Elisabetta Iovine, ItaliaOggi 27/1/2015, 27 gennaio 2015
IN CINA NON SI ARRESTA IL BOOM DEL GRATTACIELI
A Shenyang, la più popolata città della Cina nord-orientale, si sta costruendo un grattacielo di 111 piani chiamato Pearl of the North (Perla del Nord). Dovrebbe essere pronto nel 2018 e vi troveranno posto uffici. Sarà il settimo edificio più elevato del mondo con i suoi 568 metri, superando il numero uno negli Stati Uniti, il nuovo One World Trade Center che sorge sulle ceneri delle torri gemelle andate distrutte nell’attentato del 2001.
Il nome dello stabile deriva dal fatto che il suo pinnacolo sarà costituito da una sfera gigantesca che rappresenta, appunto, una perla che brillerà di notte.
Nelle ore diurne, invece, il grattacielo è stato pensato per ricordare un guzheng, tradizionale strumento musicale a corde cinese. Le entrate principali che si trovano al piano terreno rievocano le tende usate dai nomadi che un tempo percorrevano l’area.
Tra i cittadini c’è anche chi critica la scelta di realizzare un’opera simile, parlando di spreco di denaro. Ma Baoneng Real Estate Development, che ha promosso e sviluppato il progetto, sostiene che questo edificio iconico segna un passo fondamentale nel percorso verso l’affermazione di Shenyang come città internazionale. Gli analisti considerano il grattacielo l’espressione tipica della bramosia di costruire che ha preso i cinesi. Tant’è vero che crescono gli stabili terminati ma ancora vuoti. A Shenyang, nel terzo trimestre del 2014, il 28,7% degli spazi adibiti a ufficio era ancora disponibile. Come spiega Huo Ke, architetto che insegna nell’università locale, vi sono già dozzine di grattacieli e non c’è, in realtà, ulteriore richiesta da parte del mercato.
Pronta la replica dei progettisti, secondo i quali la città sta crescendo in fretta e gli edifici alti hanno il pregio di ospitare parecchie persone in una superficie limitata. Il fatto che progetti di questo genere si sviluppino sempre più in luoghi diversi da Shanghai e Pechino dimostra il cambio di direzione nello sviluppo urbanistico del paese asiatico. Per il 2020 si prevede che 12 delle 20 torri più alte si trovino in centri come Shenyang, Wuhan e Suzhou. Del resto l’edilizia è centrale nell’economia cinese ed è uno dei punti deboli che non consentirà di raggiungere gli obiettivi di crescita economica fissati in precedenza dal governo.
Elisabetta Iovine, ItaliaOggi 27/1/2015