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 2015  gennaio 27 Martedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - ULTIME SUL QUIRINALE


REPUBBLICA.IT
ROMA - Silvio Berlusconi non ci sarà questa sera al Nazareno alle consultazioni avviate da Matteo Renzi sul nome del futuro inquilino del Colle, ma tra Renzi e Forza Italia l’accordo sul metodo è presto stretto: sì al nuovo presidente già alla quarta votazione. Il leader di Forza Italia ha deciso di inviare nella sede del Pd solo i suoi capigruppo di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani. L’obiettivo, infatti, è incontrare il premier da solo, domani, in un faccia a faccia decisivo. Di certo per ora si sa che il successore di Giorgio Napolitano non sarà un tecnico, ma un politico, come hanno convenuto insieme il presidente del Consiglio e Angelino Alfano, a capo della delegazione Ncd incontrata in mattinata.

Il termine "solido" Renzi l’avrebbe ripetuto più volte oggi nel corso delle riunioni. E’ il requisito che, secondo il premier, dovrebbe avere il prossimo inquilino del Quirinale. Che il capo di governo punta con decisione ad avere sabato prossimo.

Consultazioni all’inverso quelle per l’elezione del presidente della Repubblica dell’era Renzi: solitamente i gruppi parlamentari vanno dal capo dello Stato per ’indicare’ il profilo del premier. Stavolta, invece, le delegazioni sono andate dal titolare di Palazzo Chigi, in veste di segretario Pd, per trovare un accordo, nella partita chiave di questo inizio 2015, che si intreccia con le riforme istituzionali (in discussione alla Camera) e la nuova legge elettorale (approvata oggi al Senato). Proprio a Montecitorio, peraltro, pare a rischio la possibilità, concordata dai capigruppo, di ultimare l’esame degli emendamenti al ddl riforme entro domani, prima che si aprano i giochi per il Quirinale. Restano ancora da esaminare circa 700 emendamenti relativi ad oltre 20 articoli. Stasera e domani sono previsti voti fino a sera, ma anche riunioni di gruppo sul voto per il Colle.

Di certo, il premier punterà su un nome solo, annunciato probabilmente giovedì, ma da votare solo alla quarta votazione che si terrà sabato mattina. Un nome che possa convogliare su di sé i 505 voti necessari ma che - teme Renzi -non avrebbe la maggioranza di due terzi (672 sì) richiesta dai primi tre voti. Per questo l’ordine di scuderia è quello di votare scheda bianca ai primi tre scrutini, input dato anche da Forza Italia ai suoi delegati.

TOTOPRESIDENTE CHI SALE E CHI SCENDE

Unico assente oggi al Nazareno è il M5s, che ha respinto al mittente l’invito, mentre Beppe Grillo ha pubblicato sul suo blog le risposte di alcuni parlamentari Pd sul nome da proporre al Colle. E questa mattina altri 10 grillini, ’dissidenti storici’ del Movimento, hanno ufficializzato il loro addio. Fulmini dagli ortodossi, che li accusano di essere "venduti a Renzi".

Gli ex Cinque Stelle. Presenti anche gli ex parlamentari del Movimento 5 Stelle. La loro posizione è stata spiegata dal coordinatore Fabrizio Bocchino: "Diciamo no a un fan del patto del Nazareno - ha spiegato Bocchino - vogliamo puntare alla più ampia convergenza possibile in discontinuità con il passato". All’incontro prenderanno parte anche i dieci nuovi fuoriusciti, invitati dal premier attraverso il presidente del Pd Matteo Orfini, che chiedono la diretta streaming.

FOTOSTORIA 70 ANNI DI PRESIDENTI

Prime delegazioni. I primi a varcare il portone del Nazareno sono stati i delegati di Per L’italia Centro democratico e Scelta civica guidati dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. A colloquio con il presidente del Consiglio, anche Lorenzo Dellai, capogruppo alla Camera di Pi-Cd, Bruno Tabacci, cofondatore di Cd, Gianluca Susta, capogruppo di Sc al Senato, Andrea Mazziotti di Celso, capogruppo di Sc alla Camera. "C’è stato un confronto sui principi di merito per l’individuazione di un profilo alto, noi riteniamo che la figura di un politico sia una garanzia importante in tal senso", ha detto Giannini al termine dell’incontro.

Alfano: no a un tecnico. Alle 10.15 è stato il turno di Area Popolare (Ncd-Udc). Al termine dell’incontro il leader di Ncd Angelino Alfano ha dichiarato: "Scheda bianca nelle prime tre votazioni". E ha aggiunto: "In modo molto chiaro abbiamo chiesto che il prossimo presidente della Repubblica sia un politico che abbia militato nelle istituzioni, abbia rapporti internazionali e sia un politico. Non è il momento per un tecnico al Quirinale". Un profilo, quello delineato dal ministro dell’Interno, che ha incontrato il favore di Renzi.
Quirinale, Alfano (Ncd): "Serve un politico, no a un tecnico"
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La capogruppo alla Camera Nunzia De Girolamo ha aggiunto: "Vogliamo un moderato, non il solito comunista" (anche se Napolitano è stato finora l’unico capo dello Stato che veniva dalla storia del Partito comunista italiano - video).

Cartello Salvini-Meloni. Il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, prima ancora di varcare la soglia della sede del Pd ha chiarito la sua linea: "Votiamo il nostro nome dalla prima votazione. Purtroppo ha la sfiga di non essere di sinistra". Poi, appena uscito ha dichiarato: "Gli abbiamo detto che non vorremmo né Prodi né Amato" e ha annunciato poi la proposta di un candidato comune con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.
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Sorprendenti, invece gli autonomisti del Trentino (Südtiroler Volkspartei, Unione per il Trentino), disponibili a votare per Anna Finocchiaro, Sergio Mattarella e Graziano Delrio.

Idv, Psi e Gal. "Noi chiediamo un uomo di Stato autorevole e onesto", è la posizione dell’Italia dei Valori con il segretario Ignazio Messina. "Il nuovo presidente della Repubblica "deve avere le caratteristiche" di Giuliano Amato, ha osservato Riccardo Nencini (Psi). Per Vincenzo D’Anna, senatore di Gal, il premier comunicherà il ’suo’ nome per il Colle al massimo entro venerdì mattina.

Forza Italia. Una personalità "alta", "con capacità politica", "non un tecnico", che possa essere eletto alla quarta votazione con i voti del Pd e del ’blocco moderato’. Questi i punti su cui si è registrato l’accordo tra la delegazione del Pd guidata da Renzi e quella di Forza Italia, nell’incontro in vista delle votazioni per il Quirinale. A spiegarlo è il capogruppo al Senato dei forzisti, Paolo Romani: "E’ stato un incontro sul metodo, in cui abbiamo tracciato un percorso". Ovvero: "Le riforme che stiamo delineando vanno nella direzione di rafforzare i poteri del governo e dunque al Colle serve una personalità alta e soprattutto arbitro, con capacità politica: non un tecnico". Profilo su cui, dice Romani, con Renzi "siamo abbastanza d’accordo". Così come "siamo d’accordo che la conclusione di questo percorso sia veloce: il Pd e l’area moderata possono essere determinanti per l’elezione da subito, alla quarta votazione, del nuovo presidente della Repubblica". Dopo Fi, Renzi incontrerà i Popolari, Sel e i fuoriusciti dell’M5s.

In Transatlantico spunta De Mita. "Il capo dello Stato va eletto coinvolgendo tutte le forze politiche, tant’è che io inventai l’espressione arco costituzionale...". In Transatlantico, a Montecitorio, spunta Ciriaco De Mita. Tra strette di mano e battute con i deputati che si avvicinano per salutarlo, l’ex leader Dc ricorda le elezioni del capo dello Stato vissute in prima persona, a cominciare da quella lampo di Francesco Cossiga, che andò a buon fine al primo scrutinio, grazie al cosiddetto ’metodo De Mita’. L’attuale sindaco di Nusco si augura che il successore di Napolitano sia scelto con la massima condivisione e avverte, senza citarli, i due firmatari del Nazareno, Renzi e Berlusconi: "Il presidente della Repubblica non si elegge imponendo nomi o spaccando, ma coinvolgendo tutti".

M5s in assemblea congiunta. Si terrà domani mattina alle nove, alla Camera, l’assemblea congiunta di deputati e senatori del M5s. All’ordine del giorno della riunione c’è l’elezione del capo dello Stato.

Prossime tappe. A solo 48 ore dal precedente incontro, Renzi vedrà alle 8 i deputati e alle 9.30 i senatori del Pd. Alle 9 si riuniranno deputati e senatori del Movimento 5 Stelle. Alle 16 Silvio Berlusconi, nell’auletta dei gruppi della Camera, vedrà i grandi elettori di Forza Italia. Alle 18 Alfano presiederà un’assemblea di Area popolare nella sala Nassiriya del Senato. In una conferenza stampa convocata in mattinata, alle 10.45, intanto, Salvini e la Meloni dovrebbero annunciare il nome "di centrodestra" che insieme candideranno al Quirinale.

Nella giornata, naturalmente, si annuncia una girandola di incontri e colloqui. E Berlusconi potrebbe varcare ancora una volta il portone di Palazzo Chigi per un faccia a faccia con Renzi all’ora di pranzo. Tra mercoledì e giovedì dovrebbe svolgersi un nuovo incontro tra le delegazioni di Forza Italia e Area popolare (Ncd-Udc) che per la scelta del presidente della Repubblica hanno stretto un patto di consultazione. Giovedì mattina, a poche ore dal primo voto (probabilmente alle 9), Renzi riunirà poi l’assemblea dei 460 grandi elettori Pd (deputati, senatori e delegati regionali). L’incontro dovrebbe tenersi in un centro congressi nel cuore di Roma, in via Alibert. In quella occasione potrebbe essere confermata l’indicazione della scheda bianca nei primi scrutini.

La prima votazione per il nuovo presidente della Repubblica si svolgerà giovedì 29 gennaio alle 15. La seconda e la terza rispettivamente venerdì mattina e pomeriggio. La quarta, con ogni probabilità, si terrà sabato mattina, quando l’abbassarsi del quorum potrebbe favorire la fumata bianca. Se nessun nome avrà la maggioranza assoluta, un nuovo voto potrebbe svolgersi sabato pomeriggio o si potrebbe decidere per una pausa e riconvocare i grandi elettori lunedì 2 febbraio. Anche se Renzi punta a chiudere la partita al massimo entro domenica mattina, prima dell’apertura delle Borse.

Quanto al totonomi, oggi il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si è smarcato. Alla domanda posta da Sky se si senta lusingato ad essere indicato come possibile successore al Colle, ha risposto: "Sono il ministro dell’Economia ed ho tanto da fare".

Causa consultazioni in corso, è stato rimandato di nuovo anche il Consiglio dei ministri, previsto per domani. Si tratta del Cdm che dovrebbe varare l’atteso pacchetto di misure antiterrorismo, rinviato già due volte. La riunione si terrà la prossima settimana.