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 2015  gennaio 28 Mercoledì calendario

LIVIA POMODORO SENZA TRIBUNALE MA CON VILLA D’ORO (POPOLARE)

Livia Pomodoro saluta il palazzo di giustizia milanese: nelle prossime settimane, per raggiunti limiti d’età, lascerà il grande ufficio di presidente del Tribunale. Potrà dedicare ancor più tempo alla sua passione, il palcoscenico, continuando a gestire il Teatro No’hma, da lei sviluppato nella memoria della sorella Teresa, attrice e regista. E si potrà occupare di Expo, insediandosi nel nuovo ufficio a un passo dal Duomo, nella sede della Camera di commercio di Milano, come presidente del “Milan Center For Food Law and Policy”, il centro di documentazione e studio sulle norme in materia di alimentazione nato per iniziativa di Expo spa, Comune di Milano, Regione Lombardia e Camera di commercio.
Certo, il cambio al vertice del palazzo di giustizia non sarà privo di effetti. Nel campo della politica giudiziaria e della gestione del Tribunale di Milano, innanzitutto. Ma avrà anche una conseguenza “residenziale”: Livia Pomodoro sarà costretta a lasciare la bella villa dove abita. Una storia che vale la pena di raccontare.
Dentro il palazzo di giustizia, il suo successore “designato” è Claudio Castelli, tra i leader riconosciuti di Magistratura democratica, che garantirebbe la continuità della gestione. Altri concorrenti sono Annamaria Gatto, la giudice del processo Ruby 2 a Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede; Marina Tavassi, che ora dirige la sezione specializzata in diritto d’impresa; e Roberto Bichi, già presidente vicario del Tribunale milanese. Sarà il Consiglio superiore della magistratura a decidere , nelle prossime settimane, tra gli otto candidati che hanno fatto domanda. Intanto però Livia Pomodoro dovrà fare le sue scelte per il futuro. È la casa che potrebbe darle qualche preoccupazione. Abita dal 2009 in una villa liberty che fa parte di un quartierino di dodici villette nella zona tra Porta Venezia e viale Romagna: un’inaspettata isola di verde in mezzo ai palazzi milanesi. Sono case dell’Aler, l’ente (controllato dalla Regione) che gestisce le case popolari. Queste sono di solito casermoni in quartieri di periferia, ma l’ente possiede anche immobili di pregio: come le villette dove abita la presidente uscente del Tribunale, che hanno una storia particolare che ha a che fare con Expo.
Nel marzo 2009, Aler sottoscrive una convenzione con Infrastrutture Lombarde spa (Ilspa), la potentissima holding della Regione guidata da Antonio Giulio Rognoni (che sarà poi arrestato nel marzo 2014 con le accuse di turbativa d’asta e associazione a delinquere, anche in rapporto agli appalti di Expo). Aler da anni fatica a far quadrare i conti e non riesce a gestire e ristrutturare i suoi immobili popolari (oggi ha un buco di bilancio di 350 milioni di euro, più di 240 milioni di crediti incagliati nei confronti degli inquilini e 23 mila famiglie in attesa di ricevere un alloggio). Però affida le sue perle, le villette liberty a un passo da porta Venezia, alla Ilspa di Rognoni, “in diritto d’uso gratuito per vent’anni”. Ilspa s’impegna a ristrutturarne quattro e a destinarle “alla locazione ad alte personalità pubbliche, anche in vista dell’Expo 2015”. Due villette accostate e gemelle, “nell’ambito del progetto di destinazione degli immobili citati ad alte cariche istituzionali”, sono assegnate a Livia Pomodoro, con contratto stipulato da Ilspa nel settembre 2009, “anche in ragione della particolare tutela di cui è assegnataria in quanto nota personalità”. Il contratto d’affitto ha la durata di sei anni, il canone annuo è di 35 mila euro, per oltre 300 metri quadrati su più piani, con annesso giardino. La ristrutturazione, con un costo superiore ai 700 mila euro, è stata realizzata da Infrastrutture Lombarde. Una volta lasciata la presidenza del Tribunale, il contratto risulterà rescisso : poiché “l’immobile è destinato a soggetti ricoprenti cariche di rilievo istituzionale, in ragione delle peculiari esigenze di protezione e di sicurezza, lo svolgimento di un incarico istituzionale da parte dell’Utilizzatore è condizione essenziale per l’efficacia della presente convenzione”: così recita il contratto. “Nel caso in cui l’Utilizzatore dovesse non più ricoprire una carica di rilievo istituzionale, il contratto si risolverà di diritto e l’Utilizzatore dovrà lasciare libero l’immobile entro 24 mesi dalla cessazione della carica”. Pomodoro dovrà prenotare il trasloco?
Il contratto aggiunge però che “l’Utilizzatore potrà comunque conservare l’uso dell’immobile anche oltre il predetto termine di 24 mesi, laddove a Ilspa non siano pervenute richieste di uso dell’immobile da parte di soggetti ricoprenti cariche di rilievo istituzionale”. Pomodoro, del resto, nell’anno di Expo sarà presidente del “Milan Center For Food Law and Policy”, con base in quella Camera di commercio che ha già avuto l’incarico (senza gara, e non senza polemiche) per realizzare il sito web del Tribunale di Milano.
In ogni caso Aler, per fare cassa e alleggerire i suoi debiti, ha avviato un piano di vendita dei suoi immobili, da offrire, a prezzo di favore, agli attuali inquilini. Nel piano sono comprese anche le villette liberty di Porta Venezia?