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 2015  febbraio 05 Giovedì calendario

TELECRONACA

Sessantacinque anni fa andava in onda la prima telecronaca di una partita di calcio. Juventus-Milan, proprio come la sfida di sabato sera. Era il 5 febbraio del 1950 e la Rai non si era ancora avventurata nel mondo del pallone. Quella fu infatti una sorta di prova generale. La gara vinta dai rossoneri per 7-1 (lo scudetto però se lo aggiudicò la Juve) fu trasmessa in diretta ma il segnale raggiunse esclusivamente la zona di Torino e dintorni, essendo in funzione solo il trasmettitore di Torino-Eremo. Peraltro in una giornata nebbiosa. Telecronista era Carlo Bacarelli, un 26enne nato in Toscana che qualche tempo dopo raccontò così quell’indimenticabile esperienza: «C’era il problema tecnico di prolungare i cavi. Facemmo due esperimenti, prima la sfilata di Carnevale in piazza Madama con le telecamere montate in alto sulle scale dei pompieri in modo da inquadrare via Po e quindi la ripresa di Juventus-Milan, partita che si giocò in un pomeriggio di nebbia: vedevo figure vaghe, allora commentai guardando il monitor e mi accorsi che l’occhio elettronico è più sensibile di quello umano».
Bacarelli a sua insaputa fu profetico, anche se con «occhio elettronico» si riferiva alla telecamera. Chissà come ci sarebbe rimasto se qualcuno gli avesse svelato che 65 anni più tardi avremmo parlato di un occhio elettronico vero per spiare la palla che rotola al di là o al di qua della linea di porta. Altra anticipazione di futuro in Svizzera, al Mondiale 1954: Bacarelli commentò le partite degli azzurri in coppia con Nando Martellini, ed ecco il doppio telecronista. Bacarelli fu anche quello che inventò il nome della trasmissione sportiva per antonomasia, La Domenica Sportiva , per differenziarla dalla Domenica Sport che andava già in onda alla radio. Eppure Bacarelli, il cui nome completo era Carlo Balilla, «non era affatto uno specialista della materia – come ci racconta Bruno Pizzul – piuttosto un esperto di economia, sebbene quando fui assunto in Rai era lui a dirigere lo sport. Fece l’inviato anche per le Olimpiadi, commentando boxe e ciclismo. Un uomo distinto, un uomo di cultura, attento alla buona dizione».