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 2015  gennaio 27 Martedì calendario

PARMA CAOS, CASANO SE NA VA

Antonio Cassano non è più un giocatore del Parma: ieri ha firmato la risoluzione consensuale del contratto, in accordo con il club emiliano. Si chiude così la vicenda personale di FantAntonio a Parma, però resta aperta una bollente questione societaria. Acuita dall’ultimo posto in classifica, e, sempre ieri, dal malore che ha colpito il d.g. Pietro Leonardi: sembra che non sia nulla di grave, un attacco di ipertensione ma in ogni caso il dirigente resta in ospedale anche oggi per accertamenti. Nel bollettino medico si parla di «forte stress emotivo». E, sempre ieri, i giocatori hanno incontrato i vertici dell’assocalciatori, il presidente Tommasi, il vice (e avvocato) Calcagno e il segretario Grazioli. Ma andiamo con ordine.
Cassano, la settimana scorsa, aveva inviato un sollecito di pagamento, indicando in ieri l’ultimo giorno per ricevere almeno due dei 5 mesi di stipendio arretrati. Quei due mesi scaduti a metà novembre, quando il vecchio proprietario Ghirardi riuscì a saldare luglio, prima di cedere la società. Così ieri è arrivata la decisione: risoluzione del contratto. Una data non casuale, visto che Cassano potrà così essere tesserato per un altro club anche venti giorni dopo la chiusura della finestra di gennaio. I tifosi, che domenica lo avevano salutato con cori e applausi nonostante la sconfitta con il Cesena e la seguente contestazione, ieri erano increduli quando l’avvocato Beppe Bozzo, suo agente, ha definito la risoluzione, nella quale Cassano rinuncia ai compensi futuri, richiedendo solo gli arretrati non saldati. «Ho rescisso col Parma e ora sto meglio — ha detto in serata a Tiki Taka, su Italia 1 —, ci ho pensato tutta la notte. Chiudo dopo una presa per il culo durata sette mesi. Non ce l’ho con i tifosi di Parma, con i compagni e con chi lavora, ma con chi ha fatto un disastro dopo che avevamo creato un giochino perfetto. Ci rimetto quattro milioni, ma non sono i soldi il problema. La cosa brutta è che ci sono persone che guadagnano molto meno e non prendono un euro da 7 mesi. Ogni volta ci dicevano che avrebbero pagato domani e il giorno dopo ci ripetevano domani: basta. Ce l’ho con la vecchia proprietà o con la nuova? Con tutti, i nuovi non so chi sono: in venti giorni sono passati quattro presidenti. Con la nuova proprietà non è cambiato nulla. Lascio tutto, vince la dignità per me. Futuro? Mi hanno proposto l’America, ma lì o a Dubai andrò a 40 anni, quando non riuscirò più a correre. Ora vediamo che succede, oppure aspetterò fino a giugno e se anche in quel momento non troverò squadra potrei pensare di lasciare tutto. Alla Samp vorrei tornare un giorno, ma ora no, sarebbe ridicolo: voglio solo prendermi qualche giorno di riposo dopo questa agonia. Ma non ho problemi a lasciare questo mondo, un mondo che negli ultimi tempi mi ha un po’ deluso».
Comunque per l’immediato futuro del barese non hanno trovato riscontro al momento le ipotesi Torino e Genoa.
squadra in attesa Gli altri tesserati del Parma, intanto, hanno invece deciso di aspettare la scadenza del 16 febbraio: se il nuovo patron Rezart Taci non pagherà gli stipendi, partiranno le lettere di messa in mora. Il Parma avrà altri 20 giorni di tempo per saldare gli emolumenti scaduti. Se non accadesse, i giocatori avranno la possibilità (non l’obbligo) di svincolarsi. Il vero nodo riguarda però la nuova proprietà: sembra che il «buco» del Parma sia molto più importante del previsto, con creditori pronti ad adire le vie giudiziarie. Sarebbero già partite le ingiunzioni di pagamento. Se la Dastraso holding, che detiene il controllo del Parma, dovesse ripensarci e mollare tutto, che futuro potrebbe avere il club? Potrebbe essere coinvolto anche il vecchio proprietario Ghirardi? Domande lecite, per un Parma che ha un futuro tutto da decifrare.