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 2015  gennaio 27 Martedì calendario

PERISCOPIO

Cofferati si dimise da sindaco di Bologna per stare più vicino alla famiglia. Che, se ho ben capito, abita in Belgio. Edelman. Il Fatto.

Renzi ha un cameraman personale che monta e smonta le sue immagini e le passa alle tv. Si fa chiamare Mediaset. Spinoza.it. Il Fatto.

Ho rinunciato al vitalizio di Strasburgo, prendo 5 mila euro netti al mese che arrivano da Regione Lombardia e Parlamento italiano. Mario Capanna. Ansa.

A Parigi hanno marciato oltre 50 capi di stato: assente Obama. Dopo gli attentati, infatti, la Francia è diventata diffidente nei confronti di quelli di colore. Dario Vergassola. ilvenerdì.

Per me Matteo Renzi è come il marchese del Grillo che diceva. «Io so’ io e voi nun siete un cazzo!». Nel nostro partito, il Pd, ci sono problemi perché abbiamo un segretario che non ascolta. Renzi è uno talmente pieno di sé, che si permette di dire in continuazione: «Fassina chi?». Renzi ha un accordo con Forza Italia, non gliene frega niente dei voti dei parlamentari Pd. Ileana Argentin, deputato, la candidata più votata alla primarie di Roma. Il Fatto.

Veltroni non lo vedo proprio come presidente della Repubblica. Gioca sempre a ricasco, è narcisista e non lo vedo un cuor di leone. È un po’ troppo la bella politica, si metterebbe a fare dei balletti e Renzi potrebbe vedere in lui un rivale in fatto di comunicazione, il che, con Mattarella, non succederebbe. Non vedo bene D’Alema, neanche lontanamente. Troppo bruciato dalla sua vanità. Mentre Bersani significherebbe la riconciliazione, D’Alema è un combattente. Un rottamato non può tornare. Giuliano Ferrara. Corsera.

Mi dispiace di non essere fra i grandi elettori del Lazio per l’elezione del presidente della Repubblica per un preciso veto di Forza Italia. Non vedo proprio Giuliano Amato, il peggiore di tutti, un vecchio arnese della politica. Ci siamo venduti mani e piedi a Renzi. Mi viene da dire: «Silvio, ma che stai a fa’?». Perché sta abdicando a se stesso e alla sua storia politica. Credo sia stanco: l’età si fa sentire. E poi perché vuole salvare le sue aziende. Francesco Storace, leader de la Destra. Il Fatto.

La facilità con cui Matteo Renzi e il nuovo Pd hanno sfondato, dimostra che la classe politica italiana era come un legno fradicio e tarlato: è bastata una piccola spinta ed è andato giù. Beppe Severgnini. Sette.

A parte qualche vecchio parruccone, e scontata la presenza qua e là di sindacalisti e marxisti rinati, lo spettro del comunismo ha smesso, una volta per tutte, di aggirarsi per l’Italia. Non c’è più l’Unità, la Vecchia Guardia è stata rottamata e le Feste dell’Unità, dove un tempo si celebrava la fratellanza antimperialista dei popoli, oggi tirano la volata alle nuove leve del partito democratico, gente che ha altri «miti» e altre «pratiche cerimoniali» a cui badare, e che il comunismo italiano non sa nemmeno più che cosa sia. Tra poco sparirà anche dal radar degli storici. Nostalgia, devozione, falsificazioni storiche, agitprop: è tutto finito. Diego Gabutti. Sette.

Quelli di Syriza sono fanfaroni, impreparati, opportunisti, assetati di potere. Apostolos Dioxadis, autore di Zio Petros e la Congettura di Goldbach. Corsera.

Nel 1983 Gianni Agnelli decise di acquistare Palazzo Grassi a Venezia e ne affidò i lavori di ristrutturazione all’architetta Gae Aulenti, la stessa che tre anni prima aveva restaurato il Musée d’Orsay a Parigi. E oggi di chi è Palazzo Grassi? Del magnate francese François Pinault. Insomma, come imprenditore, l’Avvocato s’è rivelato una ciofeca. Dicono che se la cavasse meglio come seduttore. Non esistono testimonianze dirette in proposito. Neppure la sua. «Gli uomini si dividono in due categorie: quelli che parlano di donne e quelli che parlano con le donne. Io di donne preferisco non parlare», si schermiva. Sbaglierò, ma, secondo me, con l’altro sesso ha soprattutto chiacchierato. Il resto era leggenda. In ogni caso: che c’entra con l’economia? Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio.

La politica italiana non è ostile alla scienza ma è completamente indifferente. I miei colleghi ricercatori e scienziati danno la colpa alla Chiesa cattolica. Secondo me, storicamente, c’entra anche il Pci. Le due «chiese» italiane, per anni, hanno impedito lo sviluppo di qualsiasi ragionamento che non fosse ideologico. Edoardo Boncinelli, genetista. Sette.

Bergoglio è un Papa talmente moderno da diffondere la parola di Dio telefonando a chiunque. E fregando così sul tempo i testimoni di Geova, rimasti ancora fermi ai vecchi citofoni. Dario Vergassola. ilvenerdì.

Il direttore del Piccolo Teatro di Milano ieri si è lamentato. Dice: «Mi hanno ridotto il budget». Quindi non può più darmi i 500 mila euro a serata per i miei show (sono in cartellone oggi e domani). Mi chiama e fa: «Scusa uomo Bauxite, il governo mi ha tagliato i fondi, quindi invece dei 500 mila euro a sera, te ne do 350 mila». Io: «Non se ne parla, pretendo il compenso pieno». Lui: «Ok, adesso mi lamento con chi di dovere». Io: «Fai con comodo, per me non c’è nessun problema, rimango comunista». Maurizio Milani. Il Foglio.

È il futuro che vaga da decenni da una clinica all’altra, da un chirurgo all’altro. Una volta gli rifanno il nasino all’insù, un’altra gli fanno i piedi palmati, quella successiva gli iniettano liquidità. Deve sembrare se stesso, un ruolo che non gli si addice e che cambia di settimana in settimana. È per questo che il futuro non vuole più farsi vedere, neppure dalle persone più care. Massimo Bucchi. ilvenerdì.

Al 13 ottobre 1942 non restavano che sei giorni di vita, al tenente Antonio Bevilacqua, 84ma squadriglia del 4° stormo da caccia. Il 21 ottobre affrontava, in lotta asperrima, una formazione da caccia britannica, solo contro molti: singolare analogia con il combattimento di Livio Ceccotti perché anch’egli, all’inizio dello scontro abbatteva, uno dopo l’altro, due avversari. Poco dopo, il suo apparecchio veniva colpito in pieno: con una gamba asportata e una maciullata, si gettava in paracadute e veniva accolto a terra. «Ho vinto», furono le sue prime parole. Poi chiese dei lacci emostatici per legare il troncone della gamba, e subì, senza un lamento, la dolorosissima medicazione. Ma aveva perduto troppo sangue e la fine era vicina. L’accolse serenamente. Paolo Caccia Dominioni, El Alamein. Longanesi.

Dietro la sua impassibilità c’è solo un gran vuoto. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 27/1/2015