28 gennaio 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - OGGI COMINCIA LA PARTITA DEL QUIRINALE
REPUBBLICA.IT
ROMA - Il Pd deve avere "un ruolo massimo e centrale" nell’elezione del presidente della Repubblica. Apre così Matteo Renzi l’intervento davanti ai parlamentari dem, in una giornata che potrebbe essere decisiva per le trattative sul successore di Napolitano. E subito lancia un affondo nei confronti di Silvio Berlusconi, che ieri non si è presentato all’incontro con la delegazione di Forza Italia: "Sono un contraente del patto del Nazareno e lo rivendico. Il capo dello Stato lo abbiamo sempre fatto con Forza Italia. Ma questo non significa che prendiamo il loro nome. Con Fi abbiamo avuto un incontro civile, non vogliono qualcuno con una storia militante nel nostro partito. Non possiamo accettare veti. Non facciamo e non accettiamo diktat".
Alle 9 il discorso davanti all’assemblea dei deputati del Pd, nella sala Regina di Montecitorio, alle 10 il premier va al Senato per lanciare ai "suoi" lo stesso messaggio (li rivedrà tutti domani alle 13, a due ore dalla prima votazione per il Colle). A mezzogiorno a Palazzo Chigi vede Pier Luigi Bersani in un faccia a faccia che dura circa mezz’ora. "Abbiamo cominciato a ragionare e abbiamo ragionato bene. Ma la strada è ancora lunga. Sì, certo che abbiamo parlato di nomi", così l’ex segretario dem all’uscita da Palazzo Chigi, prima di vedere Gianni Cuperlo e Roberto Speranza. All’ora di pranzo, infine, è cominciato l’incontro con Berlusconi (accompagnato da Gianni Letta e Denis Verdini) che si è concluso dopo circa due ore di confronto. A seguire, il premier ha ricevuto a Palazzo Chigi la delegazione Pd che ha svolto le consultazioni con gli altri partiti.
Quirinale, Berlusconi esce dall’incontro con Renzi
Condividi
"Il profilo del capo dello Stato uscito dagli incontri di ieri è quello di un garante della Costituzione, con qualità politico-economiche-parlamentari internazionali", ha detto Renzi nell’assemblea dem. Aggiungendo: "Il nome del candidato al Colle ancora non c’e’" ma "il metodo non è "the winner is", piuttosto è quello dell’ascolto, massimo coinvolgimento e massima collaborazione". In realtà da ambienti dem filtra un’indiscrezione. Il partito sta ragionando su due possibili candidati: Giuliano Amato o Sergio Mattarella.
"Dobbiamo chiudere la partita entro la fine della settimana", ha ribadito Renzi all’assemblea Pd, "questo significa contemplare anche la giornata di domenica, ma spero che non ce ne sia bisogno". "Non possiamo andare oltre il weekend" sottolinea, "perché significherebbe dare l’idea di un Paese che non sa uscire dalla palude". Poi il premier-segretario spiega: "Finora, nelle consultazioni, è emerso un riferimento forte a una figura politica" dice, lasciando intendere che sul "no a un tecnico" c’è ampia condivisione.
Quanto all’idea che il Pd voti scheda bianca alle prime tre votazioni, linea che sembrava stabilita da giorni, Renzi oggi si prende più tempo: "Decideremo domani, per me resta la proposta migliore ma lo vedremo insieme".
Intanto, lasciato Palazzo Chigi, Berlusconi ha incontrato i grandi elettori di Fi ai quali ha detto: "Non abbiamo ancora individuato un candidato" per il Quirinale. "Saremo in consultazione permanente per arrivare a un nome per il capo dello Stato che possa darci garanzie. Nei prossimi giorni avremo altri incontri con Renzi per arrivare a una scelta condivisa. Il nome maturerà piano piano, a nessuno conviene far saltare l’accordo. Sono sicuro che Angelino Alfano (leader Ncd, ndr) non romperà l’accordo con noi sul Quirinale. Sarete tutti riconvocati quando si saprà qualcosa, quando ci sarà un nome". Sempre rivolto ai grandi elettori, il leader azzurro ha rivendicato il ruolo del partito - saremo indispensabili per eleggere il nuovo presidente, avrebbe detto - e ha ricordato l’importanza del suo partito nella scelta di Mario Draghi alla guida della Bce: è merito nostro, ha sottolineato. Poi ha confermato che Fi non avrà un candidato di bandiera alle prime tre votazioni (sì dunque alla scheda bianca) e rivelato che su alcuni nomi proposti da Renzi "abbiamo detto no e i nostri no sono stati accettati. Dunque, i pericoli maggiori sono stati scampati". Pare comunque che domani potrebbe tenersi un nuovo round tra Berlusconi e Renzi per sciogliere gli ultimi nodi sul Colle. Il faccia a faccia è in agenda di mattina, sempre a Palazzo Chigi.
Nelle stesse ore il leader della Lega Matteo Salvini e Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, in una conferenza stampa alla Camera ribadiscono il nome di Vittorio Feltri per il Quirinale, "visto che di là si naviga al buio". E impallinano le Quirinarie grilline: "Ridicole", "Gli M5S passano dalla rivoluzione a Prodi e Bersani".
Sì, perchè sul blog di Grillo è spuntato ufficialmente il nome di Romano Prodi. Senatori e deputati M5s sono riuniti da stamani e dalla loro assemblea in diretta è arrivata la ’rosa’ dei 10 candidati del Movimento da far votare alla Rete domani. Oltre a Prodi c’è anche Bersani. Ecco l’elenco pubblicato in ordine alfabetico: Pierluigi Bersani, Raffaele Cantone, Lorenza Carlassare, Nino Di Matteo, Ferdinando Imposimato, Elio Lannutti, Paolo Maddalena, Romano Prodi, Salvatore Settis, Gustavo Zagrebelsky (qui le foto con tutti i nomi). Il candidato con più preferenze sarà votato dal gruppo parlamentare sin dal primo scrutinio e, in ogni caso, se dal quarto scrutinio dovesse apparire un altro nome condiviso tra più forze politiche in parlamento "decideremo con una consultazione sul blog". Dunque, con tutte le intenzioni per trattare e contare.
Renzi negli stessi momenti si rivolge direttamente ai grillini ma su un tema che non è il totonomi: "Aggredire un deputato per le sue idee è la cosa più squallida che esista. Non ci abituiamo a quello che è successo ieri sera, è inaccettabile", ha detto il premier riferendosi all’aggressione subita ieri con urla e sputi dall’ex grillino Walter Rizzetto da parte di militanti M5s riuniti sotto il Nazareno.