Stefano Bartezzaghi, la Repubblica 1/2/2015, 1 febbraio 2015
“MATTEO SI RALLEGRA”, L’ANAGRAMMA FA FESTA
«Matteo si rallegra». Sono giorni che gira sui social network un anagramma del nome e cognome di Sergio Mattarella, allora solo candidato alla presidenza della Repubblica. Un bellissimo anagramma, detto con ammirata invidia per il primo, e ignoto, autore. Abbina le rispettive felicità dei due vincitori: l’eletto e non l’elettore (Matteo Renzi non faceva parte dell’assemblea), ma il king-maker. Altri ce ne sono, tanti. Un’allusione agli scaltri maneggi, «il segreto, la trama». Un omaggio al più improbabile concorrente, «Magalli sta terreo». Un riferimento all’onore repubblicano più alto, «Tal gloria estrema». Un altro al profilo severo e autorevole del nuovo capo dello Stato, «Altero, magistrale». Un altro al rigore costituzionalista che ci si attende da lui: «Mostrare legalità». Infine, un’allusione all’equilibrio fra rigorismo e scaltrezza che accompagna, da sempre, gli appartenenti a quel club speciale che è o è stata la Sinistra Dc: «il morale stratega». Non si deve certo proiettare la duttilità del nome, testimoniata dalla scanzonata arte anagrammatica, alla personalità di chi lo porta. Si tenga però conto che il puro cognome, «Mattarella» (che già di per sé sarebbe una voce del possibile verbo «mattarellare») si anagramma in: «martellata». Non pare proprio la combinatoria più in linea con il carattere del nuovo Presidente. Ma tenerne conto non costa nulla. Anzi, forse conviene.
Stefano Bartezzaghi, la Repubblica 1/2/2015