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 2015  febbraio 06 Venerdì calendario

LA TEORIA DEI GIOCHI E I PASSI FALSI DEL MINISTRO

Il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis è un economista esperto della Teoria dei giochi. I suoi studenti che lo osservano metterla in pratica nella trattativa di questi giorni con le istituzioni europee - un negoziato è il classico campo d’applicazione della Teoria - hanno però di che essere perplessi. Assieme al primo ministro Alexis Tsipras è stato in tour per le capitali europee: una settimana dopo, sembra essere senza più carte in mano.
Ieri, nella sua lettera di analisi, l’economista Anatole Kaletsy sosteneva per esempio che Varoufakis sta applicando la tattica di puntarsi la pistola alla tempia e minacciare di sparare se non vengono accettate le sue proposte. Un bluff che viene regolarmente chiamato, come ha fatto mercoledì sera la Bce davanti a una proposta greca che avrebbe fatto incorrere l’istituzione in una violazione dei trattati europei. Il punto chiave è che il governo greco aveva una carta forte in mano, il taglio d’autorità del suo debito pubblico. Avrebbe potuto usarla nei negoziati e rinunciarvi solo all’ultimo minuto, in modo da costringere gli avversari a cedere qualcosa di significativo in cambio. Invece, Tsipras e Varoufakis hanno gettato via quasi subito quell’asso, hanno abbandonato l’ipotesi: morta. Ora che le trattative sono iniziate davvero - a Francoforte, Berlino e Bruxelles - il governo di Atene è rimasto con poco in mano.
Ed è probabile che, per non finire in default, alla fine sia costretto a prolungare – con o senza troika - i patti di salvataggio che scadono il 28 febbraio, possibilità che finora ha nettamente escluso. È che l’incerta applicazione della Teoria dei giochi è rischiosa: può spingere verso la roulette russa.