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 2015  febbraio 05 Giovedì calendario

ROSSI, NORVEGESE ALL’EQUATORE

Qui si scherza, ma si fa anche terribilmente sul serio. Valentino Rossi si presenta (quasi) di buon mattino al via dei test invernali e lo fa portando un sorriso nel box: «zucchetto» di lana con tanto di renne e pon-pon in cima, casco con la classica iconografia della montagna tanto cara al pesarese («alla norvegese, va di moda»). Ovviamente la goliardia è contagiosa e Valentino serve l’antipasto gustoso a fotografi e operatori con l’aiuto della sua squadra. Ma quando il suddetto casco fosforescente diventa semplice strumento di lavoro, le cose diventano immediatamente serie: un bel gruzzolo di giri e una prestazione, più veloce di quasi mezzo secondo rispetto al già ottimo febbraio 2014, che lo tiene davanti a tutti fino a una manciata di minuti dalla fine. Quando Marc, il ragazzino terribile, non ci sta e lo scalza.
Volata Marquez gli porta via la soddisfazione del primo acuto, ma non il sorriso: solo 118 millesimi. Valentino quasi nemmeno si accorge dello sgarbo e, raccontando le sue emozioni del giorno, sottolinea con un «sono molto contento, la moto nuova è molto positiva» quale sia il suo stato d’animo reale. E il perché lo chiarisce molto semplicemente: «Quando riparte una stagione sai quello che hai fatto tu, ma non quello che ha fatto la concorrenza. La prima cosa che ci chiedevamo era: è rimasto inalterato il livello di competitività della Yamaha rispetto alla Honda visto nelle ultime gare 2014? E in effetti siamo sempre qui: Marc è avanti di un decimo, io ne ho dato uno a Jorge».
Approccio Quando però gareggi a questi livelli alla soglia dei 36 anni (Vale li farà il 16 febbraio), il fisico rischia di riservarti brutte sorprese. «Io ho cercato di lavorare bene. Non sono ancora al 100 per cento, ma conto di arrivarci per la prima gara. Fisicamente, ma anche come stile di guida. L’anno scorso l’ho modificato un po’, però devo ancora migliorare. Poi c’è la posizione in sella e anche la frenata». Per migliorarla, Valentino e il suo compagno Jorge Lorenzo aspettano il cambio seamless, veloce, anche in scalata. Ci sarà da attendere sino alla fine del mese.
Concretezza «Non sono deluso dal fatto che la Yamaha non lo abbia portato in questo primo test. Ormai da anni so qual è il loro metodo di lavoro. Un particolare, piccolo o grande che sia, arriva solo quando sono certi al 100 per cento che sia un miglioramento rispetto a quello che abbiamo. Già stavolta abbiamo tante piccole cose, a livello di ciclistica e messa a punto, che ci possono dare qualche cosa in più. Certe volte è meglio così. Avete visto che traffico che c’è nel box Honda: avranno 10 moto… Talvolta, nell’abbondanza, si rischia di fare confusione e prendere la strada sbagliata». Per una volta Valentino preferisce la politica dei piccoli passi. «Non è un problema non avere il nuovo cambio qui. Perché non credo che poi sia una rivoluzione così grande. Ci darà un piccolo aiuto in accelerazione e in frenata. Ma non penso che lo stile di guida e la messa a punto cambierà di molto. Un piccolo aiuto. Il nostro obiettivo è rimanere veloci come le Honda anche dopo aver percorso 12-15 giri. Stiamo lavorando su questo».