Marina Terragni, IoDonna 31/1/2015, 31 gennaio 2015
«IL TRIANGOLO SI’! GIURIO, IL MIO LIBRO RISVEGLIERA’ L’EROTISMO»
Corinne vive a Bruges, sontuosa tenuta nelle campagne di Borgo San Lorenzo (Firenze), ospite del fidanzato Alessandro Vannini: ricco, bello, carismatico, con regolamentare «sorriso pieno di denti bianchi… sotto occhi neri senza pupille, accarezzato da ciocche selvatiche». Alessandro ha due fratelli: Emanuele, «più carnale. I tratti più decisi, la bocca più piena, le mani più grandi, le spalle più larghe», un po’ amante di Lady Chatterley. E Maurizio, copia sbiadita degli altri Vannini. Oltre a rispettive piagnucolose compagne.
Non lontana, la gran villa di Raffaele, settantenne voyeur, teatro di orge alla Eyes Wide Shut di cui l’insaziabile Emanuele è habitué. Combriccola country in cui irrompe Eleonora, amica di Corinne in cerca di nuova vita, essendo franata quella precedente. Nuova vita che tra corpi solidi e spigolosi, bocche morbide, fianchi afferrati e perizomi, prende a rimbalzare tra i due Vannini (quelli belli), legati da un oscuro segreto che via via si rivela.
È il plot di L’oltraggio (Einaudi Stile Libero), primo romanzo della napoletana Sara Bilotti, già autrice della raccolta di racconti noir Nella carne e primo capitolo di una trilogia francamente sexy: l’erotismo per signora viaggia a tre per volta.
Come mai il Chiantishire? Strano per una scrittrice napoletana.
È una fuga. La mia fuga, assieme a quella di Eleonora. E poi la campagna toscana è dove mi piacerebbe vivere. Natura, cultura, arte. Posto perfetto per scrivere.
Come si racconterebbe? Scrittrice di thriller? Noir? Erotica?
Il romanzo è un noir, ma anche un thriller psicologico. Con forti accenti erotici. Due impulsi, quello erotico e la ricerca del lato oscuro, che viaggiano insieme.
Ne parla spesso, di questo lato oscuro.
È la nostra parte repressa, l’ombra, il male. Pericoloso negarla. Quelle famigliole armoniose, quelle mamme perfette. Poi capita qualcosa, e il negativo ti travolge. Io provo rabbia, rancore, odio. Sentimenti che accetto: solo accettandoli, posso controllarli.
Il sospetto di un’operazione a tavolino è forte. Lei, 40 e something, molto più bella e televisionabile di E. L. James. E il format che somiglia parecchio alle 50 sfumature di grigio: trilogia, amplessi in 3D…
Il mio erotismo non è un eccitante. Il libro racconta un viaggio che passa anche attraverso il corpo. Una ricerca. Uno smascheramento.
Sulla tri-cover c’è un nudo di donna tri-partito.
L’aspetto erotico aiuterà a vendere, innegabile. Oggi l’erotismo ha un certo appeal.
Sempre avuto, se è per quello.
Però non parlerei di un’operazione a tavolino. Diciamo che l’editore ha spinto in questa direzione.
Come mai, secondo lei, questo boom dell’erotismo per signora?
Credo che il virtuale abbia snaturato la pulsione erotica. La letteratura le restituisce pienezza. Perché la letteratura ha molto a che fare con la realtà, e può cambiarla. Un libro ci può trasformare.
Mi dica qualche libro che l’ha trasformata.
Sono una lettrice avida. 15-20 libri al mese. Le mie passioni più recenti: Bret Easton Ellis, Donna Tartt. Il cardellino l’ho adorato. Amo il rigore di Tartt, la bellezza che nasce dal duro lavoro sui testi…
Elena Ferrante l’ha letta?
Ancora no. Mi riprometto di farlo.
Strano, per una napoletana! Ferrante è una lettrice spregiudicata. Non nega di essersi nutrita anche di fotoromanzi. Ecco: non le pare che questi romanzi erotici siano un aggiornamento dei vecchi rosa?
E perché no? Da ragazza leggevo Kafka, ma anche gli Harmony. Il mio romanzo parla pure d’amore. Quindi un mix di rosa, nero e luci rosse. Spero che incontri diversi livelli di lettura: che ognuno/a ci possa trovare qualcosa.
Lei è nata e vive a Quarto, sobborgo di Napoli.
Non facilissimo. L’adolescenza è stata dura. Ero una diversa, in quel contesto, con quelle regole rurali. Una che viaggiava. Una che a tavola parlava di politica con gli uomini e non si limitava a sparecchiare con le altre donne.
Non teme che il suo romanzo le complicherà la vita quotidiana?
Non so. Forse. Ma sono cresciuta. Le critiche mi toccano molto meno. Aliena ero, aliena resto. Spero di poter portare via presto i miei ragazzi da qui.
Quanti figli ha?
Due, una femmina e un maschio. Grandi lettori come me. Fin da ragazzina ho letto e ho scritto. Scrivevo, scrivevo, per 30 anni, senza mai pensare di pubblicare. Facevo altro, insegnavo danza. Da piccola ero convinta che tutti i bambini scrivessero romanzi come me. Che fosse un fatto naturale. Non avevo l’ambizione di essere letta.
Finché?
Finché Maurizio De Giovanni, scrittore e napoletano come me, non mi ha chiesto di vedere qualcosa. Quale dei miei dieci romanzi?, gli ho chiesto. È stato il primo lettore. Mi ha detto che ero pazza a non pubblicare, che avevo un grande talento.
Quindi, nel 2012, il libro di racconti Nella carne.
L’altra grande occasione è stato l’incontro al Festival di Mantova con Severino Cesari di Einaudi-Stile Libero. Stavo promuovendo i racconti. Lui era tra il pubblico, ha voluto conoscermi. Ed eccoci qua. In libreria.
(Le altre due puntate della trilogia, La colpa e Il perdono, seguiranno in marzo e maggio).