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 2015  gennaio 24 Sabato calendario

MARAN, UN’IRONICA ANIMA ROCK

Appena sale in macchina scatta la musica degli U2 dall’iPhone, Rolando Maran ha tutti i loro album e cinque anni fa era a San Siro per il concerto: altroché panchina, l’allenatore del Chievo era sottopalco con gli amici. Jeans, camicia bianca, giubbotto nero, Maran è una persona riservata, ma questa volta rivela la sua anima rock venata di country. «Gli U2 mi hanno sempre accompagnato, Bono ha una voce inconfondibile, la canzone preferita è One , sempre con me. Vorrei andare a rivederli a Torino a settembre, vedremo se ci riuscirò».
Altri artisti che ama?
«Bruce Springsteen, Sting, Elton John, anche Neil Young, che ascoltavano sempre i miei fratelli più grandi; l’album Harvest piaceva molto anche a me. Tra gli italiani Daniele Silvestri, Vasco, Pino Daniele, Renato Zero».
Il Chievo è nel suo destino: prima da giocatore, poi ha segnato il suo esordio in panchina e in questa stagione è tornato in corsa al posto di Corini: se fosse una canzone quale sarebbe?
«Con il Chievo mi mancava la serie A. Ogni tanto canticchio Salirò di Silvestri, ci vuole un po’ di ironia. Qualche volta — ride — negli spogliatoi mi diverto con il preparatore De Bellis: io attacco con due parole di una canzone e lui continua per far vedere che la sa».
Il buon umore aiuta, soprattutto adesso che il calendario si fa tosto a partire da domani, contro la Juve…
«E’ l’impegno più difficile, ma per questo più stimolante».
Che cosa dirà ai suoi?
«Il piacere di giocare contro grandi campioni dovrà superare l’ansia. Dobbiamo essere propositivi, andare a Torino senza paura, tirando fuori il massimo».
Chi toglierebbe ai bianconeri?
«Chi togli togli — alza lo sguardo al cielo — ci sono tutti gli altri!».
Se Pellissier fosse una canzone quale sarebbe?
«Io sono ancora qua di Vasco».
E Paloschi?
«Born to run di Springsteen. Nato per correre, ma anche per segnare».
Un brano che le ricorda sua figlia Elena?
«Ha studiato in Alabama e in quel periodo ascoltavo Sweet home Alabama dei Lynyrd Skynyrd».
E uno che le rammenta suo figlio?
«Quando allenavo la Triestina c’era stato un periodo un po’ difficile e lui mi faceva ascoltare Ligabue: “Cosa vuoi che sia… passa tutto quanto … ”».
Gli alti e bassi sono il leitmotiv degli allenatori: a Catania ha stabilito il record di punti, ma è stato anche esonerato due volte. Come ricorda quel periodo?
«Le emozioni positive non sono state cancellate da quelle negative».
A Varese ha fatto una bella cavalcata fino alla finale dei playoff persa con la Sampdoria…
«La musica che ci accompagnava era la colonna sonora dei Pirati dei Caraibi , T he Black Pearl : la ascoltavamo sempre negli spogliatoi prima di scendere in campo».
Il suo proposito con il Chievo?
«Raggiungere la salvezza il più presto possibile».
Chi sono i calciatori più rock del campionato?
«Pirlo e Totti: hanno vinto tutto a partire dal Mondiale 2006».
Tra i giovani?
«Dybala»
Qual è la virtù principale del Chievo, quartiere di Verona che tiene testa alle corazzate?
«Rendere semplici le cose che in altri luoghi sono complicate. Il senso di appartenenza, un sentire comune che nessuno potrà mai toglierci».