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 2015  gennaio 27 Martedì calendario

TRE MINUTI A MEZZANOTTE

La lan­cetta dell’«Orologio dell’apocalisse», il segna­tempo sim­bo­lico che sul «Bul­le­tin of the Ato­mic Scien­tists» indica a quanti minuti siamo dalla mez­za­notte della guerra nucleare, è stata spo­stata in avanti: da 5 a mez­za­notte nel 2012 a 3 a mez­za­notte nel 2015, lo stesso livello del 1984 in piena guerra fredda. Sui grandi media, la noti­zia è pas­sata quasi del tutto sotto silenzio.
Eppure a lan­ciare l’allarme sono noti scien­ziati dell’Università di Chi­cago che, con­sul­tan­dosi con altri (tra cui 17 Premi Nobel), valu­tano la pos­si­bi­lità di una cata­strofe pro­vo­cata dalle armi nucleari in con­co­mi­tanza con il cam­bia­mento cli­ma­tico dovuto all’impatto umano sull’ambiente. Il cauto otti­mi­smo sulla pos­si­bi­lità di tenere sotto con­trollo la corsa agli arma­menti nucleari è sva­nito di fronte a due ten­denze: l’impetuoso svi­luppo di pro­grammi per la moder­niz­za­zione delle armi nucleari e il sostan­ziale blocco del mec­ca­ni­smo di disarmo. Al primo posto, tra le cause del rilan­cio della corsa agli arma­menti nucleari, gli scien­ziati sta­tu­ni­tensi met­tono il pro­gramma di «moder­niz­za­zione» delle forze nucleari Usa, che com­porta «un costo astro­no­mico». Con­fer­mano così quanto già docu­men­tato sul mani­fe­sto (24 set­tem­bre 2014): il pre­si­dente Obama – insi­gnito nel 2009 del Pre­mio Nobel per la Pace per «la sua visione di un mondo libero dalle armi nucleari, che ha poten­te­mente sti­mo­lato il disarmo» – ha pre­sen­tato 57 pro­getti di upgrade di impianti nucleari mili­tari, con un costo sti­mato di 355 miliardi di dol­lari in dieci anni.
Il pro­gramma pre­vede anche la costru­zione di 12 nuovi sot­to­ma­rini da attacco nucleare (cia­scuno con 24 mis­sili in grado di lan­ciare fino a 200 testate nucleari), altri 100 bom­bar­dieri stra­te­gici (cia­scuno armato di circa 20 mis­sili o bombe nucleari) e 400 mis­sili bali­stici inter­con­ti­nen­tali con base a terra (cia­scuno con una potente testata nucleare). Si stima che l’intero pro­gramma verrà a costare circa 1000 miliardi di dol­lari. Anche la Rus­sia, indi­cano gli scien­ziati sta­tu­ni­tensi, sta pro­ce­dendo all’«upgrade» delle sue forze nucleari. Lo con­ferma l’annuncio di Mosca che esse svol­ge­ranno nel 2015 oltre 100 eser­ci­ta­zioni. Secondo la Fede­ra­zione degli scien­ziati ame­ri­cani, gli Usa man­ten­gono 1920 testate nucleari stra­te­gi­che pronte al lan­cio (su un totale di 7300), in con­fronto alle 1600 russe (su 8000). Com­prese quelle fran­cesi e bri­tan­ni­che, le forze nucleari della Nato dispon­gono di circa 8000 testate nucleari, di cui 2370 pronte al lan­cio. Aggiun­gendo quelle cinesi, pachi­stane, indiane, israe­liane e nor­d­co­reane, il numero totale delle testate nucleari viene sti­mato in 16300, di cui 4350 pronte al lancio.
Sono stime appros­si­ma­tive per difetto, in quanto nes­suno sa esat­ta­mente quante testate nucleari vi siano in cia­scun arsenale.
Quello che scien­ti­fi­ca­mente si sa è che, se venis­sero usate, can­cel­le­reb­bero la spe­cie umana dalla fac­cia della Terra. A ren­dere la situa­zione sem­pre più peri­co­losa è la cre­scente mili­ta­riz­za­zione dello spa­zio. Una riso­lu­zione con­tro il dispie­ga­mento di armi nello spa­zio esterno, pre­sen­tata dalla Rus­sia alle Nazioni Unite, ha rice­vuto il voto con­tra­rio di Stati uniti, Israele, Ucraina e Geor­gia, e l’astensione di tutti i paesi dell’Unione euro­pea. Com­presa l’Italia dove, vio­lando il Trat­tato di non-proliferazione, vi sono 70–90 bombe nucleari Usa in fase di «ammo­der­na­mento», e per il secondo anno con­se­cu­tivo si è svolta l’esercitazione Nato di guerra nucleare. Dove i grandi media, che sem­brano illu­mi­narci su tutto, spen­gono i riflet­tori men­tre la lan­cetta dell’Orologio si avvi­cina alla mezzanotte.