse azzardate, Obama è pronto a fornire armi a Kiev, iniziativa cui si è opposta in extremis Frau Merkel. La Grecia minaccia la Ue, mentre in Germania si agitano i movimenti anti-euro e anti-Islam, ma l’indice Dax continua a salire: martedì ha sfiorato quota 11 mila, il livello più alto da quando è stato creato, 21 anni fa, per poi cedere appena di un centinaio di punti.
L’anno scorso si era ancora a quota 8.300, e gli analisti ammonivano alla prudenza. Sembrava di essere al limite, per anni non si era andati oltre quota 8 mila. Oggi, nelle previsioni non si osa più porre dei limiti.
A causa della decisioni della Bce guidata da Mario Draghi gli interessi sono crollati quasi a zero. Gli investimenti immobiliari richiedono una cifra considerevole, e la borsa dovrebbe diventare più attraente. Appena in estate, gli osservatori stranieri volevano vedere la Germania in recessione per un calo di appena lo 0,2 nel secondo trimestre. E sono stati clamorosamente smentiti. L’euro debole favorisce le esportazioni, il 2015 sarà un ottimo anno per l’industria tedesca. Tutti dati che dovrebbero far indulgere all’ottimismo.
Il «tesoro» dei privati ammonta ad almeno 200 miliardi di euro, ma i tedeschi sono sempre restii a investire in borsa. La maggioranza preferisce sempre il libretto di risparmio anche se, di interesse, ricevono lo 0,2 per cento, al di sotto del livello di inflazione (che è intorno all’uno). Così è stato deciso di lanciare il «Tag der Aktie», il giorno dell’azione: il prossimo 16 marzo le banche non faranno pagare spese a chi acquisterà azioni di una delle trenta grandi aziende rappresentate nell’indice Dax. Si spera che l’iniziativa abbia un decisivo impatto psicologico, e la pubblicità spinga i piccoli risparmiatori almeno a informarsi.
Un recente sondaggio svolto dalle principali banche ha dato risultati sconfortanti: per il 46% degli interrogati, un’azione è un investimento solo speculativo, il 18% è convinto che sia un credito delle aziende, l’8% un investimento senza valore concreto, il tre ritiene che sia un diploma che si possa incorniciare e appendere in salotto. Risposte inattese nel paese più industrializzato d’Europa.
Solo il 30% ha risposto di «sì» alla domanda se oltre alla crescita del valore azionario, ci sia un altro rendimento, e il 22% ha precisato che si tratta dei dividendi.
La maggioranza ritiene che negli ultimi anni il Dax sia crollato, e comunque gli altri valutano che sia cresciuto negli ultimi cinque anni di neanche il 10%. Il 51% giudica che le azioni siano un investimento per ricchi, il 61% è convinto che con le azioni guadagnino solo le banche. In media, chi compra azioni per 4 mila euro, paga di spese appena dieci euro. Un terzo degli interrogati sarebbe disposto a investire in borsa se fosse possibile rischiare non più di 100 euro. E le banche, per venire incontro, offrono un programma che consente un investimento a rate mensili di 50 euro. Forse la giornata del 16 marzo non basterà.
Roberto Giardina, ItaliaOggi 5/2/2015