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 2015  gennaio 28 Mercoledì calendario

Eccoci qui: meno due giorni al primo voto per il nuovo Presidente. Ma si sa già che non servirà a niente

Eccoci qui: meno due giorni al primo voto per il nuovo Presidente. Ma si sa già che non servirà a niente. Renzi infatti ha detto che il Pd, nei primi tre scrutini, voterà scheda bianca: il Capo dello Stato sarà eletto sabato, quando basterà la maggioranza di 505 Grandi elettori. È un’ammissione, da parte del presidente del Consiglio, di non avere nella realtà i voti che ha sulla carta, che invece supererebbero i due terzi. Insomma, una prova di debolezza, anche se tatticamente gli conviene. Pochi lo sanno, ma la “bianca” non è una scelta casuale. È un modo per controllare i propri parlamentari, per vedere se obbediscono. Infatti quando i Grandi elettori entrano nella cabina, se lasciano la scheda intonsa escono subito: non devono attardarsi a scrivere niente. Se invece restano dentro quei cinque o sei secondi in più, vuol dire che hanno scritto qualcosa, quindi hanno disubbidito. Alcuni, addirittura, piegano la scheda ancor prima di entrare, per far vedere che sono stati fedeli agli ordini. Non è quindi uno spettacolo bellissimo: è un modo per aggirare la Costituzione, che prevede che lo scrutinio sia segreto. In un mondo migliore, tutti i Grandi elettori si fermerebbero un po’ dentro i “catafalchi”, come vengono chiamati: così nessuno saprebbe se hanno scritto qualcosa o no. Sarebbe un bel segnale per dimostrare la propria non-sudditanza dai capi, non vi pare? Un segnale ancora più bello sarebbe se in questi primi tre scrutini i rappresentanti del popolo ne approfittassero per scrivere sulla scheda il nome del loro presidente ideale, in coscienza. Magari, tra l’altro, salterebbe fuori qualcuno di buono. Ma questo potrebbe avvenire appunto solo se agissero in coscienza e non in ottemperanza, come invece fanno. Invece, con tutta probabilità, il nome del prossimo Presidente della Repubblica è stato già deciso. Tutti gli incontri che si dovevano fare sono già stati fatti, quindi sia Renzi sia Berlusconi sanno già chi sarà il nuovo Capo dello stato. Solo che non ce lo rivelano: per “non bruciarlo”, come si dice, cioè per evitare che ci sia il tempo - da parte dell’opinione pubblica - di valutarlo e magari di cercare di influenzare i Grandi elettori. Meglio quindi (per loro) tenerlo segreto e tirarlo fuori dal cappello poche ore prima del quarto voto, sabato. Anche questo non è un bellissimo spettacolo. Siccome qui siamo “giù dal colle”, il nome scelto naturalmente non lo sappiamo. Possiamo solo leggere quelli che ipotizzano i giornali: Amato, Finocchiaro, Fassino, Padoan, Mattarella, Veltroni. Quest’ultimo è un mio amico, lo conosco da quando era ragazzino: se proprio dovessi scegliere tra questi sei, mi sembrerebbe forse la scelta migliore. Subito dopo ci metterei Mattarella. Ma il problema non è la stima personale né l’amicizia. Il fatto è che sono tutte persone che provengono dalla Seconda se non dalla Prima Repubblica: e meno male che dovremmo essere nella Terza!