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 2015  gennaio 24 Sabato calendario

SEPPI, EROE ROMANTICO

E’ uno di quei giorni che resteranno sospesi nel tempo, nutrendo la memoria indelebile di un’impresa che vivrà per sempre. Seppi ha abbattuto la divinità, Seppi ha reso umani i gesti sacri del più grande di tutti. Federer è caduto, e sugli schermi della sala stampa le agenzie raccontano la loro storia: un giorno shock per il tennis mondiale. Un terremoto, una calamità, perché da 13 anni l’uomo delle mille e passa vittorie non usciva così presto dallo Slam di inizio anno, ma l’immagine che cristallizza il pomeriggio dell’orgoglio italiano sono quei tre passanti di talento e coraggio con cui Andreas si prende i due tiebreak e con loro l’anima del più forte tennista mai sceso sulla Terra.
GODIMENTO Sì, l’ha vinta Seppi, bando alle chiacchiere. L’onesto operaio che si fa nobilissimo architetto. Perché nei palpitanti istanti che possono separare la gloria dalla caduta, non trema e va a cercare la fortuna, se la crea, se la merita. Roger è poco mobile, probabilmente stanco, certamente infastidito. Non può credere che dall’altra parte della rete un avversario che ha battuto dieci volte su dieci e che gli ha strappato un solo, misero set non arretri, non abbia paura, monti sopra i rimbalzi in back del suo rovescio per prendere campo e non permettergli di comandare lo scambio. Quei precedenti terrificanti, i fantasmi di una sfida impossibile per il nostro, svaniscono in fretta: «Già negli spogliatoi - racconta Andreas raggiante - pensavo soltanto a godermi il momento. Capita poche volte di giocare sul Centrale, per di più in uno Slam e per di più contro Federer. Poi, più la partita andava avanti, più mi rendevo conto che stavo colpendo molto bene la palla e ho cominciato a convincermi che potevo portarla fino in fondo. Certo, è stato decisivo vincere il tiebreak del secondo set».
CALMA Seppi lo ribalta dal 5-3 per lo svizzero, con due traccianti di dritto che fulminano il numero due del mondo a caccia di buona sorte a rete e dopo aver metabolizzato il controbreak subìto nel decimo gioco per un nastro che sembrava il dono del cielo a Roger, il figlio prediletto. Il doppio vantaggio è manna, balsamo, aria pura. Questo Andreas, così costante nella feroce applicazione di un piano tattico perfetto, non ha tempo per ricordare il passato, quei due set di vantaggio con Djokovic al Roland Garros del 2012, peraltro con lo stesso punteggio, poi vanificati dalla grande rimonta serba. Non importa se il terzo set è di Federer, la storia non si ripeterà: «Quando lui è tornato sotto - confessa l’altoatesino - non ho pensato a nulla. Ero molto calmo, tranquillo, lo sono stato fin dall’inizio. Non contava stare davanti due set a zero o due set a uno, sapevo che giocando così sarei arrivato alla fine con la possibilità di vincere». Il sussulto di Federer è una scossa elettrica per i 15.000 della Rod Laver Arena, che ovviamente stanno tutti con lui, adoranti. Ma si inchinano al nuovo idolo quando nel tiebreak, il secondo di giornata, prima si procura il match point con un dritto a sventaglio che bacia la riga e poi chiude la contesa con un passante lungolinea di dritto all’incrocio.
LA PIU’ BELLA Federer, superbo gentiluomo anche nel buio della sconfitta, passa oltre la rete per dedicare al vincitore un sorriso e un abbraccio davvero sentiti: «Ha giocato meglio, conosco la sua forza, la sua capacità di essere incisivo tanto con il dritto quanto con il rovescio. Per me è stato un brutto giorno, avevo cattive sensazioni». Prosciugato dalla Davis, Roger per sua stessa ammissione ha gestito male la pausa invernale, tant’è che adesso si fermerà fino a fine febbraio. Per Seppi, invece, cena e massaggi come premio: «Non c’è niente da festeggiare, il torneo continua, con Kyrgios sarà un’altra sfida eccitante e ancora con tutto il pubblico contro». Eppure, dopo un giorno così, vorresti che la magia non si allentasse: «Sicuramente è stata una delle più belle vittorie della mia carriera, la metto insieme a quella con Nadal a Rotterdam nel 2008. Però questa è davvero speciale, con Roger non ero mai stato vicino al successo e riuscirci in uno Slam ti dà una grande emozione». Dopo il match, coach Max Sartori lo ha aspettato con l’occhio lucido e il groppo in gola, prendendosi in cambio una battuta fulminante di Andreas: «Gli ho detto che le emozioni che gli ho dato questa volta non le ha mai provate neanche con una donna». Cherchez la femme. Nel nuovo corso di Seppi la fidanzata Michela, conosciuta all’inizio dell’anno scorso, sta svolgendo un preziosissimo ruolo equilibratore: «Forse è lei la mia vittoria più bella. E se dovessi scegliere tra una serata romantica e un altro successo su Federer, non avrei dubbi a stare con lei». Il cuore tenero del giustiziere.