Francesco Caruso, La Gazzetta dello Sport 29/1/2015, 29 gennaio 2015
IACHINI, VITA IN ROSANERO
Beppe Iachini avanza fra i suoi primati con la forza della serenità. Come un marinaio che ha attraversato molti marosi e si sente finalmente al sicuro. Tanto da riuscire a parlare dei risultati importanti che continua a raccogliere la sua squadra con naturalezza, quasi con distacco. Il Palermo è ottavo, a un tiro di schioppo dall’Europa dei piccoli e lui sempre più stabile in sella alla sua creatura. Da un anno e mezzo guida la formazione rosanero, a fine stagione avrà eguagliato il record di durata di Francesco Guidolin e Delio Rossi. Ma lui non vuol fermarsi qui.
Iachini come gli allenatori che hanno scritto la storia più bella del Palermo: chi l’avrebbe mai detto?
«Sono contento e orgoglioso di essere accostato a due colleghi così importanti e bravi che non hanno fatto solo la storia del club rosanero. Per quanto mi riguarda, cerco di fare il mio lavoro al meglio e non mi stancherò mai di ringraziare i giocatori per l’impegno e la professionalità che ci mettono».
Aspetti, non è mica finita qui: l’anno prossimo potrebbe superare addirittura Novellino che detiene il primato di longevità zampariniana, col Venezia (1997-99), ed è l’unico a non essere mai stato esonerato.
«E io ho avuto Novellino come allenatore proprio in quella squadra. Beh, affiancarlo anche in questo primato non mi dispiacerebbe affatto: l’anno scorso ho eguagliato Walter come numero di promozioni in Serie A (4, ndr ). E mi fa piacere potere ripagare sul campo la pazienza avuta da Zamparini, che evidentemente tenendomi anche nel momento peggiore ha voluto dare continuità al progetto avviato assieme quando arrivai a Palermo».
Qual è secondo lei il miglior pregio di Zamparini?
«La generosità, senza dubbio: chi non lo conosce potrebbe stentare a crederci ma è un uomo pieno di attenzioni per il prossimo, basta vedere le opere di beneficienza che riesce a fare».
E il difetto?
«Sempre la generosità, che a volte lo porta ad acquistare per esempio giocatori che non dovrebbe prendere, proprio perché non sa dire di no».
Il Palermo a suo avviso ha ancora margini di crescita o questo è il limite massimo a cui può ambire?
«Più di così, credo che sarà difficile crescere, ma attraverso la cura dei particolari è possibile spostare l’asticella sempre un po’ più su».
Sperare di raggiungere una finale di Coppa Italia o una qualificazione in Europa League come riuscì a Rossi e Guidolin è il suo obiettivo?
«Potremo provare a tagliare questi traguardi solo a condizione di acquisire la giusta mentalità a cui ci stiamo pian piano avvicinando e conservarla nel tempo».
Quanti punti mancano oggi al Palermo considerati i torti arbitrali come il gol annullato domenica a Genova e i 10 legni colpiti fino a questo momento?
«Diciamo che almeno 4 o 5 punti in più potevamo averli, però devo anche aggiungere che certe volte siamo stati noi a non essere stati capaci di chiudere le partite quando avremmo dovuto e potuto. Ed è questa la mentalità a cui mi riferivo prima».
Questo sembra destinato ad essere il suo miglior campionato di Serie A: nelle altre società che cosa non ha funzionato?
«Innanzitutto, bisogna dire che nel frattempo io sono cresciuto, oggi mi sento molto più forte e più sicuro di qualche anno addietro. Ma è anche vero che in passato non ho trovato la stessa tolleranza di cui ho potuto godere a Palermo. E anche per questo sono grato al nostro presidente».
Che cosa la rende maggiormente orgoglioso del suo Palermo?
«Essere riusciti a riaccendere l’entusiasmo nei nostri tifosi, che poco per volta stiamo riportando allo stadio».
Dopo Dybala e Vazquez?
«Rimane un gruppo molto forte che può garantire il futuro».